giovedì, gennaio 01, 2009

Natale con i tuoi...

Vorrei raccontare di oggi, del pranzo di Natale in famiglia.
Di quando mia mamma mi ha telefonato alle sette per sapere se ero sveglia e di sbrigarmi ad arrivare a casa sua che dovevo apparecchiare la tavola.
Di quando ho aperto la porta di casa e una vampata di profumi di cibo, misto a fritto e misto a melanzane alla parmigiana ( a casa mia sono un must) mi ha investita che a momenti manco mi faceva entrare.
Vorrei raccontare di quando mentre apparecchiavo ho rotto un bicchiere, del telefono di casa che continuava a squillare per gli auguri di parenti meridionali, dell’arrivo di tutti parenti come in Mamma ho perso l’aereo: lo zio che ti stringe fortissimo e ti tira il pizzico sulle guance e ti dice “eh oramai sei una signorina”, la zia che ti lascia il rossetto sulle guance, quella che ha la voce alta, il cugino che con lo sguardo esprime solidarietà, quello piccolo che già strilla, quello che invece si lancia sotto l’albero e cerca il suo regalo, la cuginetta che vuole vedere la tua cameretta, i capotti in camera dei tuoi, mio papà col grembiule da cucina che con il piede aggiusta il tappeto,…
Vorrei raccontare della festa in casa come credo l’abbiano passata quelli del palazzo di fronte, che io guardavo dalla finestra con un po’ di invidia, con lo spumante e il panettone, e il pandoro perché tanto a qualcuno il panettone non piace…
Vorrei raccontare dei regali, del canovaccio con le presine, del bagnoschiuma di Bottega verde, del dopobarba, dei giochi per i bambini, ma io volevo l’astronave dei lego, delle tazzine giocattolo da caffè.
Vorrei raccontare del momento in cui i grandi fanno i grandi e i piccoli vanno in cameretta a giocare.

E invece non lo racconto. Forse avrei potuto farlo 20 anni fa.
Posso raccontare invece della colazione in un tavolone da 20, lavali, aiutali a vestirli con i vestiti piu’ belli, lavati, vestiti, sbrigati che la messa inizia alle 11, ma l’anno scorso non era alle 11,30?
Io di solito sto fuori, vado al bar con chi proprio non ne vuole sapere di stare li dentro. Dove alcune persone quando ci vedono arrivare si spostano incazzate e schifate. E io penso meno male che è Natale. ggi volevo tirare un pugno a una. Che m’è salito il sangue nel cervello.
Vado al bar, marocco e focaccia per due o tre.
Poi il pranzo, sempre nel tavolo da 20, mamma e papà li vedo da lontano. E non ci sono zii nel mio tavolo che raccontano barzellette, ne cugine coi morosi, ne bambini che strillano. Si lo so che i bambini non strillano solo. C’è mia sorella però al tavolo. E ora anche suo marito. A volte siamo talmente indaffarati che ci dimentichiamo di farci gli auguri.
Ma a me manco viene da fare gli auguri.
Ma sono felice lo stesso. Malinconicamente felice.
Per me Natale è un giorno come gli altri. Speciale, ma come gli altri.
Per me tutti i giorni dell’anno sono speciali. Diversamente speciali. Come i miei ragazzi.
A volte penso che vorrei una Natale come avrei voluto raccontarlo.
Ma se ci penso mi sento egoista.
E’difficile spiegare.
Sono le emozioni comandate, i regali comandati, che poi tu me l’hai fatto, io no e mi sento una merda. Ma non mi viene tanto da farli perché è Natale. Io il regalo te lo faccio quando ne ho voglia.

3 commenti:

Punzy ha detto...

mi stavo giusto chiedendo che fine avessi fatto..auguri!! il tuo natale è stato un pò speciale..

Anonimo ha detto...

Complimenti, tu e la tua famiglia fate parte di quella piccolissima minoranza che danno un VERO significato al Natale...rendendo appunto 'speciale' una giornata per qualcuno che ha un grosso credito nei confronti della vita.

Anonimo ha detto...

sono in ritardo???? noooooo!!!! so di che natali parli....ne ho passati anche io molti cosi...sono natali speciali, ma speciali perche ...perche sono speciali...sono natali particolari...ma particolari perche ...perche sono particolari ...è difficile nn fare della retorica in qti casi....ma le personae speciali sono le persone come voi...e qdo ti ritrovi dall altra parte te ne rendi ancora piu conto....un abbraccio nadia mognon mamma di giona