domenica, novembre 30, 2008

meno venticique al venticinque

Nella foto Bambi, i mufloni e i pulcuni.

C'era un momento del Natale che temevo sempre quando ero bambina.
Quando arrivava mio papà e mi diceva "Domani facciamo l'albero e il presepe"
Io il domani, avevo sempre qualcosa di importante da fare che puntualmente ero costretta a rimandare.
Il solito albero conservato in un sacco nero dell'immondizia; le solite palline ormai scolorite dal tempo; la solita punta con tre luci con l'ultima rotta; la capanna che aveva oltrepassato tutte le norme di sicurezza; le pecore che non non capisco perchè ogni anno diminuscono; le solite luci sul balcone che tutti gli anni si fa a gara coi vicini per chi le mette prima e chi ne mette di piu'. C'è una mia vicina che le accende a settembre.
Una sola volta abbiamo preso l'albero vero ma poi abbiamo trovato aghi di pino sparsi per casa per il resto dell'anno.
Il fatto è che che io non avevo mai possibilità di scelta: se mettevo i re magi a destra, no mettili a sinistra; se facevo il lago con la carta stagnola, no il lago quest'anno non lo mettiamo; se sistemavo le percore a gregge, no vanno sparse. E come ogni anno finivamo per litigare. Io me ne andavo e tornavo a cose fatte.
Una volta prima di fare il presepe, ho avuto la brillante idea di lavare tutti i personaggi del presepe che avevano addosso la neve dell'anno prima. Ho pensato che se lo facevo con le barbie potevo farlo pure con loro. Ho scatenato l'inferno.
A me il presepe e l'albero mi fanno tristezza. Quando rientravo a casa e li trovavo accesi nel buio, una volta su due mi venivano le lacrime.
Nel mio presepe ci sono le statuine classiche: la pastorella, quello che porta la legna, il fornaio, quello con la pecora sulle spalle, il pescivendolo, quello che arrota i coltelli, quelli che fanno le frittelle, le pecore, bambi, dei mufloni, una giraffa, i pulcini tutti attaccati, gesù bambino attaccato alla capanna col cotone sopra (io però glielo spostavo un pò che se no non respirava) e poi due angeli. Uno era l'arcangelo gabriele, l'altro non so ma siccome dispiaceva lasciarlo da solo nella scatola, appendevamo pure quello.
Poi c'era un personaggio che a me faceva una paura folle.
Era l'ubriaco.
Ma non era quello che mi faceva paura. E' che non aveva la faccia: si vedeva il gesso sotto, grigio. E mio papà lo doveva mettere per forza, ma girato di schiena. Io ogni tanto andavo a guardarlo perchè pensavo, boh magari gesù gli fa il miracolo e gli fa rispuntare la faccia.
E invece niente.
Quest'anno è il mio primo Natale a casa mia.
Non credo che farò il presepe, perchè primo costano troppo e poi conoscendomi rimarrebbe in pianta stabile per tutto l'anno.
Farò l'albero. Finto. Coi legni secchi. Così mi evito la sofferenza di vederlo morire giorno dopo giorno.
E poi attaccherò le tendine di stelle che ho comprato due anni fa all'Ikea.
Erano in svendita...

sabato, novembre 29, 2008

Ogni scarrafone è bell' a mamm' soja

L'altra sera ho ricevuto visite.

