lunedì, settembre 29, 2008

The Butterfly Effect

In questi giorni, da un lungo, lungo letargo, mi si è risvegliato uno sliding doors.
Uno di quelli veri però, con la V maiuscola, quindi Veri.
Nella mia vita ho vissuto solo due momenti degni di essere chiamati tali.
Ovviamente legati a due persone. Si, si due ragazzi, diciamolo pure. Il secondo perso, svanito nel nulla, dissolto, o semplicemente gli ho rotto le balle e non ha voglia di sentirmi, ci sta alla fine.
Il primo "ritrovato".
Inevitabile. Ho iniziato a chiedermi dove e come sarei ora.
E giù un film. Però una pellicola da due ore piene :) Compreso di colonna sonora e applausi finali al cinema, che non ho mai capito perchè la gente applaude che non tanto non li sente nessuno.
Mi sono calata in una parte non mia, dove la protagonista oggi, non sono io.
Sono ritornata indietro di ben 10 anni.
Un'altra testa. Altre idee. Altri obiettivi.
Allora ero una ragazzina (beh anche ora): scuola, mamma apprensiva, inesperienza, balle per muoversi di 10 metri da casa. No, non mi voglio giustificare, ero così e basta.

Ho provato a cambiare la mia scelta. Visto che tanto questi pensieri li posso fare mentre contemporaneamente faccio altre mille cose, tipo guidare, stirare, parlare con le persone, cucinare, no quello no che tanto non cucino mai.

Oggi vivrei in un altra città, probabilmente avrei un altro lavoro, magari farei la maestra d'asilo adesso, avrei altri amici, altre abitudini, magari andrei in palestra, sarei un pò piu' stressata dal traffico e soprattutto avrei un'altra casa ad occhio e croce molto, molto diversa dalla mia.
Mi sono chiesta se ora sarei quello che non sono o se sarebbe comunque andata come è andata. Per un attimo mi sono permessa di immaginare ad occhi aperti una vita non mia.
In effetti non lo faccio mai...per dire.
So solo che in tutte e due le situazioni di cui all'inizio, sono “rimasta” invece di “partire”.
L'unica cosa di cui posso essere contenta, è di essermi levata di torno giusto in tempo.
Non è questione di pentirsi, è solo che a me gli sliding doors mandano in palla.

E soprattutto: quando Madre Natura distribuiva Coraggio e Altezza, dove cacchio ero?



domenica, settembre 28, 2008

Uno su un milione

Quando compro qualcosa di nuovo, qualunque cosa, non penso mai che potrebbe essere fallato, difettoso, rotto. Si, tipo che lo accendi non parte, lo riporti indietro e ti dicono"guardi signora (signora a chi, brutto scemo?!), deve esssere difettoso, capita una volta su un milione di pezzi".
Tu glielo lasci e loro nella migliore delle ipotesi ti danno un nuovo pezzo, uguale.
Io credo di esser quel pezzo su un milione.
Solo che non mi possono cambiare. In realtà ci hanno provato in molti ma sono sempre ritornata indietro difettosa. Credo che il problema sia in qualche collegamento nel mio cervello. Come se ci fosse qualche tubicino staccato. O mal collegato.
Ora provo a vedere se trovo la mia garanzia da qualche parte, che mi rimando alla casa costruttrice. Magari riescono ancora a mettermi a posto...

venerdì, settembre 26, 2008

Si sta come d'autunno sugli alberi le foglie

Profumo d'inverno. Profumo lontano di montagne innevate, di cioccolata calda, di maglioni di lana e stivali.
Profumo di foglie secche tutte appiccicate sull'asfalto, bagnate dalla pioggia; profumo di crema per le mani s.o.s. Glisolid che ci mette tre ore ad assorbirsi. Profumo di torta di mele, di polenta che non mi piace, di castagne (una volta mia mamma si è dimenticata la padella delle castagne sul fuoco e abbiamo dovuto ridare il bianco in tutta la cucina -_-)


