lunedì, maggio 28, 2007

Zerinho.


Non ho voglia di tornare a casa.
Non ci sarà nessuno a rotolarsi per terra, nessuno mi mangerà le caviglie, nessun agguato da dietro il muro. da dietro alla porta. Nessuno sulle gambe, ma guai a toccarlo! Nessuno in fondo ai piedi, nel letto. Nessuno al risveglio. Nessuno ad aspettarmi fuori dalla doccia. Non dovrò più fare attenzione in giardino. Nessuna zampata sulla macchina, nessuna lotta coi cani, con la gatta. Nessuna lucertola, topo, serpente in casa. La pianta crescerà intatta. Non avrò più peli nel letto. Ne silicone mangiucchiato. troverò sempre gli elastici per i capelli.
Mi sento stupida. Ma per me era importante.

3,2,1, ZERO.
Io non so cosa significa avere un animale domestico o semi domestico.
Anzi no, una volta avevo due uccellini. Mi ricordo solo che al mattino facevano un casino infernale. Poi sono spariti. Credo che siano stati liberati. Il problema è che forse non sapevano tanto bene volare. Ma i miei questa cosa non l'hanno mai capita.
Poi ho avuto un pesce. Ma io odio i pesci nella boccia (n.d.r. abbasso l'acquario di Genova) e così il piccolo pesce rosso è durato forse una settimana. Ma non perchè l'ho ucciso io eh. Forse non voleva rendermi triste.
E poi basta. Di cani gatti & co. non si è mai potuto parlare. Avevo anche pensato di presentarmi sulla porta di casa come la bambina della pubblicità di una nota marca di pasta. Ma le scuse dei miei erano sempre "NO rovina i divani" (io puntavo al gatto). Allora ho deciso che quando avrò una casa mia possederò un gatto obeso, come ho sempre sognato d'altronde. E starà sul frigorifero.
Io non so cosa significa avere un gatto per casa, ma so cosa significa avere un'amica con un gatto.
Quando la chiami parla un pò con te e sgrida un pò lui"Zero cosa faiiiii, zero non salire sulla cucinaaaa" A volte lo chimava "patatini" mi pare, e a me faceva troppa tenerezza. In realtà ero un pò invidiosa del suo splendido rapporto col gatto. Quando andavo a casa sua lo prendeva in braccio e lui mi dava i bacini. Forse la sua indole felina lo avrebbe portato a graffiami.
Era commovente perchè speravo di averlo un pò conquistato.
Poi faceva ridere perchè faceva il figo del quartiere. Ma la cosa che mi faceva più ridere di tutte era quando istigava il cane vicino di casa. Quel cane non sapeva più come ringhiare e come scavare. E Zero stava li. Lo guardava e secondo me si ammazzava dal ridere.
A me dispiace che la mia amica ora sia triste. E la cosa che mi dispiace di più è che non so come aiutarla. Posso solo dire che secondo me Zero è morto da gatto. Esplorando in libertà. Girovagando nella sua strada, da padrone. Mi piace pensare che in quel momento stesse per balzare sulla sua preda più bella, magari un topo gigante, o una biscia lunghissima. Mi piace immaginare che mentre stava per saltare, ridendo, pensava già alla faccia della sua padrona e alle grida di schifo.
Poi si è spenta la luce.
E Zero è balzato direttamente nel paradiso dei gatti.
Ciao Zero.
The muffin woman pat

giovedì, maggio 24, 2007

saluti da vesima.

