lunedì, novembre 30, 2009

Questione di principio.



Da: Muffin Woman Pat
Inviato: sabato 28 novembre 2009 11.55
A: info@paglieri.com
Oggetto: Quesito Bagnischiuma VS Bagnischiumi

Cara Paglieri,
avrei un quesito da porvi, perché altirmenti finisce che litigo con il mio morosino.
Lui sostiene che il plurale di Bagnoschiuma sia Bagnischiumi.
Adesso, ho cercato di fargli capire che la parola Schiumi non esiste, ma non ne vuole sapere.
Abbiamo anche cercato su google, ma non si rassegna.
Siccome siamo di Alessandria, ho pensato di rivolgermi alla più famosa ditta esistente che produce Bagnoschiuma o Bagnischiuma (Come dico io), Bagnischiumi (come sostiene lui).
Potete per cortesia, illuminarci su questo dubbio?
grazie e scusate se vi abbiamo fatto perdere tempo.
Con affetto, affezionatissimi,
Muffin pat e Azzurro

Gentilissimi Muffin Pat e Azzurro

innanzitutto vi ringraziamo per l’interesse dimostrato nei confronti di Paglieri Profumi e di averci posto questo curioso quesito.

La parola “bagnoschiuma” è una parola composta da “bagno” e “schiuma”. La formazione del plurale dei composti sostantivo+sostantivo nella lingua italiana, nella maggior parte dei casi, viene creata rendendo plurale la testa semantica della parola composta, in questo caso “bagno”. Per questo motivo, secondo la nostra opinione, la forma plurale più corretta è bagnischiuma anche se comunque è di uso comune utilizzare il composto al singolare anche identificare il plurale.

L’occasione ci è gradita per porgervi i nostri più

Cordiali Saluti

Servizio Consumatori Paglieri Profumi S.p.A.

sabato, novembre 28, 2009

Tanto va il gatto al lardo che ci lascia lo zampino

Come faccio a sgridarlo quando mi guarda così??!!

Soprattutto quando torno a casa, entro in cucina e nel buio pesto dell'inverno, trovo una fioca luce a illuminare il pavimento arancione.
Guardo un pò intimorita, e i miei occhi cadono su una scatoletta di manzo fagiolini - Miglior gatto- lasciata a metà nel frigo, abbandonata per terra.
Vuota.
Il pezzetto di domopack che la chiudeva, fatto a brandelli.

Il piccolo gatto nero indagava con me.
Quando mi sono girata con la voce carica nelle corde vocali, si è accasciato a terra.
Ho pensato "porcamiseria, vuoi dire che ho lasciato aperto il frigorifero?"
Non può aver aperto il frigo da solo, Pritt.
Non può proprio.
Non può aver tirato giù dal ripiano la sua scatoletta di mangiare, distinugendola dal resto, e essersela scassata tutta.

Questa mattina ero sul divano con Azzurro.
A un certo punto vediamo rotolare una scatoletta di mangiare sul pavimento della sala.
E poi dietro indisturbato, Pritt.
Come se non ne sapesse nulla.
Come se quella scatoletta fosse piovuta dal cielo.
Sono entrata in cucina.
Il frigorifero aperto.
Ora, giuro che gli insegno a lavare i piatti.

Si ringrazia Azzurro per la gentile concessione della foto.

martedì, novembre 24, 2009

The Muffin Woman Pat Show

Azzurro non esiste.
Ne sono certa.
Azzu è sicuramente una proiezione di Pritt.

Stanotte li guardavo dormire. Uno alla mia sinistra, l'altro alla mia destra.
Entrambi nella stessa posizione.
Penso che sia una sorta di incantesimo.
Prima l'arrivo di Pritt, che in principio doveva essere un gatto persiano e chiamarsi Serse.
(Piccole reminescenze delle scuole medie. Epica. "Dal mito alla Storia" Editore Paravia. Bacchielli-Verra.)
Poi è arrivato un gatto nero.
Pritt, perchè mi sta appiccicato. Sempre.
E se dico sempre, dico sempre.
Forse è venuto a studiare la situazione, a capire in che razza di pasticcio poteva cacciarsi.

