lunedì, settembre 23, 2019

In punta di sedia


Innanzitutto devo cambiare la sedia.

Per scrivere, non bastano delle parole da allineare con un senso compiuto.
C'è tutta una preparazione dietro, che chi legge, non immagina. In realtà credo nemmeno gli interessi.
Ma questa sedia è troppo bassa e per arrivare a scrivere devo stare con le spalle tutte arricciate, un po' in bilico.

C'è molta luce.
La luce é importante.
Come quando si scattano le fotografie, che la luce perfetta restituisce le emozioni autentiche.
Anche per scrivere ci va la luce giusta, e ora ne ho troppa.
E non mi serve tutto sto casino negli occhi. 

Poi c'è lo spazio.
Anche quello, ne ho davvero tanto.
Ho bisogno di essere abbracciata da porzioni di muro ai lati delle spalle, di essere al sicuro.

E poi voglio un computer con lo schermo molto grande e con la tastiera scura e staccata che faccia rumore. Voglio che il ticchettìo dei tasti sia l'unica imperfezione che disturbi il silenzio di questa stanza.

E' che quando scrivo, é come se raccontassi una storia.
E non importa se é una storia che non interessa a nessuno.
Le storie non nascono per essere raccontate.
Le storie sono racchiuse in ogni istante dell'universo e in ogni frammento di cose sparse.
In una vecchia moneta o in un sogno abbandonati in un cassetto, in una mano che arriccia i capelli o in un carrello della spesa ordinato.
Quando vado al supermercato, ad esempio, guardo sul nastro nero della cassa, cosa comprano le persone. E immagino subito chi sono. Ma non tipo che lavoro fanno, dove vivono.
Immagino che la signora davanti a me ha comprato i dadini di prosciutto e la panna, per cucinare la pasta, perché quella sera gli è venuta nostalgia di quando tornava a casa e sua mamma le faceva trovare un piatto di farfalle con tanta panna e dadini di prosciutto che il macellaio sotto casa glieli aveva tagliati al coltello "proprio fini fini come piacciono a lei, signora". 
E vedo ogni dadino rosa avvolto goduriosamente dalla crema bianca e avverto il suo volersi sentire al sicuro proprio quando la sua bocca si chiuderà sopra la forchetta fredda prima e sulla panna calda e salata, subito dopo.
Che poi la signora é tanto severa con il suo tailleur rosa. 
Ma quella è stata sicuramente una pessima giornata e mangerà in silenzio, anzi no, guarderà distratta la tv, con una piccola lacrima che non ne vuole sapere di uscire.
Ma non può ancora piangere, perchè ha dimenticato la padella vuota sul fuoco e si sta bruciando. 
E che cavolo, penserà, nemmeno la tristezza in pace posso godermi.

"Signora vuole metterla la sua spesa sul nastro?"
"Oh si, scusi é che stasera ho un po' la testa tra le nuvole"
Stasera.