lunedì, agosto 31, 2009

Per Babbo Natale - urgente


Caro Babbo Natale,
so che sei in ferie, ma ti devo disturbare per una questione importante.
Sai quanto io detesti il Natale e tutto cià che gli fa da contorno.
Perciò ho deciso che voglio riscuotere il mio regalo, adesso.
E sai anche quanto io arrivi sempre in ritardo su tutto...quindi, questa volta, ho deciso di prendere le cose giusto con un pò di anticipo rispetto agli altri.
Senti, volevo dirti che non voglio un regalo materiale.
In realtà avevo pensato all'home theatre (se così si scrive perchè sono rimasta un pò indietro con la tecnologia) + tv schermo piatto, ma per quello ci può forse pensare la mia famiglia, se chiedo di accorpare regalo di Natale, Compleanno, Onomastico e Pasqua.
Lo so che non guardo la tv, ma ho dovuto mettere il divano al suo posto e quindi mi rompo ad avere il filo dell'antenna che ciondola per casa.
E tanto i programmi che ci sono mi fanno cacare.

Vedi Babbo, io vorrei chiederti...
...ecco...
...se mi puoi levare 10 anni.

Ascolta, non è una questione di rughe o di capelli bianchi.
E nemmeno di mancata voglia di crescere e prendermi le responsabilità.
So che mi capisci.
E' che quando ti capita di non essere Valeria Golino, devi ricorrere ad altre fonti, e io ho pensato a te, anche perchè Dio è impegnato in cause più nobili, giustamente.
10 anni non sono molti, poi prometto che in qualche modo te li rendo.
Sono anche disposta a rifare la maturità. E anche a riprendere la patente.
Se vuoi posso anche aiutarti nella consegna dei regali di quest'anno.
Ho la macchina con il bagagliaio grande.
La benza la metto io.
Con affetto.

sabato, agosto 29, 2009

Notizie Ansa

Ci sono tre tipi di notizie.: le notizie belle, le notizie brutte e le notizie "Così"

Le notizie "Così" sono quelle che ti fanno subito dire: "Ma, che cazzo ma l'hai detto a fare??"
Sono quelle che stridono, che ti fanno stare tutto il giorno con la bocca chiusa e lo sguardo oltre l'interlocutore.
E ogni tanto ti fanno alzare il sopracciglio sinistro in linea diretta con il cuore.
Quelle che ti fanno venire solo voglia di dormire; che trasformano la tua sete di abbronzatura su un lettino da spiaggia, in una inaspettata e tenera pennichella, con le voci degli altri in lontananza, che per fortuna, distraggono i pensieri.
Sono quelle che ti fanno coprire con un asciugamano di chissachi per sentirti al sicuro.
Sono notizie che se non le avessi sapute, sarebbe stato meglio, ma ora che le sai, stai un pò peggio.
Allora cominci a smontare il tuo film sentimental-drammatico e a montare una piccola commedia tragi-comica. Tagli la pellicola e la riincolli un pò più avanti. Butti le scene noiose e riguardi per l'ultima volta quelle da oscar.
Sono quelle notizie che tutti ti dicono: "Cosa'hai?" e tu devi ritornare alla realtà per rispondere sorridendo: "Niente, sono solo stanca".
Sono quelle notizie, che porcamiseria, "Ma davvero... chi stracazzo te l'ha chiesto?".
Che Brook Logan avrebbe avuto più tatto nel comunicartelo.
Che chissà perchè, ti immagini subito la coppia felice all'Ikea che progetta la cucina, mentre tu ti rigiri tra le mani il tazzone Ljuvlig lilla per la tisana, che poi lo rimetti nello scaffale e dici "Mavaffanculo".
Le notizie così, sono quelle che sono le 4 di notte e stai fingendo di non avere sonno per non dover fare i conti con i tuoi sogni: quelli infranti, quelli notturni, quelli che oramai non sai nemmeno più come si fanno. Perchè la realtà ti arriva sulla faccia come un gavettone di acqua gelata fatto col seccchiello che i bambini usano per fare i castelli di sabbia, appunto.

