"Vuoi sapere qual è la verità sul tuo conto? Sei una fifona. Non hai un briciolo di coraggio. Neanche quello semplice e istintivo di riconoscere che...che a questo mondo ci si innamora. Che si deve appartenere a qualcuno. Perchè questa è la sola maniera di poter essere felici .Tu ti consideri uno spirito libero, un essere selvaggio, e temi che qualcuno voglia rinchiuderti in un gabbia. E sai che ti dico? Che la gabbia te la sei già costruita con le tue mani, ed è una gabbia dalla quale non uscirai, in qualunque parte del mondo tu cerchi di fuggire. Perchè non importa dove tu corra, finirai sempre per imbatterti in te stessa..."
Che cazziata pazzesca ci siamo prese da Fred stasera.
Seduta in macchina, lei,
impassibili ci guardavamo,
con le lacrime che scendevano sulle guance
e dei fazzolettini di carta kids tra le mani, io.
Già, Fred... proprio come il maggiordomo di cui ho parlato l'altro giorno.
E una casa. Che dopo un anno quasi che ci vivi dentro ancora non hai sistemato metà della roba, e continui a spostare tutto, ogni giorno.
E poi il gatto. Già come ho scritto qualche giorno fa.
Una volta averlo
(Vorrei un gatto. Un gatto ruffiano che venga a coccolarmi la mattina solo perché ha fame. Che si metta sopra al frigorifero e stia lì ore e ore e ore, che mi giri sotto la sedia mentre scrivo, che giochi con le mosche, con le ombre, coi fili, con le palline di carta. Che si metta sul balcone a guardare la gente che passa per strada...),
una volta esserlo
(Ma a me piace essere gatto, (...). Libero e selvaggio. Ruffiano e menefreghista. Mi piace girare da sola, muovermi liberamente, cambiare rotta improvvisamente, saltare su un albero e non scendere, correre via, fuggire, osservare la preda e farmi distrarre da un moscerino, . Mi piace snobbare e poi cercare, guardare dalla finestra, spiare, muovermi sul davanzale con il rischio di cadere. Stare ore e ore raggomitolata su un letto. A pensare.)
E la gabbia, quella che ho messo nella "mia testa"
E le chiavi perse in continuazione, che a volte mi chiedo come la mia vicina non mi abbia mandata al diavolo tutte le volte che le suonavo dicendo "Non trovo le chiavi, puoi aprirmi?"
E la macchina da scrivere arancione. Senza nastro. La mia macchina da scrivere arancione. La sua macchina da scrivere arancione.
Non avevo mai visto "Colazione da Tiffany"
In pigiama a casa della mia amica, coi pop corn fatti al microonde, la Sambuca e un fratello, il suo, ho deciso di vedere questo film un giovedì.
Già...giovedì, il giorno in cui inizia la storia.
Ma non sono Audrey e nemmeno Holly, tantomeno Lulamae.
A volte vorrei non essere nemmeno Patty
Mi piacerebbe chiamarmi Chiara, per un giorno...
Ma non posso, io sono Patty.