venerdì, luglio 31, 2009

Gelato al cioccolato, dolce, un pò salato

Ore 16,00.
Merenda obbligata con gelato nella gelateria dei giardini dove giocavo da piccola, dove una volta, i gelati costavano mille lire.
Variegato Nutella e un gusto al miele e delle palline di riso soffiato.
No mi spiace, il gelato non è light, senza Zucchero, senza latte con la soia.

Fuori dalla gelateria, seduta una panchina, una signora di circa 70 anni con gli occhi mal truccati di turchino e l'orologio al polso in tinta, sta mangiando una coppa da almeno 5 euro.
Decido di sedermi e godermi il mio gelato.
Lei si scansa un pò e cerca il mio sguardo:"Eh che bel venticello"
"Eh,,,, meno male"
"dove vivo io, ai piani alti, fa caldo!"
"io sto al primo piano,,,,, ma fa caldo uguale..."
"e poi io sono venuta giù da sola, con le scale. Ho paura dell'ascensore, io"
"ma lei è di Alessandria?"
"i miei figli sono cattivi con me, mica mi aiutano sa? al mattino dormono, poi la sera escono"
"ma,,,, che età hanno i suoi figli,,,,, scusi?"
"io sono di Tortona e la mia mamma lavorava alla macchina"
"...bellooo....faceva la sarta??"
"ma chi, lei fa la sarta?"
"no dico,,,,, sua mamma..."
"ma mia mamma lavorava in fabbrica, alla macchina"
"mh. ma i suoi figli lavorano?"
"quello è cresciuto in pizzeria" (indicando la pizzeria di fronte)

A un certo punto due cani con il guinzaglio lasciato come strascico e dietro di loro una donna, dai lineamenti africani, ma Italianissssima, si impunta lei.
Inizia a raccontarci di Asmara, dove quasi si toccava l'arcobaleno con le mani; delle stelle che si tuffavano nel tramonto color pesca, e che a notte fonda illuminavano il cammino ,da quanto brillavano. E poi i pescatori che trasportavano i turisti sulle barche dopo che avevano pescato.
E della prima volta che ha visto la neve, a 26 anni. Che lei leggeva nelle poesia cos'era la neve, leggiadra e delicata, ma conosceva solo la grandine. E si scervellava, ma non capiva.
E poi la quando finalmente l'ha vista, ci si è tuffata dentro, che tutti pensavano fosse matta.
"Non ci voglio più tornare lì. Ora e tutto diverso e io voglio ricordare solo com'era"

Ammetto che sono dovuta stare attenta a non far scivolare qualche goccia di sale e crema nivea soft direttamente sul gelato.
E mentre lei parlava, uno dei sui cani, strusciava il sedere sul pavimento, dietro di lei. E faceva troppo ridere.

"meno male che se n'è andata quella. parlava troppo. Una volta aveva quattro cani: uno più scemo dell'altro. ma il tuo moroso dov'è?"
"hem, io non ce l'ho un moroso"
"e come sei venuta fin qui?"
"Beh, con la macchina??"
"io ho fatto 21 anni di collegio e quando sono uscita da lì, nessuno mi aveva ancora toccata"
"eh, non ci sono piu' gli uomini di una volta,,,, mi sa"
"ma i capelli dove li fai?"
"li faccio poco. perchè, si vede?"
"allora vai da mia nuora, vicino all madonnina, dille che ti manda Clara che ti fa lo sconto..."
"a presto signora Clara"
"dove vai?"
"a casa,,,a fare le pulizie"
Sarei rimasta lì ancora.

Ore 23.09

Guardo la mia casa e penso che ho detto una balla alla signora Clara....e a me stessa:)))

CD - Con Discrezione

E quando ricapiterà di rileggere questi post, non capirò il perchè di questa immagine.
Ma ora, ora lo so.
E rido un sacco.
Scusate il mistero e la fervida immaginazione :)

p.s. saprò dirvi se continua. :)

giovedì, luglio 30, 2009

Disorganizzatrice di eventi

Vorrei avere solo la possibilità di premere il tasto Pause.
Quello del mio vecchio registratore.
Quello che aveva il tastone REC rosso. E nemmeno l'autoreverse.
Premere Pause e ascoltare il silenzio.
Godermelo tutto, questo silenzio.

Perchè vorrei avere il tempo di riorganizzare le idee, tempo per fare la manicure, per fare una maschera monouso rilassante, o il peeling, o lo scrub. Tempo per sistemarmi i capelli. Tempo per finire di leggere i circa 15 libri ho iniziato, ma uno più di tutti.
Tempo per fare il letto al mattino e per fare la colazione con pane burro e marmellata, seduta, ascoltando l'oroscopo di canale 5. Vorrei avere il tempo per stirare, per non lasciare che nel frigorifero gli alimenti facciano festini non autorizzati; tempo per stare al telefono e rispondere ai messaggi. Che giuro, io non è che li ignoro: li tengo tutti e magari rispondo anche dopo una settimana, che capisco che non abbia senso, ma meglio di così non riesco fare.
Vorrei avere il tempo per scegliere il dentifricio e per pulire gli occhiali, soprattutto.
Vorrei avere il tempo per eliminare i vestiti che non metto più, ma che siccome sono nell'armadio li metto ancora. Soprattutto quando non riesco ad avere il tempo per fare la lavatrice. Vorrei avere il tempo di imparare a memoria una canzone e il tempo di mettere in ordine le mie carte senza fare le pile disordinate che poi non trovo niente e perdo tutto.
Vorrei avere il tempo per fare il riposino pomeridiano. Per fare una torta. Per appendere i quadri che tanto poi li sposto.

Vorrei avere il tempo per guardarmi allo specchio, per scoprire magari che la figura dall'altra parte non corrisponde più alla ragazzina adolescente che invece, credo di essere.
Per fortuna che non il tempo:)

domenica, luglio 26, 2009

Addio.