Poi però, per fortuna, ci sono le notizie "Cosà"
E sono quelle che ti fanno tornare il sorriso e lo sguardo un pò frizzante, che ti fanno ancora un pò adolescentemente sospirare e che ti fanno pensare:
"Eeh si...(sospiro), si vede che doveva andare prooooooprio Così!!"

mercoledì, agosto 26, 2009

Sono felice.




Sono felice perchè piove, perchè tra un pò sarà inverno (che belle le coperte) e lo odierò.
Perchè le mie amiche tornano, la città si popola, per la pasta con le melanzane.
Per le due tele che ho comprato oggi che se sarò felice dipingerò altrimenti rimarranno li, a impolverarsi.
Perchè sono innamorata, per la mia casa, per la Sicilia e quello che mi ha lasciato.
Sono felice perchè leggo e perchè mentre scrivo mangio yogurt magro con il miele, come in Grecia.
Perchè ho bagnato il prato e ora piove.
Per la cena di domani, i racconti e le parole che si incroceranno, le foto con l'autoscatto e chissà cosa ci inventiamo stavolta.
Sono felice perchè è raro essere felici e voglio godermelo tutto, questo momento di felicità.

lunedì, agosto 24, 2009

Solsitizio di inverno.


Vorrei solo mettermi nel letto.
Vorrei sentire i brividi.
Vorrei scaldarmi facendomi avvolgere dal mio piumone arancio e giallo del lettino vecchio riadattato a letto matrimoniale.
Vorrei abbracciare le ginocchia per sentire ancora più caldo.
Sentire una scia di sale che arriva fino alla bocca.
Passare la manica del pigiama su una guancia e poi sull'altra, e poi ancora su una e di nuovo sull'altra.
E essere talmente pigra da usare anche il lenzuolo.
Quello rosso, il mio preferito.
Stringere ancora il piumone e stingere i denti.
E tirare un pugno al materasso.

Vorrei l'inverno solo per un'ora.
Ma non perchè ho caldo fuori.

Quello che le donne non dicono.

Quando c'è una cosa che non mi piace fare, cerco il modo migliore per farla.

Ad esempio.
Non mi piace andare dalla pettinatrice.

I miei capelli crescono lenti. Sono pigri come me. Mentre a me sono cresciuti di 1 cm, la mia amica Francesca ha già cambiato 10 volte taglio e sta cosa mi manda sempre in bestia.
Poi come me li tagliano non mi va mai bene. Io dico sempre di si, che sono ok, ma poi esco, torno a casa e li rilavo. E tutte le volte mi accorgo che sono sempre troppo corti e li tiro più che posso con le mani. Ma loro stanno lì a guardarmi, poverini, che si sentono come tanti bambini smarriti che aspettano il turno per fare la doccia prima di entrare in piscina.
Poi non mi piace la piega, in generale. Mi pare una cosa troppo finta. Cioè che senso ha mettersi i capelli perfetti, che tanto non ci crede nessuno. I capelli sono belli scombinati, spettinati, con una ciocca ribelle. Un pò in ordine si, ma come una torta uscita dal forno con le bozze dove si formano loro.
Poi mi da fastidio quando la ragazza che ti lava i capelli ti parla.
Io vorrei che non mi parlasse.
E' che non ho molto da dire a una persona a cui non ho nemmeno il coraggio di dire che l'acqua è troppo fredda o troppo calda.
E poi la fatidica domanda: "Come li facciamo?"
Eh ma che ne so io, tanto come ti dico non li fai, quindi fai te che facciamo prima.

Però.
Però da Alexander-Hair stylist io mi farei pure fare i colpi di sole. Con la cuffietta.
Voglio dire.
Quando vai da lui, devi essere estremamente lucida, perchè uno che ti fa le domande sui capelli, con uno sguardo così, ti frega.

Uno come Alexander, vorresti che ti spuntasse un capello alla volta.