Non lo aspettavo in realtà, è arrivato tardi; però alla fine siamo stati insieme fino alle tre e mezza di notte.
Quando l'ho visto entrare gli ho detto stupita “e te, che cosaaa ci fai qui?”
Lui non mi ha risposto. Credo si sia un po' vergognato, infatti si è subito nascosto.
Gli ho detto che non era ora di giocare a nascondino. Ma lui, niente.
Avevo sonno, ma non potevo lasciarlo da solo. Dai che maleducata..
Gli ho detto “guarda che se non esci, io giuro che ti vengo a prendere, e poi sono tutti cavoli tuoi”
E lui muto.
Penso che abbia capito subito che non sono mai stata brava a nascondino perchè si è preso gioco di me.
Ho acceso tutte le luci e ho messo a soqquadro la cucina.
Ho iniziato anche ad avere paura e quando uno ha paura qualche lacrima gli esce.
E così scoraggiata e afflitta ho chiesto aiuto per telefono..
“Come si fa a catturare un fottuto, stronzo, scarafaggio di merda?”
Ero in stato confusionale, avevo raggiunto il delirio. Avevo persino i brividi.
Ho acceso una candela sotto al lavandino, volevo avvelenare del cibo con la candeggina e costruirgli una trappola; ho battuto la scopa contro ogni mobile. Niente, lo stronzo c'era, ma non si vedeva.
E' in queste situazioni che ti accorgi a che serve un uomo in casa:)
E ti accorgi pure quante cose servono in casa. E a me serviva il Baygon, che ovviamente non avevo.
Assecondando il mio delirio, ho deciso di blindare la cucina. Ho fabbricato una specie di sportellino per cani con del cartone e dello scotch.
A quel punto, forse, preso dalla pena, si è fatto vedere, ma ormai era troppo tardi. Avevo gli occhi iniettati di sangue. Mi si è accorciato il respiro e spray per spray...gli ho spruzzato addosso mezza bomboletta di deodorante al muschio bianco.
Era stordito, confuso e sicuramente profumato. Ho approfittato e l'ho colpito. Una, due, cinque volte. Poi come i nei film ho fatto cadere l'arma del delitto, la scopa, e sono scappata. Quando mi sono ripresa ho raccolto i resti e l'ho buttato.
Ero un po' indecisa se organico o indifferenziato in effetti.
Ho tolto le ultime tracce, disinfestato, sigillato le persiane, in basso.
Ecco se magari la prosima volta mi mandi un sms prima di presentarti a casa mia senza avvertire, meglio.

P.S. si ringrazia per l'assistenza tecnico-spirituale il signor M. Balza:)
grazie per aver assecondato i miei deliri.

giovedì, novembre 27, 2008

Interrogativi

L'altra mattina ero a casa, in ferie. (*)
A fatica sono uscita da sotto al piumone. Infatti poi ci sono rientrata subito; poi sono ri-uscita ma sono nuovamente crollata nel letto. Quando finalmente sono riuscita ad alzarmi, ho deciso di fare colazione davanti alla tv.
Bollitore per il the, amo il mio bollitore comprato alle Poste, ci farei pure la pasta dentro se potessi; fette biscottate, burro e marmellata rigorosamente scura, tavolino, telecomando.
Ho trovato un cartone animato.
Uno che fa tipo il falegname. E subito mi sono sentita fighissima.(**) Ero felice come una bambina.
Sto tipo però è un pò strano perchè ha gli attrezzi che parlano, tipo il cacciavite mi pare si chiami Taglio, e la chiave inglese Becco. Lui costruisce le cose e aggiusta tutto.
L'unica cosa è che è esageratamente gentile. Che se uno dovesse mai aiutarmi come fa lui gli direi: "senti, non puoi aiutarmi stando zitto che tutta sta gentilezza mi fa perdere tempo?"
Ogni tanto in questo cartone inoltre dicono le frasi in inglese. Tutti, pure gli attrezzi.
Come se io andassi in un negozio e mi dicessero"vuoi vedere questa maglia?" e io" of couuuurse, miss""certamente signorina". Perchè poi traducevano subito in italiano -_-
E a me dava un pò il nervoso sta cosa, perchè oltre a sembrare un pò sfigati, mi infastidiva come le dicevano.
Solo che poi ho riflettuto.
Perchè sti cartoni bilingue non li facevano quando ero piccola io?
Invece di fare i cartoni dove c'erano le bambine maltrattate, denutrite, sfruttate, picchiate, abbandonate, o quelle che facevano le magie, si trasformavano, sparivano, ecc.
A quest'ora almeno conoscerei un pò d'inglese (ringrazio i miei per aver avuto l'intuizione di farmi fare francese prima lingua alle scuole medie) e magari ora non sarei così sensibile e non cercherei di trasformarmi in magica Patty tutte le volte che mi trovo in difficoltà. No vabbè scherzavo l'ultima cosa non la faccio mai.
Però c'è un problema.
Ho cercato riscontro di questo cartone su internet e non ho trovato nulla.
Eppure io sono sicura di essermi svegliata...