Al nubilato.
Improvviso.
Esperimento fuori dagli schemi soliti.
Gambe che bruciano in una notte di mezza estate.
Telefonata inaspettata che felicemente arriva a mezza sera.
E cambia tutti i programmi. Del giorno dopo.
Ma a te piacciono gli imprevisti.
E' la tua vita. Che poco prima trovavi banale. Trovavi sospirante.
Soprattutto mentre guardavi mobili con una coppia felicemente sposata e una coppia felicemente fidanzata.
Ma hai deciso che deve andare così. Yes man, è così. Provare per credere.
Niente è per caso. E quindi pure una cucina con un tavolo di legno grezzo, che guardavi con lo sguardo un pò corrucciato, mentre loro, la coppia , sceglieva il loro futuro azzurro o rosa, ti riporta a dove vorresti essere.
Non dove sei.
E poi una festa, dove in realtà, tu finisci un pò per caso.
Poi dei "tatuaggi" sul braccio.
A biro. Di quelli scolastici, fatti da un "bambino" che non è ancora in grado di prendersi le proprie responsabilità.
Per fortuna svanirà tutto con la prima doccia di domani mattina. La fortuna di avere la memoria corta.
Ma tu hai il tuo chupa chupa a forma di cuore, comprato con lo sconto più una caramella alla fragola.
La sveglia suonerà alle sei e trenta, mentre il ricordo di alcune birre e un invito a un matrimonio che proprio non ti aspettvi, ma che ti rendono la persona più felice del mondo, ti accompagnano, sotto le lenzuola, che anche se fa caldo, tiri su, poco prima di puntare la sveglia.
E domani, dopotutto, è un altro, meraviglioso e soleggiato giorno.
Anche se non hai visto le previsioni, sarà così.
Imprevisti.
Le casella in cui amavi capitare, quando giocavi a Monopoli.

sabato, luglio 25, 2009

Conta fino a 10. Anzi no 100. Anzi no 100000000000, la prossima volta

Poi capita che sta cosa della sindrome ti fa compiere atti che si chiamano "meglio rimpianti che rimorsi".
E poi ti giustifichi dicendo "beh colpa della sindrome, io non centro niente".
Come se un'entità soprannaturale si fosse impossessata delle tue idee e delle tue dita, e avesse digitato tutto al posto tuo.
E quando sarà tutto finito, per fortuna le parole scritte e i pensieri scivoleranno via dentro al water. Si dentro al water l'ho pensato e l'ho scritto. Ecco.
Mi tocca.

Format C:

hem, C sta per Cervello:)
Ma mi sa anche per Cuore.

venerdì, luglio 24, 2009

Conta fino a 10. Anzi no, 100.

Ci sono dei giorni in cui una donna dovrebbe essere semplicemente lasciata in pace.
Semplicemente. Non è difficile.
Sono giorni in cui non tollera niente.
Nemmeno questo é difficile.

Sono giorni, durante i quali, le parole che più di tutte fanno venire gli aghi sulla pelle e i brividi dietro al collo sono: "Ma cos'hai?"
"Che cos'hoooo????? Che-cos'-ho-o-o?
Ho che vorrei che nessuno mi rompesse i coglioni con domande del cazzo tipo questa, ad esempio.
E se ti dico "Non ho niente", fidati.

Ho che mi sta da fastidio che la tastiera balli sotto le mie dita perchè una volta che ero arrabbiata l'ho sbattuta sul tavolo e l'ho rotta.
Ho che se quando c'è pulizia strade nella mia via, parcheggiano tutti sul marciapiede, al mattino non puoi chiudermi la macchina, soprattutto se hai a disposizione tutta la via, e pare che mi fai i dispetti che la prossima volta ti incido sulla portiera in News Times Roman, grassetto, corsivo, "stronzo".
Se preferisci ti faccio l'Arial però.
Ho che ho male a un'anca da un anno e mezzo e pare che i medici ti dicono cosa potrebbe essere solo se gli paghi una rata a testa di mutuo della barca.
Ho che siccome ho male all'anca non posso fare le cose che mi fanno stare bene tipo ballare salsa e giocare a calcetto.
Ho che ho sempre i minuti contati perchè sono una disorganizzata, disordinata, ritardataria, smemorata, distratta del cazzo. E questo provoca degli stravolgimenti improvvisi nelle mie giornate. Dicesi imprevisti, che però nella mia vita sono la norma e quindi "la norma" diventano imprevisti.
Ho che per favore non mi fare mille domande. Io non sono una persona curiosa e ODIO la gente curiosa, quella che non si fa i cazzi suoi solo perchè ha una vita talmente piatta che si deve impicciare delle tue cose per sollazzarsi un pò. E poi, pretende di fare l'opinionista della tua vita.
Ho che quando non avevamo i cellulari come facevamo? Ecco ma non ditelo a me, ditelo a chi non se lo ricorda.
Ho che improvvisamente ci sono dei rumori o delle voci che diventano gessetto sulla lavagna, o nel mio caso, forchetta sfregata tra i denti.
Ho che adesso sono calma, fra 2 secondi incazzata, fre 3 felice, fra 4 euforica, fra 5 piango, fra 6 ti mangio. E non è una filastrocca.
Ho che ieri ho dimenticato il numero del codice del bancomat. E si è risucchiatio la mia carta. Ma questo è solo l'inizio. Perchè poi sono uscite due volte di casa con la vespa. Ma senza casco.