Ecco perchè ogni volta che vengo al mare, mi taglio i capelli.
Al diavolo che mi crescono lenti.
Al diavolo che mi fa la piega perfetta che poi io torno a casa e li rilavo.
Al diavolo che vorrei i capelli più corti dietro e più lunghi davanti e l'altra volta s'è sbagliato e me li ha fatti pari.
Al diavolo che la ragazza che mi lava i capelli mi parla.
Ti dico tutto quello che vuoi sapere.
Al diavolo la storia del cambiamento.
Anzi guarda, cambio anche dopo, se necessario...

sabato, agosto 22, 2009

Intanto ringrazio Princesse perchè mi ha premiata che io non me ne ero accorta e in una giornata come oggi, complice la s.p.m., questa cosa mi fa commuovere.
E ora faccio il test, ovviamente copia-incolla:)

3 cose che devo fare oggi: struccarmi gli occhi, togliere i vestiti dal letto, leggere una pagina del libro di Calvino senza addormentarmi alla terza riga
3 cose essenziali di ogni giorno: il caffè a letto, il riposino pomeridiano, la doccia
3 cose che odio: i prepotenti, chi mi fa mille domande, le fighette.
3 cose che odio di me: perdo tutto, non mi ricordo le cose che mi vengono dette, ultimamente gli occhiali
3 cose che amo di me: il colore degli occhi, mi addormento ovunque, mi arrangio
3 cose che non riesco a comprendere: la timidezza, le tasse, l'inglese
3 cose che mi annoiano: la contabilità, chi non arriva al dunque, guardare la tv
3 cose che dicono di me: che sono fuori, il resto preferisco non sapere
3 cose che mi spaventano: non imparare a cucinare, andare a dormire e svegliarmi in un posto diverso, il buio pesto con tutti i fantasmi che contiene
3 cose che dico spesso: "scusate il ritardo", "vuoi andare avanti con sta macchina di merda che sono in ritardo??", "eh, sti cazziii"

Lo passo a Minu, a Punzy, a Miranda Samantha e Wilma.
so che mi odiate:))

Ferie obbligate

Io e i miei pensieri abbiamo dei problemi.
Che ne so che hanno loro: scappano, corrono via, si pigliano a parole e poi si offendono.
E ognuno per conto proprio.
Io provo a fare pace con loro, ma a volte penso che sono grandi abbastanza da imparare a gestirsi da soli.
Sono dappertutto tranne dove devono stare. Qualcuno si squaglia al sole, qualcuno finisce tra le onde del mare, alcuni si mescolano all'olio solare, altri ancora vanno a perdersi tra i sassi della spiaggia.
Uno ieri è rimasto insieme allo zucchero e ai grani di caffè sul fondo della tazzina del bar dei bagni Pizzo. Un altro, il più frivolo, si è buttato tra le lettere SALVATAGGIO di una maglietta rossa. Poco ci mancava che facesse finta di annegare...
Addirittura ce n'è qualcuno che rimane a fare da segnalibro tra le pagine scritte da Calvino.
L'altro ieri ne ho visto uno attaccato alle pale del ventilatore che girava a velocità due.
Poi ci sono quelli pigri che al mattino restano sotto le lenzuola e sul cuscino. E quelli mi fanno venire il nervoso perchè io invece mi devo alzare presto.
Oggi ne ho trovato uno che faceva scarpetta dentro la teglia col sughetto del salmone al forno. Poi però è saltato in testa al cuoco che c'è un pò rimasto. Suo fratello invece s'è schiantato contro mia sorella. Correva sto sciocco. Io gliel'ho detto che non si corre tra i tavoli.
Ci sono persino quelli stronzi che chiudono gli occhi e fanno finta di essere invisibili.
Non lo so, non riesco a radunarli. Ogni tanto ci provo a bloccarli tra le pagine di un foglio, ma alla fine mi sa che hanno diritto anche loro a qualche giorno di ferie.
Per ora li assecondo tutti e li lascio perdere.
Tanto la strada di casa la sanno.

martedì, agosto 18, 2009

Chiedimi se sono felice.