E come tutti gli anni è arrivata. Anche un pò prima direi. Io me ne accorgo dal raffreddore mattutino e dalle conseguenti occhiaie viola-verdi, dall'afa al risveglio, dai primi morsi di zanzare. E dalle avvisaglie di temporali bui e rumorosi. Ed è solo maggio. Ma l'estate nella Pianura Padana è arrivata. Umida, torrida, soffocante. Ma noi ci siamo abituati, noi che abitiamo non poi cosi tanto lontano dal mare, noi che ci facciamo lunghe code domenicali per un fazzoletto di sabbia e una puciata in mare, NOI siamo di nuovo pronti. Ed ecco che la voglia di andare al mare arriva, usciresti ogni sera (con l'autan ovviamente) e il tuo unico obiettivo è arrivare al w-e per andarti a spalmare sull'asciugamano e respirare un pò d'aria fresca.
Ma quest'anno è diverso, quest'anno siamo tutti grandi e ho a che fare con un signore che da piccola avevo solo sentito nominare ma mi sembrava cosi lontano... ho conosciuto il sig. Ferie di Agosto. L'idea di andare via il 15 di agosto mi fa star male. Mi vedo già sgomitare in spiaggia, mi vedo già i piedi del vicino di ombrellone in testa, i palloni dei bambini addosso e ogni altro luogo comune della vacanza da turista del 15 di agosto. E poi è il FINO ad agosto che mi spaventa. Ci va un pò a disabituarsi a 3 mesi di vacanze fuori casa, ne! Inoltre i prezzi sono alle stelle. La mia mente inizia ad elaborare fotografie un pò rossicce come negli anni '80 che parlano di file di ombrelloni e di "coccobello!". (Ho il brutto vizio di stereotipare le cose).
Intanto non ho ancora deciso niente. Anzi, proposte ne ho fatte un sacco ma la risposta è "si, possiamo vedere.." poi passa il tempo, passa l'offerta e "Vale parla ma non conclude niente" diventa il pensiero comune ...grazie collettività...
Sottolineo che quando la vacanza si faceva tra amiche, in un pomeriggio si decideva e si prenotava, si riuscivano a far quadrare i giorni di ferie, si facevano 2 settimane e nessuna aveva problemi sul mezzo di trasporto, d'aria o di terra.
Ricapitolando...
estetista: fatto.
cambio di stagione: fatto.
pinne, fucile ed occhiali...fatto.

Sabato non ce n'è per nessuno...


martedì, maggio 22, 2007

Sindrome da esclusione

Tanti anni fa ho frequentato un corso per animatori.
Durante una lezione ci chiesero di descrivere un momento bello e uno brutto che ci ricordavamo di quando eravamo piccoli.
Come ricordo brutto raccontai di quella volta che al compleanno di un mio compagnetto delle elementari (non faccio nomi per privacy) la sua mamma organizzò dei giochi e praticamente scelse tutte le bambine più belline per giocare e io rimasi fuori insieme ad altre due. Soffrii molto per questa cosa e me la ricordo come fosse ieri.
Come ricordo bello raccontai che quando andavo in piazza genova facevo su tutti i bambini nuovi (anche le bambine ovviamente) per giocare ai giochi tipo "il lupo mangiafrutta" o "strega toccacolore" (rialzo no perchè perdevo sempre e nemmeno nascondino perchè avevo paura del buio, al massimo "sardina"). Se ne vedevo uno girovagare da solo per la piazza iniziavo a seguirlo e poi gli dicevo "vuoi giocare con noi?" E subito vedevo il sorriso del bambino e stavo meglio.
L'insegnante mi prese come esempio per tutta la classe e mi diagnosticò una specie di Sindrome da esclusione. L'ho chiamata io così in realtà perchè ho capito in questi giorni di soffrirne ancora, di non essere mai guarita.
L'altro giorno mi è capitato.
Non riesco a metabolizzare. Divento triste. E smetto di parlare. Sono simpatica quando faccio finta di niente. Si vede lontano un miglio che c'è qualcosa che non va. Alzo un sopracciglio e mi si stampa sulla bocca un sorriso un pò plastico. E penso a quando ero piccola., che i "capitani"(di solito chi giocava a pallavolo fuori dall'ambito scolastico)sceglievano le persone per la squadra e io rimanevo per penultima (c'era sempre qualcuno peggio di me fortunatamente) v_v allora io per vendetta (n.d.r. io sono vendicativa) giocavo peggio che potessi fare. Solo la battuta dal basso mi venive bene perchè tutti pensavano che la palla non passasse la rete e così non si muovevano e invece facevo sempre 5 punti di seguito.

La sindrome da esclusione come si cura?

stal-lo s.m.



-
fig., condizione o situazione di inazione forzata, senza soluzione né possibilità di risoluzione: essere in posizione, in situazione di s.

Il mio progetto di tenere in ordine la mia camera sta lentamente fallendo.
(di|sór|di|nes.m.
1 mancanza di ordine, confusione, scompiglio
2 intemperanza, mancanza di sobrietà.
3 funzionamento inefficiente e irregolare, cattiva amministrazione.)