Adesso tu, uomo, prova a pensare che sei seduto sul divano con birra e pizza e tre amici del cuore e stai guardando la finale di qualunqe sport di cui tu sei appassionato.
Non so tipo Italia-Francia ai mondiali.
Ora immagina che la tua donna cominci a tempestarti di domande di ogni genere. E poi ti chieda le coccole. E poi come sta vestita così. E poi se domenica andate a pranzo dai suoi. E poi che ha bollato la tua macchina. Con torto. E non ha fatto il CID. E poi se ti sei ricordato di pagare la bolletta. E il cane vuole giocare. E salta la luce. E non trovi il telecomando. E si rovescia la birra sulla playstation. E ti arriva un sms dall'ex morosa. E arriva l'amico logorroico che non si sa chi l'ha invitato.
E segna la Francia.

Ecco questo è solo un decimo di cosa può essere la sindrome premestruale.

lunedì, luglio 20, 2009

Servizio consumatori #2

Io volevo solo ringraziare il signor Ferrero per aver inventato la Nutella.
Perchè sono convinta che sia la cosa da mangiare più buona al mondo.
Non è che ne consumi a quintali, soprattutto da quando vivo sola, perchè se poi la compro me la mangio e finisce che prendo 100 chili.
Però ogni tanto non resisto e la compro.
Magari un mini bicchierino.
E ne mangio un cucchiaino se mi capita di essere triste. O come dessert.
Un cucchiano solo. Ok lo ammetto, a volte due perchè è troppo buona.
Quando capita di essere un pochino giù di morale (eh oh, a volte capita) è l'UNICA cosa che mi porta il sorriso all'istante.

E poi non sto a citare i panini con la Nutella.
O il toast con la Nutella che quello me lo faceva mia mamma per merenda, da piccola, mentre guardavo bim bum bam.
O i biscottoni siciliani che mio papà preparava in spiaggia con la Nutella, che io in realtà mi vergognavo, un pò, ma poi tutti i bambini venivano vicino al nostro ombrellone e mio papà faceva biscottoni con Nutella per tutti e allora mi sentivo una strafiga fortunata.
Comunque, ci terrei se faceste pervenire il mio messaggio al Signor Ferrero. O chi per esso.
Grazie signor Ferrero per aver inventato la Nutella.
E ora mi aspetta il dessert.
Vabbè dai, oggi mi concedo due cucchiaini...
-----------------
Gentile Muffin Woman Pat,

rispondiamo alla Sua e-mail e La ringraziamo.
I Suoi apprezzamenti nei nostri confronti confermano il nostro impegno volto a perseguire ed assicurare sempre più l’obiettivo della qualità dei nostri prodotti.
RingraziandoLa per aver portato a nostra conoscenza il Suo parere di consumatore, ci è gradita l'occasione per porgerLe cordiali saluti.

FERRERO S.p.A.
Servizio Consumatori

:)

sabato, luglio 18, 2009

Sega mentale n.1

Io non ricordo cosa rispondevo quando da piccola mi chiedevano cosa avrei voluto fare da grande.
Sicuramente non la ballerina, visto che la mia mamma meridionale ha sempre osteggiato tutto ciò che poteva portare armonia e forza al mio fisico. Non per cattiveria, ma semplicemente perchè è una mamma meridionale. E non c'è da aggiungere altro.
Ho sempre avuto un debole per i deboli però.
Ero quella che quando si giocava ai giardinetti, andava a recuperare tutti i bambini che nessuno cagava. Non so se più per me o per loro.
Poi succede che fai le elementari, e le scuole medie.
E ancora non ci capisci un cazzo.
Mi ricordo solo che per il tema delle elementari mi avevano fatto i complimenti.
Avevo scritto della mia classe. L'avevo paragonata a un insalta mista. Che più verdure o condimenti ci sono (i compagni) più buona è l'insalata. E la mia classe-insalata era buonisima.
Alle medie invece, quando la prof faceva la parafrasi e la prosa, ogni volta, era un trip.
Alla fine della scuola media ci avevano fatto fare una specie di test di orientamento.
A me era uscito magistrali.
Però ricordo che quando mia mamma mi portava al Banco di Roma io sballavo.
C'erano pure le porte quelle che girano che se avevi qualcosa di metallo si bloccavano e andavano all'indietro.
Dicevo: Io voglio lavorare in banca, da grande.
Ero una di quelle che metteva sempre nel portafoglino le lire in ordine di valore e tutte girate dallo stesso lato.
E così ho scelto ragioneria. Perchè a 14 anni uno ha già le idee mooolto chiare.
All'inizio mi piaceva.
Soprattutto quando ci facevano usare i blocchetti di finti assegni o di cambiali.
Però capitava che mi impegnavo di più in Italiano.
Quando la prof ci dava da fare a casa i commenti ai capitoli dei Promessi Sposi, che io non facevo, arrivavo al mattino, elemosinavo tre quaderni dai miei compagni e facevo un impeccabile mix dei loro compiti.
E la prof non se ne accorgeva mai.
Una specie di copia e incolla manuale personalizzato e riadattato al mio stile:)
Poi la scuola mi ha un pò delusa. Sono finita in un'altra classe e altre cose.
Uscita da ragioneria giurai a me stessa che non avrei mai più messo naso sui libri a maggior ragione quelli con i numeri.

Ora faccio l'impiegata e ho a che fare con i conti spesso e volentieri.
Anche se il mio lavoro è motlo, molto vario.
Mi spiace che questo post sia lungo ma ho tante cose da dire.
E sto anche cercando di stringere.
Voglio dire:
il lavoro, fodamentalmente, che cos'è?