Un mese esatto dopo, l'arrivo di Azzurro. Un normale venerdì sera di ottobre.
Azzu, come tutti i Principi Azzurri, mi ha chiesto di sposarlo subito.
Io gli ho risposto:
"No guarda tesoro, prima di procedere in questa relazione devo sapere alcune cose fondamentali di te. Tipo: mangi il formaggio?"
Se mi avesse risposto di No, l'avrei cestinato. Giuro.

Quando trovo Azzurro con Prittino in braccio, ecco, lì mi blocco e li guardo. Li studio. Cerco di capire se esistono davvero.
Pritt esiste perchè mi sta facendo fuori la dispensa: infatti ora è diventato Prittone.
Azzurro no.
Non può esistere.
Ogni tanto guardo se vedo delle telecamere intorno a me. Io lo so che ci sono.
Perchè Azzurro dice tutto quello che deve dire al momento giusto.
Fa tutto quello che deve fare al momento giusto.
Tipo Truman Show.
Azzurro è biondo con gli occhi verdi. E' bello, simpatico, intelligente, divertente, dolce, romantico e soprattutto stupido quanto basta.
Quanto basta per fare gli scemi al supermercato, ad esempio.

Oggi vado a vedere se il cielo è di cartone.

Perchè se no, tutto ciò, sarebbe assurdo.
Inaspettatamente e meravigliosamente assurdo.

giovedì, novembre 19, 2009

Versione scaricabile

martedì, novembre 17, 2009

lunedì, novembre 16, 2009

Academy Awards

Io amo le cose semplici.
Come il pane fatto in casa.

In queste due righe tutta la rabbia che implode dentro al mio stomaco, quando qualcuno complica le cose più del necessario.

Detesto chi si perde in chiacchere.
Chi di un problema ne fa una catastrofe.
Un'inondazione. Uno Tzunami. Un terremoto del 12° della scala Mercalli.
Non sopporto chi perde il tempo arrabbiandosi.
Chi inscena drammi e fa uscire le vene dal collo.
Chi alza la voce per farsi sentire, in modo che i riflettori si spostino su di lui.
Perchè è così difficile brillare di luce propria.
Odio chi spreca i minuti, le ore e i giorni, a pensare a quanto il problema sia un problema, grande, insormontabile, senza magari provare a guardare la soluzione più semplice.
Quella che magari ti fa uscire anche un sorriso.

Ma no perchè.
Mettiamoci un bel dolby-sorround ai problemi! Che adesso ci sono pure le promozioni di Natale.
Un bello schermo da 3 milioni di pollici preso da Mediaworld.
Compriamoci gli occhialini 3D, anzi no, che dico, 4D.
E le poltrone che vibrano!
Così possiamo goderci lo spettacolo, e magari aspettarci un meritato Oscar.

Oscar come miglior spettatore.

giovedì, novembre 12, 2009

Nodo in gola.

C'è una cosa che mi fa venire la pelle d'oca al pari di un'unghiata su una lavagna di scuola.
Anzi no al pari di una forchetta raschiata sui denti.
O dell'odore dei carciofi.
Una cosa che quando te la trovi davanti, oramai è troppo tardi, perchè tutte le tue certezze crollano nel momento esatto in cui la situazione è diventata irrecuperabile.
I dubbi ti assalgono, mentre terrorizzata e con il naso arricciato ti rassegni dinnanzi al fatto compiuto.

Quando al bar mi danno il succo alla PERA al posto di quello alla PESCA.