* per chi osasse dire che sono sempre in ferie, vorrei precisare che io quest'estate ho goduto solo di una settimana di ferie, anzichè due, quindi ho ancora dei giorni disponibili, poi che posso prenderli quando voglio questo è un piccolo -pro- del mio lavoro.

** n.d.r. sto facendo un corso di falegnameria, e la risposta è "non è vero che non ho proprio un cavolo da fare, c'è scritto pure nel mio profilo che mi paice il bricolage"

mercoledì, novembre 26, 2008

Tapis-roulant

Oggi mentre camminavo su questa strada per andare in ufficio, mentre osservavo l'asfalto scorrere sotto le mie scarpe, che mi sembrava di essere su un tapis-roulant gigante, mi è venuto in mente un pezzo di una canzone.
Questo:

"C'è solo la strada su cui puoi contare
la strada è l'unica salvezza
c'è solo la voglia e il bisogno di uscire
di esporsi nella strada e nella piazza
perché il giudizio universale
non passa per le case
le case dove noi ci nascondiamo
bisogna ritornare nella strada
nella strada per conoscere chi siamo.

C'è solo la strada su cui puoi contare
la strada è l'unica salvezza
c'è solo la voglia e il bisogno di uscire
di esporsi nella strada, nella piazza
perché il giudizio universale
non passa per le case
e gli angeli non danno appuntamenti
e anche nelle case più spaziose
non c'è spazio per verifiche e confronti"

venerdì, novembre 21, 2008

Accontentati.

Mi hanno insegnato a lavare i denti prima di andare a dormire,
che devi mettere il pigiama prima di andare a dormire,
che devi studiare se no non andrai da nessuna parte, ma devi avere i soldi per studiare,
Mi hanno insegnato che a volte le cose da fare sono diverse da quelle che vorresti fare
e che quello che vorresti fare non sempre si può fare.
Mi hanno insegnato ad abbinare i colori quando mi vesto,
che esitono la colazione, il pranzo, la merenda, la cena
che si dice buongiorno per rispetto,
ciao in confidenza.
Mi hanno insegnato che chi ha piu' soldi è temibile,
che chi ha piu' soldi è capo e comanda,
chi è capo va rispettato,
che ci sono i ricchi e i poveri,
che conosci uno, ti fidanzi, poi ti sposi con l'abito bianco, e le bomboniere, gli invitati che ci tengono, l'anello d'oro, le foto in posa perfetta che speriamo ci sia il sole, il pranzo che chissà quanto hanno speso,
che avrai dei figli e li porterai a scuola, anzi no te li porterà la baby sitter perchè te dovrai lavorare, te li porta la nonna se sei fortunanta,
mi hanno insegnato che devi mettere da parte i soldi,
che devi essere prudente, responsabile, brava ragazza, come sei brava;
mi hanno insegnato che non puoi cambiare il mondo, ma al massimo è il mondo ti cambia,
che il mondo è grande, ma mica lo puoi vedere tutto,
che siamo tutti uguali davanti alla legge,
che smettila di sognare devi essere realista,
che devi stare coi piedi per terra.
Mi hanno insegnato che di giorno si lavora e di notte si dorme.

Che il treno passa solo una volta.