Non doverebbe essere la fine e contestualemente l'inizio di un percorso?
Magari tu sei un laureato in economia e commercio e poi ti trovi a lavorare al Mc Donald, con tutto il rispetto.
E se invece dopo che mi sono laureato o diplomato, cambio idea?
E chi lo dice che un laureato o diplomato è più bravo di me, che non lo sono, a fare i conti?
E' solo un modo per guadagnare dei soldi che poi ci serviranno per mantenere famiglia e figli e cazzate nostre? E che ne faccio delle mie aspirazioni? Le lascio da parte per gli hobby?
E non sarei più produttiva se potessi fare otto ore al giorno una cosa che so fare e che mi piace fare? E perchè quei lavori che nessuno vuole fare non ce li giriamo a turno?
Mi sono mica imbarcata in un discorso che non sono in grado di gestire?
E quanto durerà la soddisfazione che posso fare quello che voglio con i soldi che guadagno ?
Forse devo trovare una dimensione all'interno del mio lavoro? In generale dico.
Lavorare per vivere?
Vivere per lavorare?
Perchè non c'è più lavoro?
Perchè hanno fatto delle riforme del cavolo?
Io sto fuori da ste cose, non le conosco bene, maledizione vivo nel mio mondo.

E poi ci si mette di mezzo la voglia di vedere il mondo, il desiderio di conoscere che io non sono mai stata una curiosa fino a ieri. Ma saranno solo capricci? Sono solo fifona o razionale?
In questo periodo di crisi sei fortunato se ce l'hai un lavoro.
E zitto, perchè se tu osi simil-lamentarti del tuo lavoro, sei uno stronzo.
Perchè uno non può avere la possibilità di provare più percorsi?
Perchè a 14 anni, cazzo, ci fanno scegliere?
E' che io non ho nemmeno seguito i miei compagni.
Perchè agli scout mi avevano insegnato a seguire le mie inclinazioni.
Ok poi c'è l'uni.
Uno può cambiare.
Ma a parole è tutto, tutto così facile.
Il lavoro è una cosa che bene o male dovrai fare tutta la vita.8/9 ore al giorno. Se non di più.
Ho fatto una mini ricerca per cercare di capire(da Wikipedia):
L'etimologia del termine lavoro riporta al latino labor con il significato di fatica.
Lavorare significa occupare il tempo nel fare qualcosa, traendone un vantaggio generalmente economico (ma per me?!)
(...)Un'altra consuetudine, tipica di ambienti industriali, distingue il lavoro intellettuale, dove prevale la capacità mentale, dal lavoro fisico, dove prevale la capacità fisica.

Pocamiseria mentre stendevo mi sono venute mille domande e ora non me ricordo nemmeno una.
Forse bisogna capire in che scala di valori personali è il lavoro?
Però stai zitta cazzooo perchè tu, il lavoro, ce l'hai.
Infatti lo so. Tipo azienda familiare. Con pro e contro.
Ma questa è un'altra storia.
La mia.

"le tue scelte sono scommesse, come quelle di chiunque altro"

Io mi faccio le seghe mentali.
Oramai è risaputo. Ma non mi vergogno a dirlo.
Vale mi aveva regalato pure un libro per smettere.
Io l'ho letto tutto e in effetti per un pò ho smesso. Ma poi ho ricominciato.
Faccio come con le sigarette. Ho smesso di fumare, ma una, magari dopo una bella cena me la faccio.
Questo è periodo pieno di seghe mentali.
Infatti mi dicono tutti "Ma cos'hai? Sei assente?"
E io mento e dico "Niente, niente...sono solo un pò...stanca"
Secondo me non ci crede, ma con un tacito accordo, facciamo finta che vada bene a tutti.
Quando mi faccio le seghe mentali, il mio corpo e la mia testa sono in due posti diversi.
Come quando parti con l'aereo e poi ti perdono le valigie.
Creo una storia parallela alla realtà.
Mi basta una frase o una parola o un oggetto che si attacca alla mia fantasia e boom, il mio cervello si distacca e comincia il suo viaggio in completa autonomia.

Credo di esseremi bruciata il cervello da piccola, per colpa del film La storia infinita.
Che se ora riguardo questa scena mi ricordo tutto.



Mi ricordo perfettamente, appena visto il film, di essermi detta:
"Tu non puoi assolutamente permettere che Fantàsia muoia".
Secondo me volevo solo fare colpo su Atreiu.
Di Atreiu però, nemmeno l'ombra...
In compenso, Fantàsia, grazie alle mie fantasticherie sarà diventata uno stato immenso con colonie sparse ovunque.
Da quel giorno non mi sono più fermata.

Ora ho una sega mentale di quelle giganti che mi gira nella testa.
Di quelle che pensavi di aver archiviato, invece eccola lì che riappare con gli arrangiamenti nuovi.
1^ classificata nella hit delle seghe mentali.
Di quelle che ti fanno prendere il marciapiede con la ruota dietro; che ti fanno fare avanti e indietro dieci volte per vedere se hai chiuso la macchina; che ti fa sbagliare strada e ti fa dire "ma dove cazzo sto andando?" ; che se guardi la tua casa in disordine ti dici "ecco il mio cervello"
Di quelle che ti fanno arricciare nervosamente i capelli con le dita mentre fissi il vuoto, proprio come facevi a scuola, quando il prof spiegava e tu eri altrove.
Di quelle che ti fanno interpretare tutto come se fosse un segno mandato dal cielo.
Anche quando non so, stai per mandare un sms e il telefono si spegne senza motivo.
Di quelle che ti fanno guardare gli anziani nelle case di riposo e un pò li fissi e un pò ti volti dall'altro lato e poi ti ritrovi a fissarli di nuovo.
Di quelle che vorresti prendere la macchina e andare, si ma dove? E poi sono in riserva fissa.
E non ho ancora pagato il bollo che mi se mi fermano non so cosa mi inventerò.

Il problema è che ora sento una roba che mi stringe lo stomaco.

E stavolta, sono sicura che non è la parmiggiana fatta da mia mamma...

venerdì, luglio 17, 2009

Solo due righe


Per chi non mi conoscesse sono Vale, l'altra del blog. Quella che non c'è mai, quella che non ha tempo di mettere a posto l'header (hem..toccherebbe a me), quella che una volta scriveva e che ora la sua vita è cambiata un pochino.

