domenica, luglio 24, 2011

Il filo di Arianna

Ci sono delle cose, che quando le fai, ti sembra che facciano parte di te da sempre.

Tipo, a me piace aggiustare le cose.
Vabbè non sempre ci riesco ma chi se ne frega.
A volte quello che aggiusto sembra uno sgorbio, e poi ho fretta di finire quindi gli ultimi ritocchi li faccio veloci.
Però quando io trovo una cosa rotta mi prende una specie di frenesia che io sta cosa la devo aggiustare.
Una volta ho aggiustato una sedia della mia amica che aveva il sedile bucato dagli artigli di micia.
L'ho rifoderata usando la tovaglia di pastica a qudretti. Umh ora la sedia é mia:)
Poi ho quasi aggiustato una sdraio dei bagni che le stavo facendo la posta da un sacco.
Il mio progetto prevedeva di imbiancarla e di competarla con il telino della stoffa ikea già cucito, ma poi è arrivato l'inverno.
Ultimamente vado matta per il fili.
Da quando c'è gattino in questa casa, abbiamo detto addio a lampade, caricabatterie di cellulari, caricabatteria del pc, fili della radio, ecc.
Per ultima la Playstation che in realtà io avevo già sabotato staccando semplicemente una presa e imboscandola dietro il mobile della tv, ma poi ci ha pensato gattino tranciando il filo del video a dare il colpo di grazia.
Grazie gattino.
Solo che poi ci mancavano troppo le telecronache finte di Fabio Caressa e Beppe Bergomi...
E i "biup" "biup" "biup" dell'allestimento del campionato mondiale 1982.
Così ho preso il tagliapellicine e il nastro isolante nero.
Io mi ricordo che da piccola guardavo estasiata mio papà quando aggiustava tutto.
Quando intrecciava quei fili con la stessa abilità di un sarto.
La prima volta che ho aggiustato dei fili è stato quando ho sommato due cuffie per il walk man.
Il filo di una, le cuffie di un'altra.
Premere play e sentire la musica passare dalla cassetta attravarso il tuo esperimento e raggiungere le tue orecchie, me lo ricordo ancora adesso il sorriso che mi era venuto.
Stessa cosa per il mio caricabatteria del nokia, e per quello del pc ultimamente.

Così quando ho acceso la tv ed è appasrsa di nuovo la scritta Playstation, beh.
Un'arma a doppio taglio.

venerdì, luglio 22, 2011

Album di famiglia.

Before...


...during...


...and After.

lunedì, luglio 18, 2011

http://isegretidellacasta.blogspot.com/

Abbasso i ragazzini che passano davanti al mio ufficio, con lo zaino sulle spalle, pronti per andare in picina. Abbasso.

giovedì, luglio 14, 2011

"Non preoccuparti del futuro.
Oppure preoccupati ma sapendo che questo ti aiuta quanto masticare un chewing-gum per risolvere un'equazione algebrica"

mercoledì, luglio 13, 2011

Il brucomela.


C'era una volta un verme.
Che viveva dentro una mela.
In realtà lui era nato con la mela. Forse era nel seme della mela che poi si è divisa in mela e verme.
Lui e la mela erano infatti una cosa unica.
Da piccolo non si allontanava mai troppo dai semini gialli che se tagli la mela in orizzontale fanno una stella. Stava lì buono buono perché tutti gli dicevano che non poteva permettersi il lusso di andarsene in giro così libero per la sua mela. Lui non sapeva chi erano sti tutti ma gli dava retta perchè pensava che avessero ragione, visto che erano tutti.
Ogni tanto si sentiva strano a stare lì a fare il verme, perchè lui verme non ci si sentiva.
Lui sapeva che c'erano in giro dei vermi che a un certo punto gli spuntavano delle grosse vele colorate sul dorso e se ne andavano dove cavolo volevano. Lui inviadiava quei vermi.
Tutti gli dicevano "Sta bravo che sei fortunato a stare dentro alla mela, così non ti succede niente"
Intanto il verme cresceva e diventava sempre più triste di fare il verme.
Stava lì e non capiva che senso aveva stare lì dentro.
Lui non voleva fare solo il verme. Si sentiva con le mani legate, anche se non sapeva cosa fossero le mani.
Intanto continuava a crescere e tutti a dirgli "Che bravo verme che sei, come sei fortunato a stare lì in quella mela luccicante"
E più passava il tempo più diventava lungo e più diventava lungo più si iniziava ad attorcigliare.
Con il passare del tempo era talmente ingarbugliato che oramai non si capiva più dove iniziava e dove finiva.
Lui voleva uscire ma aveva troppa paura. Non sapeva cosa lo aspettava fuori.
Solo che a stare lì dentro gli stava venendo l'esaurimento.
Piangeva spesso. E voleva gridare. Poi gli veniva il batticuore, il mal di stomaco, l'agitazione.
Poi passava il tempo a dormire.
Non sapeva più come fare.