E invece io voglio andare a dormire con ancora il sapore del pane e cioccolato e con i vestiti che hanno addosso il profumo della giornata appena trascorsa,
voglio studiare le cose che mi interessano e scoprire che mi interessano altre cosa e studiarle, e imprararle
vorrei fare tutto quello che mi viene in mente, dire tutto quello che penso, muovermi come voglio,
voglio vestirmi per ripararmi dal freddo e per coprirmi e scoprire che il fuxia e il rosso stanno bene vicino,
voglio mangiare quando ho fame, avere sempre qualcosa da mangiare quando ho fame, magari avere nel frigorifero quello che vorrei mangiare quando ho fame e non farmi piacere una scatola di tonno alle undici di sera;
voglio dire buongiorno a tutti, e pure ciao a tutti,
vorrei tornare al baratto, offrire una torta di nocciole per un piatto di lasagne, se mi prendi una cassa d'acqua al supermercato porto fuori il tuo cane domani mattina alle sette;
voglio come mia mamma e mio papà scherzavano a tavola l'altra sera dopo 32 anni che stanno insieme, mmh 33, solo una foto con la polaroid, una promessa mantenuta, una torta di mele, e le ginocchia sbucciate, le mie e quelle dei bambini. Non importa in che ordine.
Voglio che testa di cazzo che sei;
voglio lasciare un segno nel mondo, magari con un pennarello indelebile che mi sporca pure le dita.
Voglio parlare francese a Bordeux, sentire il profumo delle montagne in Svizzera, mangiare gli spaghetti velocissimo in Giappone, avere freddo al Polo Nord, sentire il suono della sirena dell'ambulanza-dalla finestra con la scala antincedio davanti-in un appartamento a New york.
Voglio inseguire un sogno e realizzarlo. Un sogno assurdo.
Dormire quando ho sonno, cioè sempre.
Voglio perdere il treno, ma questo l'ho fatto.
Voglio perderlo, ma prenderne uno dopo e scoprire che quello prima s'è rotto e sono arrivata prima io.

Inizio ad andare a dormire col sapore del pane e cioccolato e non del dentifricio, per una volta.

giovedì, novembre 13, 2008

La scelta

Ieri mi sono trovata di fronte al bivio.
Non c'era Enrico Ruggeri che cantava però, ero sola.
Io, i miei pensieri e la pioggerellina che iniziava a macchiare il vetro del parabrezza.
Telefono scarico, nessuno nei paraggi, freddo autunnale che penetra da sotto le maniche del cappotto e pelle d'oca, perchè ti sei vestita troppo leggera, che a volte non costrebbe nulla aprire le persiane al mattino prima di uscire di casa per vedere che tempo fa.
Ho provato a cercare l'alternativa, ma quando ti trovi al bivio le strade da percorrere sono solo due.
O...O...
Comprare le spazzole del tergicrsitallo per evitare quando piove di andare a schiantarti perchè quelle che hai su si sono consumate fino allo stremo e oramai preghi che non si metta a piovere quando stai guidando, o...?
Appunto O.
Non E..., O.
O...andare a mangiare fuori?
o comprare una maglia?
o delle scarpe col tacco (vabbè era per dire)?
o fare la spesa,o andare dal dentista?
o pagare il fisioterapista,o pagare la bolletta?
o fare la benzina?
o prendere un biglietto del treno?
o...o...o...
Per noi comuni mortali gestire uno stipendio è tutta una questione di equilibrio. Bisogna essere bravi coi conti. Ed essere in grado di tenerti in equilibrio. Sempre.
Adesso capisco a cosa servivano i regoli.
A scuola ti insegnavano a fare una riga da 10 arancione con gli altri pezzetti colorati, non un pezzo in più, non un pezzo in meno. Poi potevi scegliere se usare tutti i pezzi da uno, che per come erano fatti a me veniva voglia di mangiarli, o tutti i pezzi da due, o tre da tre e uno da uno..o..o..o...
Io di solito, mentre la maestra unica spiegava, li usavo per fare la torre...oppure i pezzi da 5 gialli come patatine fritte, quelli da 4 verdi come piccole zucchine, quelli da due rossi erano i pomodori (per la bruschetta), quelli marroni mi facevano un pò senso...