Quando ero piccola dicevo sempre che da grande avrei il medico, in Africa.
Oggi non ho una laurea in medicina, anche se ho fatto il corso di primo soccorso con la Croce Rossa, e quindi dubito che potrei partire.
Una volta mi ero scaricata tutti i campi di lavoro in Africa da internet. Mi ero pure stampata la cartina, e avevo cercato di imparare un po' la geografia dell'Africa.
Un mio ex morosino di quando ero piccola, uno di quelli che quando ti ci fidanzi ti fanno fare 5 gradini con un salto solo, mi diceva che la mia specialità era cambiare discorso.
In effetti adesso sto tergirversando a me stessa quello che sento.
Sto temporeggiando le mie seghe mentali.
Le seghe mentali che vengono fuori quando mi trovo a piedi nudi, sdraiata sui sedili zozzi che pungono di un treno senza aria condizionata, con i miei pantaloni di cotone leggero di un colore indefinito, con l'elastico in fondo che mi fanno sembrare aladino, ma chi se ne fotte, il bracciale dorato di georgie e i capelli mossi dall'aria che entra di prepotenza dal finestrino.
A me piacerebbe sentirmi libera.
In teoria, io lo sono già. O meglio, lo sono più di molte altre persone.
Ma non lo sono completamente o molto semplicemente, come vorrei.
Ogni tanto faccio delle piccole cavolate che mi danno la breve illusione di sentirmi libera: tipo mangiare sul davanzale della finestra; mettere l'etichetta della maglia di uno sconosciuto a posto; sdraiarmi sul pavimento della sala e guardare il soffitto; mettermi la crema nivea soft seduta sul pavimento del bagno; far cadere le cose per terra.
Ecco, far cadere le cose per terra, mi fa sentire estremamente libera.
A volte quando sono nei negozi dove ci sono bicchieri, immagino di prenderne uno e guardando la commessa, aprire la mano e lasciarlo precipitare sul pavimento, gustandomi tutti gli attimi che passano tra il bicchiere intero e i frantumi sul pavimento. Poi glielo pagherei, ma vorrei troppo farlo.
Perché un conto è quando ti scivola, un conto è quando sei tu che decidi.
Mi sento libera quando esco di casa e non lo devo dire a nessuno.
Quando decido una cosa e poi ne faccio una opposta.
Quando scelgo i film da block buster, quelli che guardo da sola, ovviamente.
Invece non mi sento libera quando voglio andare da qualche parte e non posso.
E' che molto spesso devi dare troppe spiegazioni e io odio dare le spiegazioni. Di norma non le chiedo, voglio dire non sono una che ti fa mille domande. E vorrei che nemmeno gli altri me le facessero. Io mi stanco a dare le spiegazioni, ma fisicamente. Come salire le scale.
E odio anche quelli che ti analizzano le scelte.
Fatti i cazzi tuoi, no? Te l'ho chiesto? Anzi, magari chiedimi se sono felice!
Vorrei potermi sentire libera di dire: ecco, da domani vado a vivere in Sicilia.
Da domani il palazzo grigio che di solito mi da il buongiorno con tutte le persone musone, sarà barattato con la signora Pippa che mi porterà i peperoni arrostuti o i fichi appena raccolti, e il mare che si vede da lontano. "Oggi è calmo, mi sembra"
Da domani, il cappuccino diventerà una granita.
Da domani, ci sarà il profumo del pane appena sfornato che mi farà capire che è ora di alzarmi.
Da domani, farò un lavoro semplice che mi farà sporcare le mani e il viso quando mi asciugherò il sudore dalla fronte.
Comunque era un esempio, tanto per dire.
Adesso basta perché ho fame e voglio mangiare. Adesso.

"A noi che siamo gente di pianura
Navigatori esperti di citta'
Il mare ci fa sempre un po paura
Per quella idea di troppa liberta'...

Gente di mare che se ne va
Dove gli pare, dove non sa
Noi prigionieri in queste citta'
Viviamo sempre di oggi e di ieri
Inchiodati alla realta'...
E la gente di mare va.. "