Quella che carica Pat. Una sottospecie di Grillo parlante, ecco.
n.d.r. "carica" inteso che scasso le palle a pat ogni qualvolta esagera nei suoi viaggi, inteso nel senso più ampio del termine

Beh. torno qui dopo mesi. Non ci passo mai perchè Pat mi ha dato un calcione metaforico nel sedere e l'ha reso un pò più suo. Mi limiterò nel tempo a levare quel biscottino a mollo la sopra fatto però con tanto amor su paint o publisher.
Continuo a dilagare in altri discorsi ma patt: ora che dico publisher, ma ti ricordi che mi hai introdotto alla grafica proprio tu, quando abbiamo cosparso con publisher quella faccia di freccette? Dio che ridere:)

Vabbè dicevo. Patrizia mi fa un pò arrabbiare. Pat sa scrivere, è brava cavolo, a volte la invidio di invidia buona.
E poi è geniale anche se una grandissima perditempo del tipo che se ti dice " 5 minuti ed esco" e tu ti connetti dopo 10, la vedi su facebook, msn, yahoo mail. e io le dico "Patty." e le mi dice "arrivooo", sempre con 3 "O".

Patrizia dovrebbe fare qualcos'altro, l'impiegata non è il suo ruolo e credo lo abbiate capito.
Aiutiamo pat a diventare una scrittrice, anche l'aias ringrazierà:)

Non son brava a fare i finali, pat aiutami :)

mercoledì, luglio 15, 2009

Esaminando

Stanotte ho fatto il famoso "sogno ricorrente".
Ho sognato L'esame di maturità.
Ogni tanto mi capita che faccio questo sogno angosciante.
Arrivo a scuola.
Tutte le volte però la scuola è un pò diversa, ma ci sono sempre delle scale.
Nel sogno di ieri in più c'erano le macchinette delle merendine.
Io non prendevo mai la merenda nelle macchinette, tipo i tronky o i duplo o addirittura i panini prima che li levassero per motivi igienici incomprensibili visto che venivano cambiati tutti i giorni ed erano chiusi ermeticamente.

Non prendevo mai la merenda alla macchinetta perchè a quella ci pensava sempre mia mamma.
Non mi faceva uscire di casa se non era sicura che avessi nel taschino basso dello zaino almeno 2 succhi di frutta e qualcosa da mangiare possibilmente fatto in casa. Se si accorgeva di essersi dimenticata, mi gridava dalla tromba delle scale o se oramai era troppo tardi me la faceva recapitare in classe dalla bidella...

L'esame di maturità io l'ho odiato.
Mi è piaciuto solo fare il tema dove ho preso 14/15. Tema sui minori in difficoltà.
Il resto mi sarei alzata e avrei mandato a fare in culo tutti.
Soprattutto certe mie compagne che quando le avevo chiamate per chiedere aiuto per il compito di ragioneria avevano fatto finta di non sentire.
Una l'ho mandata a fare in culo davvero. Sta stronza secchiona di merda sfigata. Scusate. Ma io non porto rancore:)
Poi mi avevano comunicaro di essere la prima interrogata a metà tema, e andate a fare in culo pure voi che mi avete deconcentrata con sta storia della lettera dell'alfabeto che è uscita la A e il mio cognome inizia per D ma ero la prima lo stesso, che quando io scrivo nessuno mi deve distrarre e tutti mi guardavano e che cazzo c'avete da guardare? eh?

Nel sogno sapevo di non aver studiato, di non essere preparata.
Ma sapevo anche di avere già un diploma.
Sapevo anche che se non avessi dato questo esame di merda, non sarebbe cambiato niente.
A parte il fatto di non diventare ragioniera.
E ogni volta che me ne accorgo sto da Dio.

Invece nella realtà sono Rag.
Diplomata con il minimo dei voti più 4 punti forse per la simpatia.
Eppure ho sempre studiato, per 5 anni: non ho mai avuto asterischi.
Media del 7. O qualche 0,1 in meno.

Odio i numeri e i conti.
Odio le sottrazioni.
Non sono per niente brava nelle divisioni.
In compenso mi piace aggiungere ma soprattutto moliplicare i casini nella mia vita.
In quello sono un fenomeno.

Cavolo, i conti proprio non tornano...

martedì, luglio 14, 2009

Oggi Sciopero.

Adesione all'appello di Diritto alla Rete contro il DDl alfano che imbavaglia la Internet italiana.

giovedì, luglio 09, 2009

Essere o non essere?

Questo è un post interattivo. Dovete seguire le istruzioni perchè è dotato di colonna sonora. Ci sono due video. Denominati Video 1 e video 2.
quando ci sarà scritto Play Video 1 premere Play.
Poi ci sarà scritto Stop Video 1.
Poi Play video 2.
Buona audio lettura:))

Play Video 1


Ieri mattina mi sono svegliata con la convinzione di essere la più strafika del mondo.
Non so come sia potuto accadere, ma credo si chiamino "giornate Si".
Il mio specchio mi stava simpatico e persino la magliettina di MS con metà paiette smarrite chissà dove, comprata a 4,99 e i jeans di quelli che siccome mi sono rotta il cazzo di farmi fare l'orlo "finto" da mia mamma perchè le case produttrici di jeans non pensano che nel mondo esistono anche le persone basse, io ci ho messo un cordino nell'orlo, e li ho fatti diventare jeans con lo sbuffo, e ora ho tutti i pantaloni così,
dicevo,
persino questi "straccetti" hanno contribuito a farmi sentire bella.
No, che dico bella, proprio strafika.

