Sapevo che prima o poi sarebbe successo.
Non precisamente quando, ma ero in attesa.
Sapevo che la mia morbosa sensibilità sarebbe un giorno esplosa.
Diciamo che il periodo non è tanto azzeccato, ma certe cose non le puoi programmare.
Diciamo che ti poni delle domande e cerchi di darti delle risposte.
Del perchè ora, del perché a te, perché prima si e ora no.
Perchè non riesci a vedere le cose come le vedono gli altri.
Allora ripensi a quando avevi fatto il funerale alle formichine che tua sorella aveva calpestato, con tanto di pianto e pensiero alle loro famigliole.
Ripensi ai cani randagi della Sicilia, sotto il sole, che non ti puoi nemmeno avvicinare perchè nessuno gli ha mai insegnato l'affetto.
Ripensi ai pesci che nuotano liberi e felici e improvvisamente vengono catturati da ami taglienti o reti insidiose.
Pensi a quando muore la mamma o il papà cervo e i cuccioli rimangono orfani.
Agli agnelli che non diventeranno mai grandi.
Al maiale trascinato al macello. E così la mucca.
Al cavallo che punta gli zoccoli perché sa, in cuor suo, che é finita.
O alle galline, stipate in gabbie soffocanti, alle quali nel migliore dei casi viene tirato il collo.
Pensi che detesti i circhi, gli acquari, le gabbie, gli zoo.
Pensi che non vedi l'ora di avere una casa in campagna per lasciare correre Gattino e Pritt sui prati.
Pensi, pensi, pensi.
E il tuo stomaco si stringe forte.
Ora io non chiedo tanto.
Chiedo solo che mi non si rompano i maroni.
Che esiste il rispetto, magari non la condivisione, ma il rispetto si.
Che é una scelta che non fa male a nessuno.
Una MIA scelta.
E che ognuno è fatto a modo suo.
E questo é il MIO modo.