Ieri ho scelto le spazzole...TRENTAEUROdispazzoleeee-_-
E ho tolto una cena fuori, o forse due cene al cinese, o una maglia, o una seduta dal fisioterapista,o...o...o...

Adesso però deve piovere per una settimana, almeno.

martedì, novembre 11, 2008

0131

C'è una cosa che mi manca nella casa nuova.
Ma mi manca davvero tanto.
Me ne sono accorta l'altro giorno mentre mi stavo lavando i denti. Che ho sentito un rumore, un rumore strano ma familiare.
Che non mi ricordavo quanto ti desse un senso di appartenenza alla casa.
Ho sentito questo rumore e subito ho avuto la tentazione di andare in sala pensando "chissà chi mi cerca".
Nella mia casa manca il telefono. Il telefono fisso.
Non pensavo che ne avrei sentito così tanto la mancanza e invece ieri quando ho sentito squillare quello del piano di sopra, o di fianco, ancora devo orientarmi bene, ho provato un'invidia fortissima. Avrei voluto suonare ai vicini e chiedergli se potevo rispondere io. O se magari era per me.
Il suono del telefono che squilla è così casalingo, un pò come il citofono. Che a me quando suona il citofono mi piace un sacco perchè ti lascia ancora il gusto della sorpresa. Come l'ovetto kinder.
In realtà non distinguo ancora il citofono dal campanello, infatti una sera m'ha suonato il vicino, io ho risposto al citofono e poi ho sentito la voce dietro la porta e m'è preso un colpo.
Col telefono fisso cercano te, a casa, per forza.
Non te in giro, o al bagno, o mentre guidi, mentre mangi, dormi, fai la spesa al lidl, stai provando una maglia in un camerino, sei in piscina, stai lavorando, sei dall'amica, in bicicletta, nel parcheggio di mediaworld mentre stai scavalcando il muretto per andare alla Coop...
Se ti chiamano sul telefono fisso o sei a casa, o non ci sei. Punto.
Forse potrei risolvere il problema comprando un minicellulare (fanculo al canone Telecom) e evitando di memorizzare tutti i numeri. Magari memorizzandoli tutti con una A. Oppure A1, A2, A3. Ah no, che poi penso che mi stanno chiamando dall'autostrada...

