lunedì, agosto 04, 2014

E' l'ora dell'addio fratelli...


Mi manca scrivere. 
Mi manca scrivere pensieri lunghi.
Mi manca quel filo sottile che lega i miei pensieri alla punta delle mie dita. 
Come una marionetta.
Mi manca essere nostalgica. Versare qualche lacrima per il passato.
Mi manca avere i miei momenti di totale isolamento mentale. 
Momenti che nessuno può leggere. 
Se non chi non mi conosce.

Una signora mi ha detto "Non smettere di scrivere"
Non lo farò signora. 
Magari non qui.
Magari altrove.

Da quando è nato mio figlio è stato un punto e a capo.
E' cambiato tutto, ma non è cambiato niente. 
Quando mi guardo allo specchio vedo sempre gli stessi occhi che vedevo 15 anni fa.
Ai capelli bianchi non bado. 
Alle rughe di espressione un pò di più, ma basta guardarsi senza occhiali e la miopia funziona meglio di photoshop. 

Ora che sono mamma voglio lasciarti in eredità quello di più prezioso di cui dispongo.
L'unica certezza che ho sempre posseduto.
L'unico tesoro che custodisco gelosamente.

Ricordati che un albero cambia le foglie, mette i fiori, da i frutti.
Ma le radici, restano affondate nella terra.
E quelle non le vede nessuno.



"E' l'ora dell'addio, fratelli, è l'ora di partir,
il canto si fa triste, è ver, partire è un po' morir.

Ma noi ci rivedremo ancor, ci rivedremo un dì.
Arrivederci allor, fratelli, arrivederci, sì..."

martedì, febbraio 11, 2014

Oggi, piove.



Oggi piove.
E' la tua prima frase.
L'hai detta il 2 febbraio 2014.

Oggi, piove.
Stava piovendo davvero.
Qui piove sempre, in Alessandria.
In realtà oggi c'è il sole. Vorrei portarti sulle colline a respirare l'aria buona e a raccogliere foglie secche e legnetti. A salutare le persone che camminano nelle strade in salita dei paesi.
A far colorare le tue guance di rosso. E invece guardo dall'ufficio i riflessi del sole fermarsi sulla tenda bianca.

Oggi, piove.
Vorrei essere una di quelle mamme che annotano tutto su un diario.
I primi passi, il primo taglio di capelli, la prima volta che hai preso il cucchiaio, il primo sorriso, la prima cacca, la prima caduta, il primo giocattolo.
Io non sono così.
Ho pensato, tanto a te che te ne frega del giorno in cui lo hai fatto.
Anche se lo scrivo, non potrai mai capire, almeno per ora, che cosa prova una mamma nel sentire la prima frase pronunciata da suo figlio.
Scorgere nella tua voce il tentativo di sentirti un po' più grande.
Il coraggio di buttarti, di osare. Due parole di seguito. Guardandomi, sperando di trovare l'approvazione nel mio sguardo. La felicità trasformarsi in commozione e viceversa.

In realtà questo non lo potrai mai capire perchè non sarai mai una mamma.
Sei un maschio.
Il mio promogenito.
Il mio bambino.
Mio figlio.