Stamattina, sarei stata tutta la mattina a guardare l'operatore ecologico che, con una specie di phon gigante soffiava via le foglie da sotto un viale alberato. In realtà eravamo in quattro a guardarlo. E mi sono subito sentita meno sola. Deve dare una soddisfazione immensa vedere tutto l'asfalto perfettamente pulito. Avrei voluto chiedergli se poteva farmi provare un pò. Io avrei phonato meglio. Avrei impugnato il phon tipo pistola laser. Avrei anche soffiato ai passanti. Lui aveva i pensieri e lo scazzo.
In ogni foglia ho visto un pezzetto della mia estate volare via. Un ricordo, un momento, un sorriso, una serata sulla spiaggia, un bagno, una birra, un bicchiere di vino. Tutti spostati e ammassati in un unico grande mucchio di foglie-pensieri. Tutti rimescolati e sconnessi.
Una era un pò lontana dal mucchio. Le sono andata vicino e ho visto il mio pensiero. Un altro colpo di phon ed è finita con le altre.
Un brivido di freddo mi ha risvegliata e l'euro ghiacciato tra le mani mi ha ricordato che un marocco chiaro mi aspettava al bar.

lunedì, settembre 22, 2008

da Jack

"Sono disposto io a mettermi coscienza e controcoscienza sotto le suole delle scarpe e cercare solo quel che mi fa essere felice, che mi far star bene, che mi fa ridere, per sentirmi vivo sul serio? Si, io sono disposto. E non è tutto qui. Il punto è che mi sto perfezionando, poichè questa è una materia difficile. E poi non voglio cadere nell'errore banalissimo del negare l'esistenza o addirittura l'importanza fondamentale dei sentimenti, (...)"

"E va bene che non bisogna dipendere da nessuno nella propria cazzo di vita, ma io mica dipendo. Io vivo anche da solo, senza dipendere da nessuno, come ho fatto fino a quattro mesi fa, col pilota automatico. Mi sbatto le mani in tasca e comincio a camminare dove mi porta la strada(...).
Posso sopravvivere col pilota automatico, ma vivere, è un'altra cosa."

domenica, settembre 21, 2008

giovedì, settembre 18, 2008

Nuovi inquilini

Ho un'aspirapolvere nuova. In realtà ho un'aspirapolvere e basta perchè non è che ne avessi una vecchia prima.
E' strano possedere un'aspirapolvere. Di solito si possiedono cose diverse, non so una macchina, un motorino, una bicicletta, un cellulare, una borsa. Ma non un'aspirapolvere.
E invece questa è tutta mia. Mia e basta.
Ieri la guardavo. L'ho montata senza leggere le istruzioni come faccio sempre con le cose nuove e poi ho fatto finta di pulire. Ho fatto finta perchè era l'una di notte.
Anche oggi l'ho guardata. E sono felice perchè ha un tasto fighissimo che se lo schiacci riavvolge tutto il filo. In un batter d'occhio.
Così ho attaccato la spina per vedere quando aspirava e poi click. E ovviamente ho schiacciato il tasto del riavvolgimento del filo perchè sono rincoglionita. E il filo s'è riavvolto, in un batter d'occhio, come quando succhi uno spaghetto, che a momenti mi sradica la presa dal muro.
La mia aspirapolvere è divertente perchè non ha il sacchetto ma ha un contenitore trasparente tipo quello dei frullatori dove la polvere gira come nella tromba d'aria del Mago di Oz.
Quindi a fine aspirata vedi tutto quello che hai raccolto.
Uno schifo insomma...