Non so cosa stia succedendo ma la stuazione mi sta scivolando di mano.

Forse è solo questione di
impegno
(im||gnos.m.
1a obbligo assunto nei confronti di qualcun altro o di se stessi
2 occupazione, attività in cui si è impegnati
3 applicazione, diligenza nell’assolvere un compito)

E' un pò una situazione generica di stallo.


giovedì, maggio 17, 2007

Cenerentole

Vale ed io stiamo attraversando un processo di femminilizzazione.
Scarpa col tacco e lucidalabbra.
Non so se questo basterà a fare di noi due piccole donne.
Oggi andremo in centro vestite da Cenerentole a cercare la scarpa.

E' un periodo rosa in tutti i sensi.
Si sta bene, si guardano le nuvole, si fanno progetti (che poi sfumano inequivocabilomente).
Come ad esempio quello della casa. Ma questo è un altro discorso che affronterò quando sarò meno arrabbiata con la signorina che mi ha fatto il preventivo per la rata del mutuo("Vorrei dirle signorina, che io non posso avere una rata che ingloba i 3/4 del mio stipendio perchè non credo che potrei farcela con 1/4 di stipendio a gestire la mia vita. stipendio da impiegata.media.") Però i giovani stanno a casa con mamma e papà, questi scansafatiche che non vogliono prendersi responsabilità..
A parte questo neo, devo verniciare la vespa, altro progetto che sfuma. Forse dovrei cercare uno sponsor. Non so tipo "Macelleria da Gino"
E poi appiccicarlo su tutte le mie cose, a patto che divida le spese con me:)

martedì, maggio 15, 2007

oggi non ho fretta.

nuvolaenorme.

Io non capisco. Il mondo va troppo veloce.
Ogni giorno per venire in città passo dalla strada meno trafficata della zona, senza semafori e in mezzo al verde. Viene naturale, soprattutto nelle belle giornate di sole come oggi, di rallentare e guardarsi intorno. Viene naturale a me. Dietro di me, mentre io cerco di immortalare il paesaggio con il cellulare si forma una coda interminabile di macchine e ti chiedi da dove cavolo possano arrivare. Oggi per esempio c'era quella nuvolona enorme (v. sopra), bellissima, non potevo non fotografarla. Ed ecco arrivare rombi da Maranello, correnti d'aria che ti portano fuori strada e una serie di insulti tipo: €ß†ƒ®æ樜ø!!!!!
Uffi... non rinuncio però: c'è ancora stasera.
Mi chiedo perchè il mondo non funzioni coi miei tempi. Voglio fare l'eremita.


CAPITOLO II
...mentre Vale guarda le nuvole, io mi trovo nella mia camera da letto...

La mia mamma ha smesso (finalmente?!) di farmi il letto la mattina e di sistemarmi i vestiti nell' armadio. Così adesso mi sono dovuta organizzare per avere il tempo di fare anche quello.
E così ieri sera non sono uscita. anche perchè ero un pò stanca a dire il vero.
Dopo le telefonate da finta-adolescente, sdraiata sul letto con la cornetta appoggiata alla spalla, ho meditato sul da farsi.
Così mi sono rimboccata le maniche in senso figurato, perchè ero in canottiera, e ho aperto il mio armadio. Di solito opero in questo modo: svuoto l'armadio completamente, pulisco tutto e poi seleziono i vestiti. Ovviamente il tutto intervallato da pause lunghe 25 minuti in cui mi trovo ai piedi del letto in mutande con una maglietta azzurra, con una stella a centro petto, regalatami dalle mie amiche per il mio 20esimo compleanno a fissare il vuoto (eh si le cose le provo tutte per vedere se mi vanno ancora)
Ecco è qui che è sorto il problema.
Delle cose che avevo nell'armadio ne avrei eliminate i 9/10. Sono vestiti che non mi rappresentano più, capi che riportano alla mente episodi che voglio pian piano mettere in un cassetto (scusate il gioco di parole). Jeans larghi, larghissimi, magliettine da adolescente con colori improbabili, vestitini mai messi (a volte cambio i gusti velocemente), capi comprati per far contento qualcuno.. Sono vestiti che magari mettevo fino all'estate scorsa. Ma non li voglio più. Perchè ora sono cambiata.
E' come se dovessi mettermi la roba di quando avevo 15 anni. Ogni tanto ho questi momenti di crescita improvvisa. Quando guardo queste cose mi vengono in mente ricordi che in questo momento non voglio, non mi interessano.
Il fatto è che io penso anche che i vestiti sono solo un modo per coprirsi e ripararsi dal freddo e nascondere le vergogne. Quindi non so cosa fare.
Continuare a mettermi i vestiti per necessità, o rinnovare tutto il guardaroba perchè dopotutto sono cresciuta (ovviamente intendo interiormente perchè sono sempre alta 1,64)?
Essere o non essere? Questo è UN problema...