Sono quei giorni in cui credi che niente e nessuno potrà fermarti; in cui pensi che i tuoi capelli sono perfetti, la tua pelle è luminosissima, i tuoi movimenti lasciano scie di fascino nell'aria.
Parli con tutti, ridi con tutti, attacchi bottone anche con i marciapiedi, con le macchine, con i semafori. Sai che c'è il sole dietro alle nuvole e ti basta.
E quando vai al bar a prendere il marocco chiaro, il tuo sorriso si specchia persino nel cucchiano sporco di schiuma di latte appoggiato al piattino. Parli e ridi pure con il barista. Le battute ti escono come se fossero state scritte per una puntata di Zelig.
Poi però succede qualcosa.
Qualcosa che non ti aspetti.
Qualcosa che tramuta il tuo sorriso contagioso in un sorriso di circostanza.
Stop Video 1.
Play video 2.
Tutti si girano e non capisci perchè.
Tutti applaudono e non capisci perchè.
Ci sono pure i rulli di tamburo.


Fa il suo ingresso...la strafika da copertina.

Tacco 12, possibilmente da 450 euro.
Pantalone attillato taglia 0-12,sicuramente scippato alla nipote 14enne, rigorosamente bianco e un pò trasparente, corto alla caviglia.
Toppino sbrilluccicoso che le tue 4 paiette nere attaccate alla maglietta per miracolo, cadono per la vergogna.
Abbronzatura da piscina coltivata in solarium e muscolatura da abbonamento in palestra annuale con finanziamento.
Capello biondo scintillante, che la Pantene o la L'Oreal pagherebbero per avere una testimonial così.
E poi lui:
l'inconfondibile occhialone scuro.
Quello che avvolge tutta la faccia, che crea l'alone di mistero, sotto il quale sai che ci sarà un trucco da estetista, ma che su di te certamente farebbe effetto "oh chissà quella che occhiaie ha sotto quegli schermi al plasma da 90 pollici"
Altro che "scie di fascino nell'aria". Le sue movenze provocano una tromba d'aria.

La guardi.
Ti guardi.
La guardi.
Potresti anche uscire senza pagare che non se ne accorgerebbe nessuno.
Ingoi l'ultimo sorso di marocco chiaro, la riguardi e prima di andare via ti rivolgi al barista:
"Mhpf. Non c'è posto per due in questo bar. Buona giornata tesoro:)"

martedì, luglio 07, 2009

Incubatrice.

Questa notte ho fatto un incubo.
Ho sognato che ero fidanzata.
Ma non è questo l'incubo.
L'incubo era il mio fidanzato.
Eravamo in un letto, il suo credo, ma non stavamo facendo cosacce.
Io stavo facendo finta di dormire perchè proprio non ne volevo sapere di stare a sentirlo. Non so cosa avesse da dirmi, ma nel sogno non mi fregava un cazzo a prescindere.
Mentre lui guardava il soffitto io guardavo lui con gli occhi socchiusi e mi chiedevo come cavolo ci ero finita con uno così.
L'antitesi del mio uomo ideale.
Questo era biondo-rossiccio, coi capelli sparati in alto. Occhi chiari, azzurrigni (si si con la g, che è quell'azzurro insipido che se hai gli occhi azzurri e ce li hai così sei un pò sfigato :)), carnagione chiara, cicciottello, anzi no, ok, era proprio grasso, che io non ho niente contro i grassi, ma questo era talemnte grasso che mi dava il nervoso. E poi aveva la pelle piena di pustole rosse. Sulle braccia e sulle gambe.
Oddio, adesso che ci penso magari aveva il morbillo..
Sta di fatto che lui voleva parlare. Voleva sapere perchè non lo amavo.
E io nel sogno sapevo che era uno di quegli uomini di una pesantezza devastante, di quelli senza senso dell'umorismo, di quelli che pensano che donna=non autosufficiente, di quelli che quando ci sono 850° vogliono stare abbracciati e che mangiano solo pasta bianca.
Anche se io dormivo, cioè facevo finta ma lui non lo sapeva, mi parlava.
Non capiva perchè lo stavo lasciando.
A un certo punto è arrivata la madre. No dico la madre, a prendere le sue difese e a chiedere come mai il suo cucciolo stava male così. E mi guardava con aria di sufficienza. (...un deja-vu). Anzi no mi guardava come se fossi la strega cattiva di Hansel e Gretel. Mi sa che aveva paura che le mangiassi il figlio.
Lui aveva pure un odore che non mi piaceva. Non puzzava, ma aveva quell'odore di pelle che quando un odore di pelle non ti piace non c'è niente da fare. Puoi essere pure fico come Brad Pitt, ma non ce n'è. Vabbè forse per Brad, sarei capace di respirare con la bocca :)
Insomma la madre era pesante come lui e continuavano a parlare di sta cosa che io lo dovevo lasciare. E gridavano per farsi sentire.

Signore grazie che ieri ho sbagliato a puntare la sveglia ed è suonata alle 06:00 :)

lunedì, luglio 06, 2009

Piove sempre sul bagnato.

Cavoli che figata, stasera ho giocato a fare la barista.
Rewind.