mercoledì, settembre 17, 2008

Fastidi in pillole - aggiornamento 2

1. non ricordarsi il nome della tua vicina alla quale ti sei presentata due volte, che puntualmente ti saluta dicendo "Ciao Patrizia"
2. bere il primo sorso di caffè pensando che sia zuccherato.(ovviamente l'hai anche mescolato prima)
3. le persone che per riempire il vuoto e il silenzio del loro arrivo, fischiettano.
4.
quando sviti un tappo di un qualunque barattolo o confezione e il suddetto tappo ti cade dalle mani e puntualmente rotola nell'angolo piu' recondito della stanza(es. sotto il letto, in fondo)

martedì, settembre 16, 2008

La maledizione del giubbottino

Giubbotto n.1
Giacchino di jeans comprato con il primo stipendio ;_; insieme alle gazelle dell'adidas di colore grigio.
Desiderato e acquistato a un prezzo non proprio modico.
Dimenticato in un locale di Tortona. Docs o doxx o come cacchio si scrive tanto quel posto lo odio e non ci metterò mai piu' piede.
Ritrovato, a detta del padrone, ma misteriosamente riscomparso a detta di una stronza a cui ho telefonato dopo due giorni.

Giubbotto n.2
Giacchino di renna proprio carino, beige.
Hem..dimenticato sulla bicicletta sotto casa.
Tempo di salire e riscendere di corsa da casa che porcamiseria, forse è tanto se m'hanno lasciato la bicicletta.

Giubbotto n.3
Giubbottino di pelle marrone. Faticosamente acquistato in denaro contante, amato e curato, s'è strappato, si, strappato cavolo, sulla manica. Se non lo perdo mi toccherà una terribile toppa.

Giubbotto n.4
Giubbottino di cotone, marrone scuro.
Hem Hem..dimenticato sul treno per Asti, diretto aTorino.
Subito denunciata la scomparsa. Ritrovato a detta del signor bigliettaio.(e ci sono i testimoni che possono confermare) Depositato in stazione a Torino credo nella zona Oggetti smarriti custodita, binario 20 - 4° piano.
Dopo aver mandato Beppe (grazie) nella sua unica piccola pausa credo, si scopre che il giubbottino, pure lui è misteriosamente scomparso.

Ma vaffanculo va....

lunedì, settembre 15, 2008

Chiudi gli occhi.

Vorrei essere sotto le coperte. Adesso.

Per l'esattezza sotto un piumone. Uno di quei piumoni pieni di piume morbide che quando ti muovi scricchiolano un pò e fanno "pouf, ..pouf". Che piano piano riscaldano la pelle, perchè si crea una corrente di aria calda e quando ti muovi sotto il piumone senti proprio che è piu' calda rispetto a quella che ti sta ghiacciando il naso.

Fuori, nel resto della stanza.

Vorrei che mentre scrivo queste righe, i telefoni del mio ufficio esplodessero tutti assieme e che le porte del mio ufficio si insonorizzassero.
E mi divertirei a vedere la gente bussare invano.
Vorrei che la gente si calmasse un pò. Che si agitasse meno. Che non mi rompesse i coglioni, che oggi è solo lunedì. Ed è il 15 settembre e pare che sia la vigilia di Natale. Perchè mancano 6 giorni all'autunno e perchè non ci lasciano sti 6 giorni di fine estate col sole, maledizione. E non ho maglie pesanti, che io le odio le maglie pesanti. E poi la lana punge. E se mi metto la lana adesso a dicembre 'cazzo faccio?
Vorrei che la mia lavatrice ci ripensasse prima di rompersi, che non è proprio il momento. Non è il caso di allagare la cucina alle 8.25 di mattina quando sto per uscire di casa. E farmi imbrattare tutti pavimenti perchè io me ne sono accorta solo dopo essere passata piu' volte sopra l'acqua che la suddetta non arrivava da fuori.
Vorrei che la gente capisse che avere il cellulare non vuol dire "oh sono reperibile 24h/su24"
Che può anche essere che ce l'ho in fondo alla borsa, o sotto il letto, o nella vaschetta del water. Che se continui a chiamare io ora lo scaravento contro il muro e la sensazione che proverò nel vederlo sbriciolarsi a terra, sarà simile a un'iniezione di morfina, anche se non so cosa si prova ma me la immagino così.
Vorrei capire se si vive per lavorare o si lavora per vivere.
Vorrei un cucchiaino di Nutella.
Vorrei "ci penso io alla batteria della macchina, alla Vespa che non parte piu', alla lavatrice, ad attaccare il quadro, a comprare l'aspirapolvere, a metterti a posto l'antenna della tv, che ocome cazzo fai a vedere la tv così?, a sceglierti il pc portatile, che devi solo aprirlo e funziona tutto, la butto io l'immondizia, come stai bene vestita così"
Vorrei un pò di silenzio. E un gatto obeso che stasera, quando arriverò a casa mi faccia capire che oltre a essermi dimenticata di dargli da mangiare, non vedeva l'ora di vedermi...