lunedì, agosto 10, 2009

Dieta mediterranea

La preoccupazione più grande per Lina, è che i suoi figli mangino.
Per figli, Lei, non intende solo quelli naturali. Anche quelli acquisiti: gli amici o amiche delle figlie, i nipoti, i parenti in generale, i vicini di casa, i passanti, tutti quelli che si trovano alla Sua tavola, soprattutto se quella di casa.
La Sua frase più famosa è: "Mangiamo quello che c'è".
Il che significa che esci da casa Sua sempre con il primo bottone dei pantaloni slacciato.
Anche quando dice di avere il frigo vuoto, non so come, ma sul tavolo non c'è quasi più posto per piatti, bicchieri e posate. A Lina le puoi dire anche all'ultimo secondo che ha ospiti a pranzo o cena. C'è sempre cibo per tutti.
Ultimamente per tenerLa un pò a freno, mi tocca dirLe: "Mamma, se continui a farmi mangiare così, non troverò mai un fidanzato", ma Lei prontamente risponde: "Mangiare è uno dei piaceri della vita" o "Tu hai le ossa grosse, non è colpa mia"
E' da quando sono piccola che tenta di convinvermi di questa cosa.
Poco prima di partire mi ha mandato un messaggio al cellulare: "Portati da mangiare"
E in effetti avremmo potuto sfamare tutto il vagone del treno.
Oggi pomeriggio ha esordito dicendo :"Basta, da stasera tutti a dieta", perchè le rare volte che si sente in sovrappeso, tutti devono mangiare di meno.
Infatti per cena ha preparato l'inno alle proteine: carne in padella, uova alla cocque e formaggio.
Poi c'era l'insalata mista che io non so come mai ma la mia insalata non è mai buona come la sua.
E mentre si cenava, già si preoccupava per il mangiare del viaggio di ritorno: "Fai così: a pranzo vi prendete l'arancino sul traghetto, poi per la cena vi fate i panini o vi portate le focacce"
Mia Mamma non si rassegna al fatto che a me,g li arancini non piacciono, perchè ogni volta che traghettavamo per attraversare lo Stretto, la prima cosa che faceva una volta salita sulla nave, era comprare l'arancino, quasi come per pregustare i sapori della Sua terra. A me invece con l'odore del sale misto a ferro si chiudeva lo stomaco e così adesso mi si chiude appena vedo gli arancini. E' una delle poche cose che mangio poco volentieri insieme ai carciofi.
Anche per quelli, ogni volta, ci prova.
A proposito, Lina ovviamente ha un marito che sa cucinare. Papà.
Quindi, in quanto a dieta, non ho scampo.

venerdì, agosto 07, 2009

Il mare nel cassetto

Sto aspettando il suono del campanello.
Quello che annuncia che la scuola è finalmente finita e che per tre mesi con il cavolo che metto il naso sui libri.
Ho già messo i quaderni nello zaino e sono pronta per uscire, seduta sul banco con le gambe a ciondoloni.
Immagino i corridoio vuoti, i banchi con le cartacce sotto, le seggiole spostate in mezzo all'aula, la lavagna ancora scritta.
Immagino un anno passato coi miei compagni.
Guardo la mia pelle bianchiccia e non vedo l'ora di cuocermi al sole con il ricordo nelle orecchie di tante voci confuse.
Ci sono certe immagini indelebili che non ti leverai mai dalla testa.
Alla fine di ogni ciclo scolastico, di solito piangevo.
Le prime volte perchè sapevo che stavo crescendo.
L'ultima perchè sapevo che era ora di fare il salto.
Il salto nel mondo dei grandi. Quello vero.
A piedi nudi scrivo queste righe.
Ho la gonna, la canottiera, e la borsa a tracolla. Il sole mi sta bussando alla finestra.
Chissà perchè pure ora, nel silenzio di questo ufficio, mi viene da piangere.

giovedì, agosto 06, 2009

Totovicino

Prologo
Al matrimonio a cui sono andata domenica me lo avevano detto: "Le farfalle portano novità".
E mentre io riempivo il piatto dell'aperitivo di formaggi di ogni genere e miele, una piccola farfallina ha cominciato a girarmi intorno per poi posarsi sui miei capelli.