mercoledì, novembre 05, 2008

Domenica è sempre domenica

Io sono nata di Domenica. Una domenica di Gennaio.
Nascere di Domenica comporta una visione della vita e una formazione del carattere diversi rispetto al nascere durante un giorno lavorativo.
Domenica, giorno di riposo;
giorno in cui la sveglia minimo suona alle 10. Se suona.
Giorno in cui puoi permetterti di girarti dall'altro lato e continuare a domire sotto metri di piumone d'oca.
Giorno in cui quando ti alzi, ancora con gli occhi appiccicati ti gratti la testa, strisci in cucina e se non hai una famiglia meridionale che cucina le melanzane alla parmiggiana o l'impepata di cozze, o la frittata di zucchine, ti fai un tazzone di latte e biscotti possibilmente al microonde e guardi alla tv il film appunto della Domenica. Ma lo guardi solo, mica lo capisci.
Poi attendi il pranzo della Domenica, quello coi parenti.
Di quei pranzi abbondanti e lunghi dove a metà mangiata slacci il bottone dei pantaloni e cerchi di nascondere vergognosamente il misfatto con il bordo della maglia se sei settentrionale, se invece sei meridionale è un vanto. E alla fine stendi le gambe sotto il tavolo e tieni la testa da un lato con la bocca un pò aperta, sperando che qualcuno crolli prima di te.
Domenica, giorno del riposino pomeridiano, che di solito va dalle 14 alle 17/18. E poi ti svegli, e se è una bella giornata, vuoi non farti la passeggiata a Salice Terme (n.d.r. ridente paesino della provincia di Alessandria, famosa per le terme e per il parco)?? Se invece è brutto bevi il the col latte e con i biscottoni di sfoglia. In tuta e pantofole. E poi ti stiri un pò e sbadigli. Poi ti gratti ancora un pò la testa e mediti sul da farsi senza risolvere nulla.
Poi c'è la cena, con gli avanzi del pranzo, che però ti dureranno anche per la settimana successiva.
Di domenica quasi tutti i negozi sono chiusi, tranne le pasticcerie.
Le tabaccherie sono chiuse, molte edicole sono chiuse, il panettiere è chiuso, il tuo bar è chiuso, a volte anche le strade sono chiuse. Nessuno lavora negli uffici, vabbè quallo succede già in molti uffici anche in settimana. Nelle strade ci sono pochissime macchine, qualche bicicletta magari.
La Domenica si è tutti piu' buoni perchè si va a messa. Io non ci vado ma sono buona lo stesso.
E dopo cena si va al cinema.
O a casa degli amici.
O si sta col fidanzato se ce l'hai.
Oppure non so, perchè la domenica sera è ormai pre-lunedì.
Nascere di Domenica vuol dire che quando tu entri nel mondo è tutto ovattato.
Quindi, non chiedetemi di vivere di lunedì , santo cielo!
È domenica pei poveri e i signori,
ognuno può dormir tranquillamente.
Nè clacson, né sirene, nè motori,
si sveglia la città più dolcemente.
Persino il gallo, molto premuroso,
non fa "Chicchirichi".
Ha scritto sul pollaio:
"Buon riposo, ritorno lunedì"

martedì, novembre 04, 2008

Voglia di litigare

Come se non lo sapessi che ho poco tempo. Ho spostato il tavolo da una parte apposta. Per avere piu' spazio e per muovermi in fretta in casa. Perchè tu sei lì da una settimana almeno e mi vedi che sono sempre di corsa. Entro, esco, rientro, riesco, togli gli stivali, metti le ciabatte, rimetti gli stivali, ririmetti le ciabatte,fai la doccia, apri il frigo, butta quello che avevi scongelato, lava i piatti, fai la torta, togli le ciabatte, metti gli stivali, a volte dormi...
E tu lì in mezzo alla sala. Che oggi appena ti sono passata vicino e non ti ho considerato, per attirare l'attenzione, ti sei buttato a terra.
Come i bambini.
Ti ho tirato su e tu, per farmi arrabbiare, di nuovo a terra.
Ti giuro che non volevo ma mi hai fatto arrabbiare e ti ho dovuo scaraventare sul pavimento.
Vuoi stare coricato, cazzo, stacci, brutto stronzo.
Guarda puoi stare steso per terra anche tutta la notte. E se quando torno a casa sei ancora lì, ti passo sopra e non mi frega se ti rompi. Potessi ti tirerei contro il muro. Prenderei un martello e ti deformerei tutto. Ti schiaccerei talmente tanto che alla fine potresti essere pronto per essere riciclato in una lattina.
E poi con quel rumore metallico...guarda se c'è un rumore che mi da i nervi sono le tue bacchettina sottili metalliche.
Il pensiero di tornare a casa e trovarti ancora aperto mi fa venire voglia di fumarmi dieci sigarette, mi fa accartocciare lo stomaco, mi fa rosicchiare le unghie.
E non provare a farmi pena, perchè ci metto un secondo a chiamare l'AMIU e a farti portare via.
Fastidioso stendino del cavolo.

Cerchi nell'acqua




















Potrebbero benissimo,
Davanti ai tuoi cerchi nell’acqua,
Prenderti per l’idiota
L’idiota del paese
Che è restato là
A far cerchi nell’acqua