Adesso io voglio dire.
Io sono un fan del succo alla pesca. Lo amo.
Da piccola il mio sogno era quello di fare il bagno in una piscina di succo di frutta alla pesca.
Lo è anche ora in realtà.
Avvolta in quella cremosità e freschezza tutta arancione brillante, nuotare e bere, e bere e nuotare e poi ancora nuotare e bere ettolitri di succo, semplicemente spalancando la bocca.
Di solito quando lo ordino, lo finisco ancora prima che il cameriere se ne sia andato via.
Di solito. Siccome a volte mi pare brutto, lo sorseggio, e per non farlo finire prima mi faccio aggiungere un cubetto di ghiaccio che se poi me ne mettono 3, tocca che li butto.
Se ti dico Uno è Uno. Comunque.
Per me gli altri frutti potrebbero essere scampati dal frullamento.
Potrebbero starsene beati dentro le ceste al centro del tavolo della cucina.
Quando oggi mi sono trovata sul bancone del bar il bicchiere con un succo giallo pallidino smorticcio, ancora prima che potessi accorgermi dell'errore, i dubbi mi hanno divorata.
"Cazzo ma io avevo detto Pescaaaaaa?!?"
La barista mi ha sorriso perchè per lei era tutto ok.
Il mio stomaco si è chiuso e persino il succo si è sentito a disagio sotto il mio sguardo pieno di astio.
Quando mia mamma si sbagliava e prendeva solo i succhi alla pera, la accusavo di volere bene solo a mia sorella.
Sentire quei microgranelli festeggiare tra le mie papille, mi fa venire i brividi nella mascella.
Le mie tosille si compattano, il tubo digerente mi si stringe a imbuto, lo stomaco si rovescia come un calzino.
Non va giù cavolo, non va giù.
Mi si pianta nella gola come l'antibiotico che prendevo da piccola.

Ora è lì. Al centro della mia pancia. Non va ne giù, ne su.
Lo sento che si aggira nel mio stomaco.
Anzi no mi sta salendo sulla testa, con quei cazzo di microgranelli e quel giallo pallidino smorticcio di merda.

sabato, novembre 07, 2009

Quando meno te l'aspetti.

Quasi la odiavo sta frase che mi dicevano sempre.
"Che cavolo vuole dire quando meno te l'aspetti?"
Mentre sei sotto la doccia?, dal benzianaio?, mentre stai facendo la ceretta?, mentre stai scegliendo un paio di scarpe?, mentre stai andando a buttare l'immondizia?
Io rispondevo sempre. "Eh, ma quando, meno, me l'aspetto?"
Io non la dirò mai, sta frase.
Nemmeno ai miei figli. Nemmeno ai figli dei miei figli.
E' vero, non me l'aspettavo.
Ma lo aspettavo.
Come si aspetta il treno che ti porterà a fare il viaggio della tua vita.
Quello che non dimenticherai mai.
Come si aspetta il proprio turno per mangiare lo zucchero filato o la crepe alla nutella.
Come si aspetta la torta di mele che uscirà dal forno, con il viso quasi spiaccicato sul vetro.

Che senti il profumo per la casa, e già ti immagini quando addenterai la prima fetta, ancora calda.

"Quando meno te l'aspetti come una bomba, che va dal cuore in testa e testa e cuore si sfonda..."

martedì, novembre 03, 2009

Il mio gatto è gay.
Non che sia un problema, per carità, non ho niente contro i gay.
E' solo una constatazione. Un dato di fatto.
E' pure feticista.
Se vede dei piedi sia dentro le scarpe che fuori, va fuori pure lui.
Comincia a strusciarsi tutto e nemmeno con le scatolette riesco a distrarlo.
Quando mi faccio la doccia mi aspetta sul tappetino per smangiucchiarmi i piedi.
Ora i miei non gli piacciono più, per questo dico che è gay.
Ma fa robe che gli si dilatano le pupille e si corica tutto per terra. O se sta facendo altro, tipo dare i bacini al topo dell'ikea, fa un balzo e monta sui piedi.
Il mio gatto mangia tutto.
E se dico tutto, dico tutto.
Io credevo che i gatti certe cose no le mangiassero, tipo: i grissini, tipo il surimi, tipo i granelli di caffè crudo, tipo le camille del mulino bianco, tipo la birra, il vino.
Il mio gatto non ha paura dell'acqua.
A parte allagarmi la cucina con la ciotola che ora gliela rivetto al pavimento perchè se la trascina per la casa. Poi se lascio le ante della minidoccia aperta, sale dentro al piatto e fa ciack con l'acqua, poi io gli grido e mi lascia le zampettate per tutta la casa. Di solito questo succede appena ho finito di lavare i pavimenti.

domenica, novembre 01, 2009