Hanno affittato l'appartamento al piano terra nel mio palazzo.
Io in realtà pensavo lo avessero venduto, visto che il cartello VENDESI era oramai diventato decorazione integrante del portone. E invece no, lo hanno affittato. Avere un cugino che fa l'agente imobiliare può tornare utile in certe circostanze.
Quindi da due giorni c'è grande movimento per il cortile e il portone sempre aperto mi riempie il cuore di gioia, visto che così non devo scendere per entrare con la vespa.
E tutti i condomini si inventano le scuse per scendere in cortile e sbriciare nella casa.
Io, per esempio, ho già buttato 5 volte l'immondizia: praticamente ho trasferito i miei bidoni in cortile.
La mia vicina ha svuotato la ciotola del gatto direttamente nell'organico. C'è chi stende in continuazione, chi porta il cane a fare la pipì, poi torna e riesce per fargli fare la cacca, chi porta i figli a scuola anche se non ci devono andare.
E tutti prima di risalire, diamo una sbirciatina dentro la casa misteriosa.
Si vedono delle camicie appese a un attaccapanni. E uno zaino buttato per terra.
In due giorni hanno riempito la casa di mobili dall'inconfodibile stile ikea.
Oggi rientrando a casa, ho trovato una mini riunione davanti al portone:.
C'erano:
un'equadoregna sui 30 vestita di rosso
un ragazzo sui 25 con i capelli scuri e gli occhi scuri
un signore sui 40 che non guarda mai in faccia.
...inutile dire su che numero ho puntato il mio gruzzolo...

mercoledì, agosto 05, 2009

Mi ricordo montagne verdi

E mi trovo a cercare in continuazione il contatto con la natura.
Penso a una colazione sotto un portico, seduta su un dondolo. Un tavolino in ferro bianco, le sedie con il cuscino rosso e il profumo dell'erba misto a neve sporcato da quello di cacca di mucca. Fingo tutto affacciata al mio balcone, guardando le tapparelle chiuse del palazzo di fronte, sempre lo stesso blocco di cemento, con una tazzina verde di terra cotta grezza tra le mani, strabordante di caffè pessimo.
E il verde diventa il mio colore preferito.
Recupero una maglietta al ricordo di mela acerba, di quando avevo forse 16 anni, lisa e slabbrata. Verde pure questa.
Ogni foglia, ogni corteccia, ogni granello di terra umida, ogni strappo di cielo azzurro fra le nuvole, ogni pozzanghera, diventano piu' preziosi delle poche banconote che soffocano nel mio portafoglio. Soffocano perchè ci sono tutti gli scontrini che io mi ostino a non buttare mai.
Me ne frego dei capelli in ordine, dei vestiti in ordine, della casa in ordine.
Mi metto a piedi nudi in stazione in coda alla biglietteria, perchè le mie zoccole di legno con la fascetta verde e il tacco alto, mi fanno male.
E sentire il pavimento nudo sotto i piedi mi fa stare bene.
Penso a tutte le montagne del mondo. A quelle che una volta, agli scout, avevo ammirato seduta su una roccia, dopo che avevo appena finito di dire parolacce, perchè non volevo camminare in salita.
Mi ero sentita una stupida di fronte alla bellezza e alla semplicità di quel profilo che puntellava il cielo.
Penso alla signora con le guance rosse, che quando l'avevo vista nella sua cucina di petra e ghisa, avevo pensato:" cavolo, io mi sa che voglio questo"

Mi sembra di essere dentro il vagone di una metropolitana, tenuta su dalla folla. Etnie diverse, odori diversi, ognuno immerso nei propri sogni.
Tutti pronti ad aspettare l'apertura delle porte: qualcuno scenderà, qualcuno salirà, ma io sempre compressa tra le persone.
Troppo bassa per riuscire a leggere la mia fermata.
Solo la voglia di tirare il freno a mano, forzare le porte, e scendere dove voglio io.
Ma sicuro fermo il treno in galleria...

martedì, agosto 04, 2009

Momento di vero godimento (cit.)

Una volta lessi una frase del genere:
"Uno dei vantaggi dell'essere single é che puoi mangiare e soprattutto sbricolare sul letto, senza che nessuno ti possa rompere le scatole"
Ricordo che rimasi colpita parecchio da questa affermazione, perchè effettivamente non riuscivo a capire tanto bene. Ero Sfidanzata da poco e tutto ciò che faceva per uno, mi riguardava.
Mi immaginavo a fare banchetti sul lettone matrimoniale. Tipo pasta aglio, olio e peperoncino, seduta fra i cuscini; fragranti croissant sotto coccolanti piume d'oca; patatine formaggiose a pallina, piangente, durante la visione di qualche film melodrammatico con finale un pò dubbio, e che sognavo di prendere sempre in affitto da blockbuster, ma che ogni volta mi venivano sfilati dalle mani per dare la precedenza a horror o trhiller.

