In realtà ce l'ho ancora adesso, ma meno. Ora ho paura anche di altre cose. Cose più da grandi.
Mi ricordo che la cosa che mi terrorizzava di più era addormentarmi nel mio lettino e risvegliarmi in un posto buio che non conoscevo. Una volta feci un sogno così: mi trovavo in un posto semi buio, immobilizzata e non mi usciva la voce per gridare.
Per un certo periodo mi papà mi mise pure una lucina di quelle notturne, ovviamente fai da te, non dell'Ikea.
Non parlo mai di attualità sul blog perchè non credo di esserne capace. Ma la storia dei due fratellini di Gravina mi ha lasciato un buco nel cuore.
Ieri sono rimasta a casa. Ho guardato la tv. SanRemo. Mi è sembrato assurdo eppure è stato così. Mentre guardavo le canzoni d'amore, nella mia testa sentivo le voci di quei bambini. Di tutti e tre, pure quella del bambino caduto nel pozzo. Sentivo l'eco rimbombare e risalire dalla terra. Riflettori da entrambe le parti.
Dicono che siano loro quelli trovati in fondo al pozzo. E allora io prego che siano stati uccisi prima. In qualunque modo. Ma che siano stati uccisi. E poi buttati morti.
Ma non può essere possibile che due bambini siano finiti vivi là dentro. Perchè a un bambino non può succedere una cosa tanto orribile. A un bambino non dovrebbe succedere niente che ha a che fare con l'orrore. Credo che sia una vicenda che non può avere spiegazioni. E' come cercare di capire il perchè della vita e dell'esistenza umana.
Ho appena letto sul sito dell'Ansa che presumibilmente erano vivi.
Forse sceglierò di non sentire telegiornali e di non leggere i giornali.
Come si fa a spiegare a un bambino questa cosa? Cosa gli dici? Prova a dirgli che non deve avere paura del buio, adesso.
Mi viene da pensare solo che quel bambino non sia finito per caso lì.
Spero che i giornalisti, questa volta, abbiano l'intelligenza e la decenza di fare un pò di silenzio.
Perchè è lo stesso silenzio che hanno ascoltato quei bambini. Tutti e tre.
E forse dovremmo sentirlo pure noi.