giovedì, settembre 11, 2008

Te lo devo

Vale. Che tu sia Valerio, o Valentina, o Valentino, o Valeria, o Valeriana.
Stamattina tutta una via che di solito faccio per andare a lavorare era tappezzata con questi fogli.
Il mio stramaledetto lato sensibile si è appropriato di questa situazione. In una città in cui pare che tutti dormano, in cui pare che la routine si sia subito fatta largo tra le lettere di Settembre; in cui il grigio delle strade si fonde con il solito e conosciuto grigio del cielo, c'è qualcuno che riesce a farti vedere una pennellata di colore. A me è venuta la pelle d'oca. Ma si sa, io sono di parte.
Quindi Vale, io non so cosa ti abbia fato Lui/Lei; se stavate insieme da 10 anni o da un giorno; se ti ha tradito o viceversa.
Però mi sento di stare dalla parte di chi avrà passato tutta la notte a riempire la via di piccoli invisibili cuori rossi.

Anche perchè mi hai regalato un sorriso di prima mattina.

mercoledì, settembre 10, 2008

Una boccata d'Aria

Quando non avevo una casa mi piaceva andare in giro per megastore tipo il Self, Mediaworld, il MercatoneZeta, il mercatoneUno ecc, facendo finta di comprare questo e quello. ("uh il tappeto per il bagno, uuh" il fornetto a microonde,"uuh il tostapane che tosta le fette con la faccia di topolino" uuuhh la maniglia per la cassettiera). Io amo questi posti. Molto piu' che un negozio di scarpe.
Ora ho una casa e mi piace girare per i megastore facendo lo stesso finta che mi servano delle cose.
In realtà ieri sono andata da Mediaworld con la seria intenzione di comprare l'aspirapolvere.
E non pensavo ce ne fossero così tante in commercio. Io volevo solo un'aspirapolvere.
Soprattutto che aspiri la polvere. Non mi serve il beccuccio per il parquet. Non ce l'ho il parquet.
Trovato un compromesso fra prezzo-prestazione, veniva fuori un cubo della Rowenta rosso metallizzato. Io adesso capisco che bisgona concenrtarsi sulle funzioni, ma quel cubo rosso metallizzato, no davvero, ti faceva passare la voglia di pulire casa.
Così ho fatto finta che mi servisse un pc. Cioè, in realtà mi serve.
Poi ho fatto finta che mi servisse uno stereo.
Un i-pod.
Delle cuffiette.
Una spina tedesca.
Una videocamera.
Un frigorifero.
Un phon con diffusore.
Una stampante.

Sono uscita da MediaWorld con il cd di Allevi. AlleviLive.
E' il primo cd che compro. Gli altri, sempre tutti regalati.
Sono andata a casa. Ho messo su il cd. Mi diceva No disc.
Ho detto al mio stereo che non legge gli mp3"non ci provare, che da MediaWorld te li tirano dietro gli stereo" allora poi l'ha letto.
Mi sono accesa una sigaretta.
Ho spalancato le finestre e ho regalato una boccata d'Aria a tutto il vicinato.
La gente per strada si girava per capire da dove provenisse la musica. Uno ha perfino sorriso.
E pure io ho sorriso.

martedì, settembre 09, 2008

Non si smette mai di imparare

In questa ultima settimana ho scoperto diverse cose.