Da quando vivo da sola non ho mai mangiato a letto e non ho mai sbriciolato tra le lenzuola.
Non ho mai gustato parmiggiane di melanzane, tantomeno pizza e cocacola sdraiata sul copriletto rosso etnico del mercato che lascia i pelucchi rossi sul pavimento che io respiro e soffoco.
Anzi, forse solo una volta ho mangiato...ho dei ricordi al sapore di cioccolata calda e torta di mele :)

Oggi in pausa pranzo, tra un cambio di lenzuola e l'altro mi sono volontariamenre sdraiata vestita sul materasso nudo, con il mio mini pc tra le mani. E mentre sullo schermo si susseguivano lettere che componevano frasi che si proiettavano sul vetro dei miei occhiali, io penso di aver compreso la grande verità di quella frase.
E ho riso. Riso come non mai. Da sola, di gusto. Ho riso quasi con le lacrime. Che per un attimo mi sono sentita Crudelia Demon.
Ho riso, soprattutto perchè non ero io a scrivere.
Perchè mi sono sentita padrona delle mie piccole scelte.
Dei miei pasticci, dei miei gomitoli di lana aggrovigliati, lasciati nell'armadio. Dei miei vestiti sul letto. Dei miei fine settimana in fuga dalla città. Della pila di roba da stirare. Dei miei bicchieri colorati. Dei miei quadri itineranti per la casa. Dei miei cambi di rotta. Dei miei sorrisi. Dei miei sguardi. E anche dei miei gesti, seppur distratti e disastrosi.
Dei miei Si e dei miei No.
E soprattutto, di tutte le mie briciole sparse goduriosamente sul letto.

lunedì, agosto 03, 2009

Impulsi

Questa sera ho messo in pericolo la vita della mia amica:)

GiustificaQuesta sera, il mio spirito meridionale ha preso fuoco nel tempo di un cambio di luce del semaforo. Rosso, verde, fuoco.
Ho sentito le fiamme che si sono sprigionate e hanno avvolto i miei occhi e il mio orgoglio da femmina. Perchè tale ero in quel momento: una femmina con il vestitino, il pulloverino, le ciabattine e i il ciuffo tirato su da un'antiestetico becco d'oca.
Perchè se un cretino, arriva al semaforo rosso a tempo a me e mi fa capire che mi vuole sorpassare e non solo, anche tagliare la strada, no guarda caro cretino che hai sbagliato persona.
Eh non so che mi è preso, giuro che io in macchina sono tranquilla e non litigo mai con nessuno:)
Sgasavo con la punto e a Elisa ho detto "Tieniti, chi cazzo si crede di essere"
Semaforo verdeglipassodavanti e mi piazzo in mezzo alla strada.
Lui mi supera.
A quel punto all'incrocio dopo avrei dovuto lasciare Elisa a casa.
Riscatta il rosso per lui al semaforo dopo. Io lo vedo e dico a Elisa "no, non finisce mica così"
Riaccelero, mi accosto. Gli sgaso vicino.
Avanziamo a tratti fino oltre alle strisce. Un cm lui, uno io. Sguardo fisso sul vetro rosso.
Lui, anzi loro, perchè i cretini erano due, fanno per abbordare.
Io oramai ero calata nella parte di terrona orgogliosa e sentivo solo il rombo del motore, della Punto.
"Eli. Tieniti"
Sono partita con il rosso.
Gare di veloctà. Meno 10 punti.
E sti cazzi se me li levavano, per questa volta.