Al concerto di Laura non potevo che arrivare...in ritardo.
Mentre superavo la folla accalcata all'ingresso, con il mio biglietto omaggio tra le dita, mi sono sentita un pò in colpa. Ma è durato tutto il tempo di entrare nello stadio con il casco a braccetto davanti alla polizia che levava i tappi dalle bottiglie.
Posto prato, per fortuna.
Laura stava cantando le canzoni nuove.
E mentre lei cantava, io vagavo alla ricerca di volti familiari o qualcuno a cui dire "oh anche voi qui?"
Mi sono subito imbattuta nel tipo che vendeva le magliette di Laura. No le sue personali:)
A me capita che mi basta incrociare lo sguardo di un qualunque passante che questo comincia a parlare. Mi succede spessissimo. Soprattutto in coda al supermercato. Anche mentre guardo le vetrine. A volte senza nemmeno incrociare lo sguardo.
Dopo un pò che parlavamo gli ho detto "vado a prendere due birre e torno"
Però prima ho girato ancora un pò. Ero rimasta che stavo cercando i volti familiari. Ne ho trovati solo due. Due innamorati. Con la mantellina uguale che mi hanno fatto una tenerezza.
Le cose più curiose che ho visto sono state:
-un moroso che riprendeva la morosa col cellulare mentre lei cantava;
-un gruppo di uomini neri. Saranno stati una ventina. Così a colpo d'occhio, faceva effetto.
"ah si, la birra"
Arrivo al baracchino.
Le birre non si vendono. "Metti che decidevo di ubriacarmi e poi tirare il mio casco a Laura" ho detto al signore del baracchino. Ha riso. Mentre ordinavo due estathe e due wafer ha cominciato a piovere. Anzi no che dico, a diluviare. E' passato pure un tizio che diceva di chiamarsi Noè con al seguito una frotta di animali.
"mi fermo un attimo qui sotto la tettoia, signore del baracchino"
"ma no entra dentro"
"mh, ok"
Poi è arrivato il primo cliente:"Un caffè signorina"
"Ma veramente io...emh, certo!"
Poi il secondo ckliente, il terzo, il quarto e così via. Tutti bagnati, che mi dispiaceva un sacco. Io davo le bustine di zucchero, il cucchiaino, e prendevo i soldi e dicevo al signor Francesco del baracchino "caffè lungo" "caffè corto" "quanto è il kitkat?" "l'acqua la prendo io dal freezer"
Poi sono arrivati due ragazzi. Uno aveva freddo e così gli ho dato la mia giacca. Mi ha detto che mi offrirà una cena. Dopo un pò mi ha ridato la giacca e se n'è andato. Credo anche con la mia cena.
"caffè lungo signor Francesco..."
Poi i poliziotti. Gli ho offerto il mio Loacker alla Nocciola. Ecco, ora ricordatevi di me in futuro :)
Il signor Francesco e io abbiamo parlato per due ore. Non ho ascoltato proprio tutto tutto, lo ammetto, soprattutto quando "Marco se n'è andato e non ritorna più"
Ma so che gli piace la carne, che ha avuto un sacco di vespe, che ha la taverna e so del suo lavoro, A un tratto mi sono ricordata che dovevo portare il the al ragazzo delle magliette e sono corsa da lui.
Lo stadio era illuminato a giorno. Eppure era notte poco fa...
Una procesione di gente mi è passata davanti tutta bagnata,..poverini.
E per la seconda volta mi sono sentita a disagio.
Non c'era più gente, nel prato zuppo e soffice.
Cavoli che figata, stasera però ho giocato a fare la barista. Uh!?!?? E...e...Laura? LLLLauraaaaa?!?!?!?
"Laura non c'è. E' andata via. Laura non è più cosa mia..."
Secondo me è scappata con "Marco"....

sabato, luglio 04, 2009

Vincitori e Vinti

Ho vinto uno dei dieci biglietti messi in palio dal giornale locale, per il concerto della Pausini.
Era un concorso: scrivere di uno strano amore, in 900 battute.
Io mi sono attenuta alle 900 battute. Che sono pochissime, porcamiseria.
L'ho fatto per il concorso, non sono fan di Laura, con tutto il rispetto.
Io amo Max Pezzali e ora anche Tiziano Ferro.
Mi spiace, ma non mi vergogno dei miei gusti musicali. Quando sento la voce di uno dei due, io mi sciolgo, alzo il volume al massimo canto, sorrido e sospiro. Anche se sono in ufficio.
Sono convinta che il mio timpano e le loro voci siano complementari.
Come il caffè è la tazzina di ceramica.

"PROMESSA D'AMORE
Se torni da me giuro che da oggi metterò solo il tacco 12; giuro che non ti chiederò più di accompagnarmi a fare shopping il sabato pomeriggio e ti lascerò guardare la tv senza fiatare; giuro che ti porterò il caffè a letto la mattina e verrò in moto con te anche se sono appena andata a fare i capelli; giuro che non dirò mai più che i tuoi amici sono pesanti e che non userò più "La gazzetta dello sport" per pulire i vetri; giuro che curerò il mio mal di testa e abolirò la cena del mercoledì con le amiche; giuro che non ti obbligherò più a venire a pranzo dai miei la domenica e che non ti chiederò "chi era al telefono?"; giuro che imparerò a fare benzina da sola e cosa significa "fuori gioco". Lo giuro.
Facciamo che però se torni tu, vado via io?"

Ecco quanto.
Mi hanno fatto pure la foto. Mi sono messa in posa con Che Guevara alle spalle.
E' la prima volta che vinco qualcosa per qualcosa che ho scritto.
E' un cagata lo so. Ma ho vinto. Punto.
E ci tenevo a dedicare questa mia micro vittoria a:
-mia sorella, che mi ha insegnato a leggere e a scrivere all'ultimo anno di asilo, con tanto di compagni di classe immaginari che puntualmente prendevano voti più alti dei miei;
-a mia sorella 2, che è sempre la stessa di cui sopra, che siccome in sti giorni ha la mano destra fasciata mi dice "mi scrivi questo appunto? scusa mi spiace farteli scrivere" ma lei non ha capito forse che a me piaceeee scrivereeee, anche solo dei banali post-it:);
-alla mia maestra delle elementari, che mi ha insegnato le regole delle 5 W e dei 5 sensi che ho usato fino ai temi delle superiori;
-ai miei vecchi morosi e affini, che mi hanno fatto capire quanto sia importante amarsi, prima di tutto;
-a tutte le donne che prima di annullarsi in un amore, dovrebbero pensarci un attimo;
-a chi non ha ancora capito che la vita sentimentale/coniugale dei miei ex morosi, non è roba che mi riguarda, porcocane (questo non centra un cavolo, ma ce l'ho tra i denti da oggi pomeriggio)
-a chi ogni giorno spende 5 minuti del suo tempo per leggere il mio blog;
-a chi mi dice "ma perchè non scrivi un libro?" che io non lo farò mai ma mi fa una goduria come quando mi dicono "vuoi una caramella?" e tirano fuori una Galatina al latte;
-a chi mi chiede "mi aiuti a scrivere questo concetto?"
Ora basta che se no mi commuovo e non posso nemmeno dire di essere in periodo pre-mestruale, cavolo.