giovedì, maggio 10, 2007

Punti di Vista

Oggi sono passata da Piazza Genova (piazza Matteotti su TuttoCittà). Era da tanto che non passavo di li, forse anni..
Cavoli era tutto in miniatura. Io ho sempre giocato in Piazza Genova da piccola. Ma mi ricordavo le cose più grandi. Ho scoperto che è rimasto tutto uguale ma più piccolo. C'è persino un buco tra due pini nani dove si prendevano sempre le storte. E' ancora lì. Mancano dei rami di appoggio su alcuni alberi, rami che si usavano per salire sui rami più alti. Io da piccola mi arrampicavo sugli alberi. E facevo i finti PicNic con i pentolini e l'erba come cibo.
Oggi avrei quasi scavalcato la ringhiera per entrare nella fontana visto che adesso ho le gambe più lunghe (!). Una piccola rivincita con me stessa.

martedì, maggio 08, 2007

Là de longe

Longe, lá de longe
de onde toda a beleza do mundo se esconde
Mande para ontem
uma voz que se expanda e suspenda esse instante
Lá de longe
de onde toda a beleza do mundo se esconde
Mande para ontem
uma voz que se expanda e suspenda esse instante
Lá de longe
de onde toda a beleza do mundo se esconde
Cante para hoje

giovedì, maggio 03, 2007

Oui madame c'est vrai, ce n'est pas faux! Histoires de mon period français.

Dessins de Nemo, artist de Bellville, Paris, qui répresent objet d'utilise quotidien
dans les roues de la cité

Sento la necessità di scrivere un post per passare oltre a quell'ustionante e ottimista post precedente.
Pensavo che Patty avrebbe dedicato la sua giornata a raccontarci cosa ti lasciano 4 giorni di balli caraibici nella riviera romagnola ma non resisto. La tentazione è forte. Un post dopo un pò che l'hai scritto ti stanca, non lo puoi più vedere, inizi a non sopportarlo. Soprattutto se si tratta di un post dai buoni propositi.

E poi se guardi troppo il sole ti ustioni...

Ultimamente tra bische clandestine e ricerche di gatti (anzi del gatto) nell'immondizia fortunatamente vane, non ho avuto molto tempo di pensare, sono andata avanti col mio libro sul pensiero creativo e ho terminato una faccia e mezza del cubo di Rubick. Inoltre sto attraversando il periodo francese. Se avessi portato avanti tutte i periodi avuti negli ultimi 4 mesi non avrei più tempo neanche di dormire. Ho provato a riassumerli ma non sono sicura che ci siano tutti: periodo esperanto, periodo pittura, periodo campi di lavoro, periodo ritratto, periodo nuoto, periodo francese (l'attuale), periodo pattinaggio (che ormai non ha più segreti), periodo disegnatrice della Disney, periodo libri impegnati connesso al periodo biblioteca.
Qualcuno (come l'esperanto) è morto sul nascere, qualcuno rimane sospeso, qualcuno arriverà (come il periodo fotografia). Inoltre il periodo viaggi continua a pulsare. Beh ma quello non terminerà mai. L'unico. Ah da non dimenticare il periodo voglio vivere da sola (in Alessandria, a Torino, all'estero) che ogni tanto si fa sentire.
Inoltre ieri mi sono letta la mano (ma tranquilli non è il periodo Sibilla) e a quanto pare non so fare programmi per la mia vita, manco di polso, ho doti artistiche secondo l'anello di giove ma non le ho secondo il monte di giove. Inoltre potrei essere un capo. Ma non ho carattere.
Pure la mia mano si contraddice.

Je Vous prie d'agréer, messieurs, mes salutations les plus distinguées.