1. la coloreria italiana mi fa 'na pippa. Sono riuscita a dare tre diverse gradazioni di colore a tre lavaggi in lavatrice consecutivi.
-Verde, per una stramaledetta maglietta verde, che "lavarla a mano non ne ho voglia, dai scolorirà mica in lavatrice!C'ho pure l'acchiappacolore".
Ora ho tante belle mutandine rosa-cangiante verde, bianco-cangiante verde, rosso-cangiante verde,e così via e tutto ciò che poteva essere bianco, non lo ricorda nemmeno lontanamente.
-Arancio, per una stramaledetta tovaglietta all'americana.
Il più riuscito è un asciugamano rosa che ha assunto un colore indefinito che ogni volta che lo guardo mi vengono i brividi.
-Grigio, per uno stramaledetto vestitino nero.
2. Se elimino la centrifuga faccio meno fatica a stirare. Cioè, fa meno fatica la signora Laura a cui vergognosamente ho ceduto una partita di biancheria che giaceva su una sedia che per giorni ho fatto finta di non vedere.
3. I sacchetti dell'organico si sciolgono per davvero. Ma ci mettono solo mezza giornata quando fa caldo.
4. Con il Frigorifero, questo sconosciuto, non vado molto d'accordo. O la roba è troppo fredda, o la roba è troppo calda. Niente via di mezzo. Riesco a perdere le cose anche lì dentro comunque.

Ieri ho deciso di adottare delle piante.
Due simil-edere e 6 piccole piante grasse. A parte che non si sa come sono tornata a casa con una sfilza di microspine nel braccio destro che ogni volta che qualcosa mi sfiorava la pelle mi venivano le lacrimucce negli occhi. A parte che continuano a cadere. A parte che stamattina mi guardavano terrorizzate. A parte ste cose, ora in casa siamo in 9.
E mi sento un pò più responsabile.
Spero solo non siano scappate, perchè ho lasciato la finestra aperta...

mercoledì, settembre 03, 2008

Ammorbidente per il cervello

In questi giorni faccio fatica a srotolare i miei pensieri.
Li sento un pò come i bigliettini di carta pieni di scritte che dimentichi nei jeans e poi quando mamma li lava in lavatrice, ops...e poi li quando li lavi in lavatrice se riesci fare un lavaggio normale rimpiangendo mamma, escono tutti appiccati. e intravedi le scritte sbiadite che si mescolano e le parole che si sovrappongono.
Ma oramai non puoi piu' riaprire il bigliettino, perchè appena lo tocchi si disfa.
I miei pensieri in questi giorni sono così. Tutti accartocciati, pressati nella testa.
Si mescolano con i ricordi dell'estate.
Alle persone conosciute. Alle esperienze vissute. Alle risate. Tante risate. E ai sorrisi. Alle liti. Per fortuna degli altri. Agli adii. Agli arrivederci. Alle fughe notturne. Alle ciucche. Ai nuovi numeri di telefono. Ai bigliettini dati.
Non riesco a lasciarli andare, non riesco a farli scorrere.
Me li tengo nella testa come un bambino che non vuole mollare i suoi giocattoli. E ne tiene 6 o 7 in mano e vuole giocare con tutti e 7 contemporaneamente. E magari mette sul camion dei pompieri una macchina e un martello e poi il robot e anche un lego.

In questi giorni la mia casa riflette il mio cervello. Un casino. Tutto ovunque.
E io mi mimetizzo con la mia casa, vestendomi involontariamente di arancio e bianco, come le pareti della cucina.
Entro e esco di casa. Unico momento fermo: il pranzo.
Con Vale.
Mangiamo, mi ha suggerito lei, come La Bella e La Bestia.
A capotavola. Chi delle due sia la Bestia non si sa.
Ci raccontiamo come al solito.
Ci perdiamo tra le nostre nuvole. Due volte non ascolto io. Una non ascolta lei.
Fortuna che le amiche ci riportano a terra.
I miei occhi sono assenti. Guardo ma non vedo.
Mi sento come quando si sta sott'acqua, ma nella vasca da bagno.
Che non ti puoi muovere, con le braccia lungo i fianchi e con gli occhi chiusi cerchi di ricordarti com'è il mare.