giovedì, luglio 02, 2009

Tra il dire e il fare

Avrei voluto vedere l'espressione dei due ragazzini seduti sugli scalini del negozio sotto al mio balcone, che ieri sera, all'una e venti di notte, si sono visti recapitare un aeroplanino confezionato per l'occasione con scritto sulle ali:
MI SPIACE DISTURBARE LE VOSTRE CONFIDENZE, ANCHE PERCHE' SENTIRE DUE RAGAZZI PARLARE DI COSE FURBE E' RARO, MA PER CORTESIA, POTETE SOLO PARLARE A VOCE UN PO' PIU' BASSA? GRAZIE

Questo è uno degli svantaggi di abitare al primo piano.
I rumori di strada.
Ieri sera, dopo essermi inzuppata con il temporale esivo, ma che dico, nubifragio, perchè il clima tropicale è comune in tutto il paese, aver fatto la doccia, essermi sistemata nel letto con tartargua che-sa-di-ammorbidente-coccolino-in-offerta sulla mia testa, libro di cui non posso rivelare il titolo, ma siccome sono single ce n'è un'ampia scelta, pronta per l'appuntamento con Morfeo, ecco dalla strada giungere fin sopra al mio cusicno delle voci. Un bel dibattito acceso.
Ok, porta pazienza, mi dico, è estate, alla gente piace in strada. Eh che cazzo proprio sotto al mio balcone? vabbè aspetta almeno un quarto d'ora, dai.
Dopo cinque minuti, ho spalancato le persiane scorrevoli con tutta la forza e con tutto il casino intenzionale che potessi fare, pronta a gridare che avevano rotto le palle, che era tardi, che la gente al mattino lavora, che non ce l'avete una casa, una macchina, una cantina, invece di stare in una via sperduta della città, soprattutto sotto al mio balcone, quando la mia rabbia è stata soffiata via da due visini di ragazzini di 16 anni circa.
Parlavano di donne.
Non hanno fatto una piega e hanno continuato a sospirare, parlare dell'Arianna che non era tanto il tipo di uno dei due, che lui preferisce le more, formose, non tanto alte. Ma è così brava come amica, io lo voglio un bene dell'anima, ha detto l'altro.
"Perchè a me non frega di portarmi a letto le ragazze, io non sono uno così"
Poi si sono messi a parlare delle coppie che non ti devi mai mettere in mezzo, che è meglio se dalle loro discussioni ci stai fuori.
Sono stata ad ascoltarli per quindici minuti.

Poi dicono chei i giovani di oggi non hanno valori.
A modo mio, ho voluto rispettare il loro momento.

Hanno riso. E poi gridato "Ci Scusiiiii"
Stavo per uscire di nuovo e gridare "ooohhIIII scusIII a chIIII?"

ChiFaDaSeFaPerTre

A Vale, Bep e Ric.
Che mi hanno insegnato il concetto di grafica.
Ma mai a usare Photoshop.
With Love :)

mercoledì, luglio 01, 2009

Incidenti domestici...

Oggi stavo per commettere un omicidio.
Questa mattina ho disfatto il letto, che dovevo mettere le lenzuola a lavare.
Lo so che una buona massaia non disfa il letto di mercoledì, ma che ci posso fare?
Io dico sempre che dovevano lasciare l'economia domestica nelle scuole.
Comunque. Ancora addormentata mi sono arrotolata nelle lenzuola e insieme ci siamo trascinate fino alla lavatrice. Ho infilato tutta la palletta di lenzuola dentro l'oblò, caricato di detersivo Dixan liquido che io mica ho ancora capito quanto ne devo mettere.
Ci sono troppe variabili da considerare. Ogni volta mi sembra di dover svolgere un'equazione: quantità di roba, tipo di tessuto, durezza dell'acqua, grado di sporco.
Boh io metto due tappini e il pugno della pentola. Ah no, quello è il riso.
Poi l'ammorbidente. In casa ne ho 4 tipi.
E' che era in offerta il Coccolino...
Vabbè lo ammetto: io sono drogata di ammorbidente. Volevo provarli tutti. Quando vado all'Esselunga i 3/4 del tempo li passo ad annusare gli ammorbidenti.
Dicevo. Ho attivato felicemente il mio congegno temporizzatore che avrebbe fatto partire il tutto alle 11.
E fin qui niente di peccaminoso.

Torno a casa in pausa, pranzo con le amiche e approfitto della loro presenza per stendere le lenzuola che non ho i fili sul balcone quindi mi sono fatta aiutare a piegarle per farle andare nello stendino, che da sola è una menata.
Ho aperto l'oblò e m' è preso un colpo.

La tartarughina pelouches di carpisa, che oramai quando vado a letto la metto sotto il collo, così per compagnia, (ieri notte che faceva caldo l'ho messa sopra la testa), mi guardava da dentro il cestello.
Tutta rappuccita. Con i pelucchi tutti attaccati. Quasi non l'ho riconosciuta.
Cielo che spavento. Ma come ha fatto a finire lì dentro????
No, proprio non me lo so spiegare...
Forse nostalgia del mare???

Fortuna che non ho animali veri, in casa.