A qualcuno piace caldo


Oggi ho sentito il profumo dell'inverno.
Ho chiuso gli occhi e per un attimo mi sono ricordata del mio cappotto a pois che tanto mi piace, ma che non tiene per niente il caldo.
Poi li ho riaperti e mi sono resa conto che al reparto ortofrutticolo dell'Esselunga fa un freddo cane.
Volevo solo dire che siamo solo al 3 di agosto e ribadire che a me, il caldo, PIACE.
Stare sotto il sole delle 13 che non mi fa respirare, mi fa sciogliere e inzuppa la mia schiena di piccole goccie di sudore, mi piace. Mi piace che il sedile della mia Punto mi bruci le chiappe ogni volta che salgo in macchina, e che il volante che mi ustioni le dita e mi faccia dire "au, oi, aiu"; mi piace svegliarmi al mattino convinta di essermi addormentata nel forno della cucina e al primo respiro sentirmi come un pesce strappato al mare.
Mi piace non avere l'aria condizionata e il ventilatore in casa, ma avere il Gelataio della Simac degli anni '80, ingiallito, che fa il gelato più buono del mondo che però io mi dimentico di mettere nel freezer perchè sono distratta e lo metto in frigo e poi lo trovo tutto squagliato e allora lo rimetto nel freezer ma rimane a due strati e fa cacare, ma lo mangio uguale.
Mi piace mangiare l'insalata perchè è estate, e soprattutto perchè apro la busta e la rovescio nel piatto et voilà, il pranzo è servito. Anche io sono pro verdura biologica ecc, ma quando vivi da sola, ti rimangi tante cose tipo "io non porterò MAI a mia mamma la roba da stirare"
Mi piace il sole che sta in cielo fino alle otto di sera.
E non sono ironica.

sabato, agosto 01, 2009

Falling in love.

Mi sono innamorata :)

Ma no di un uoomooo. Assolutamente.
Cioè in realtà pure di quello, ma questa è un'altra storia.
Anche perchè forse, domani, avrò già cambiato idea.

Mi sono innamorata di una bicicletta e di una montagna.

Mi sono innamorata dello stare in equilibrio su due ruote. Di fare le curve senza buttare solo il culo in fuori e possibilmente buttandolo dalla parte giusta.
Mi sono innamorata dei sassi appuntiti che finiscono sotto le ruote, che sono come i tranelli di Indiana Jones. Si spostano e ti fanno scatafaciare per terra, se non stai attenta.
Del bosco, delle foglie, dei rami spezzati, delle buche della terra, del profumo delle foglie secche; delle mucche che se ne stanno lì a masticare fili d'erba, in pace. Perchè sei tu l'ospite.
Mi sono innamorata della gente della montagna che ti parla. Molto più di quella della città e del mare.
Mi sono innamorata delle braccia che traballano sul manubrio , dei piedi che sussultano sui pedali, del cuore che batte forte e del fiato corto. Della concentrazione che devi essere in grado di mantenere per trovare la strada.
Quella giusta.
Almeno questa volta non per te.
La stessa concetrazione che non ti permette di pensare ad altro, se non ai sassi, alle buche, alle gambe un pò piegate. Che se solo poco poco ti distrai, ti arrabatti per la discesa.

Mi sono innamorata della professionalità, dell'educazione, del rispetto, della competenza, della precisione, dell'abilità, e soprattutto della pazienza del mio maestro. E' figo avere un maestro tutto per te. Non come a scuola, che te lo devi dividere in 25.
S'è pure fatto male al posto mio. Perchè io mi sono distratta (che non mi succede mai , giuro...:)) e mi sono rovesciata per terra, e lui mi ha acchiappata al volo. E tu ti fidi. Ed era un bel pò che non provavo a fidarmi. Ciecamente.

Poi mi sono pure innamorata.
Di un sorriso disarmante che per caso, insieme ad altri sorrisi, è passato nel bosco.
Che quando vedi un sorriso così pensi.: " "
No, appunto, non puoi pensare, perchè sei estasiata.
Anzi, siccome ero a Oropa, ho voluto credere che forse il Signore aveva fatto scendere un angioletto.
Perché era pure biondo.
Ma poi ho visto che era in bici, col casco ecc, e allora ho pensato che forse, su in Paradiso ,ancora non ci girano in bici.
Fine dell'innamoramento.
Solo dell'angelo, intendo.