Si sentiva diverso dagli altri vermi delle mele.
Avrebbe voluto chiudere gli occhi, e svegliarsi con un bel paio di vele sulla schiena.
Ma tutte le volte, erano solo sogni.

Fine della storia.

venerdì, luglio 08, 2011

La finestra sul cortile


Volevo ringraziare il vigile che l'altra sera non mi ha fatto la multa dopo che ho lasciato la mia macchina nella strada della serata della pulizia strada, in quella strada. Grazie signor vigile, le sono davvero grata.
Cioè in realtà, quando la sera prima ho visto dal balcone, da un pò lontano, quella macchina parcheggiata da sola in tutta la via, ho espresso pena e disappunto per chi non ha ancora capito quando c'è pulizia strada.
Perchè io ho questo problema.
Io parcheggio la macchina, ma poi rimuovo il fatto.
Sempre.
Una volta sono andata da una mia amica in macchina e poi sono tornta a casa piedi, dimenticando la macchina per due giorni sotto casa sua.
Io passo le mattine girando per l'isolato con il braccio alzato, cliccando il portachiavi in continuazione, nella speranza di sentire il "tuc" di apertura porte dei miei 4 anni di finanziamento, fortunatamente estinto.
Una volta avevo lasciato un fiocco arancione sulla antenna, da un matrimonio, così la trovavo subito.
Poi quando mi sono accorta che aveva sopra due dita di smog, mi sono un pò vergognata e con sommo dispiacere l'ho dovuto tagliare.

L'altra mattina, al solito.
Esco di casa, vado sparata verso una macchina per scoprire che non è la mia e afflitta, iniziare a girare su e giù per la via.
A un certo punto un uomo con una camicia arancione che spingeva un passeggino vuoto mi fa:
"Signorina...scusi signorina..."
Pat: "Si?"
U.c.a. (uomo camicia arancione):"Signorina, la sua macchina è parcheggiata in Via xxx"
Pat, dopo incredulità mista a smarrimento:"Emh, ah, eh, eh, grazie..."
U.c.a. con occhi sgranati e tono di voce pacato:"Sa signorina, io conosco a memoria tutte le targhe di tutte le macchine del vicinato"
Pat: "Ah, hem, figo..."
U.c.a. :"Signorina in via xxx, poco dopo il numero civico 25"
Pat: "Signore ma posso citofonarle tutte le mattine??"
No vabbè questo non gliel'ho detto ma l'ho pensato.
Effettivamente la mia macchina, si trovava lì, e io ho pensato ora esce fuori Bob di twen peaks e mi uccide.
Ma mi sono subito ripresa dopo aver scoperto che la pirla che aveva lasciato la macchina nella strada delle pulizie ero io.

Io pensavo che fosse una leggenda quella del signore che sa le targhe a memoria, perchè mia mamma mi raccontava sempre che al suo paese, in Sicilia, c'era un uomo che sapeva a memoria tutte le targhe di tutti quelli del paese.
Per un attimo ho pensato che era una figata, perchè io sono malata delle targhe, tipo che io guardo le targhe strane tipo la più figa che ho trovato è stata CY363YC.

Ma poi, sapere di essere osservati, è una cosa veramente inquietante.

giovedì, luglio 07, 2011

Son(n)o


Da piccola pensavo che tutte le cose avessero un'anima.
E così mi ritrovavo a fare le cose più strane tipo che se buttavo nell'immondizia i chicci di riso avanzati nel piatto, facevo attenzione a toglierli tutti tutti, perchè pensavo che fossero tutti amici e che volessero stare insieme in una situazione così brutta.

Mi si chiudono gli occhi, ora non riesco a scrivere.
Mi si chiudono gli occhi, ma spero che tra le palpebre e pupille, non si insinui di nuovo un sogno agitato.