mercoledì, aprile 29, 2009

Cogli l'attimo

Non so cosa abbiano raccontato i giornalisti.
So solo che adesso, ogni volta che piove, ci si caga sotto per sto fiume.
E come al solito nessuno sa perchè, come nessuno sa cosa sia realmente successo nel '94.
Hanno aperto le dighe, no le hanno chiuse, no gli argini, no hanno deviato il fiume, non è colpa di nessuno, è colpa di tutti, forse è stato noè, saranno arrivati gli alieni, o magari mosè ha diviso le acque.
Io so solo che alle 22,30 mi ha chiamata mio papà dicendo che dovevamo spostare tutte le macchine e i furgoni dal cortle dell'ufficio (n.d.r. il mio ufficio si trova sotto il livello della strada di un piano e nel 94 fu completamente sommerso dalle acque fangose e putride del Tanaro)
Io gli ho detto: "ok mi butto due cose addosso e arrivo"
E mentre facevo ciò, pensavo a come gli avrei detto che nel cortile c'erano anche la mia macchina con la batteria scarica e la mia vespa che non sarebbe mai partita. E mentre pensavo ciò vedevo il mio finanziamento per l'aquisto della mia punto andare via con la piena del fiume.
Quando sono arrivata in cortile, c'erano solo piu' la mia macchina, la mia vespa e mio padre con dei cavi per caricare la batteria che lui non me l'ha detto, ma io credo che me li avrebbe volentieri girati intorno al collo. Appena ho acceso la macchina e ha visto che avevo la spia della riserva accesa, ha ingoiato 300 insulti.
Ho portato la vespa a mano su una rampa e con una lacrima all'occhio e una mano sul manubrio le ho detto "Giuro. Qualunque cosa accadrà tornerò a prenderti"

All'una e 45 di notte, in seguito a una "soffiata"su una possibile piena delle 02.00, m'è preso lo sclero e sono tornata in ufficio a prendere tutti gli hard disk più i portatili e me li sono portati a casa.
Sembravo una ladra.
Ho avuto paura. Che arrivasse il fiume mentre ero in ufficio.

Il giorno dopo sono andata in ufficio ma poi una della protezione civile (n.d.r. sopra di noi ci sono gli uffici della protez. civile) ci fa:"eh ma non andate via? stanno evacuando tutti. ma non vel'hanno dettoooo???!!!!"
E io:" No, ma credo l'abbiano fatto apposta. così ci eliminano tutti in un colpo solo (n.d.r. non dico che abbiamo dei nemici, ma qualcosa di simile), comunque grazie, ora andiamo via"
Io le voglio bene a sta tizia.
Ecco. da quel momento sono arrivate mille notizie su piene che slittavano di ora in ora, gente evacuata, gente nelle piazze...
A me ha fatto impressione vedere tutti gli autobus parcheggiati nel viale vicino casa.

Non potendo fare nulla, e essendo a casa dal lavoro, in un attimo m'è venuta un'idea geniale:
"Oggi imparerò a fare la pasta fresca fatta in casa!!!!"

Mia mamma voleva uccidermi.
Non ,una volta a casa mia ho fatto il pre ragù.
Io, che odio cucinare...
Stavo anche per fare la crostata di frutta, ma nel riaccompagnare in casa la mia amica, evacuata ("ma si esco in tuta da casa tanto torno subito") sono andata da un amico che gli era entrato il fango in casa.
A spalare.
Gli amici servono perchè in questi momenti di disperazione si riesce a trovare il modo per dire due battute e ridere.
Poi doveva arrivare la piena alle 20,00.
E invece per fortuna fino alle 00.00 non s'è vista.

Ecco io spero che la piena con tutta la fanghiglia se ne sia andata a fare in culo perchè ci ha rotto le palle.
E con lei tutti quelli che non fanno niente per mettere al sicuro le città e le case della gente.

domenica, aprile 26, 2009

"Cade la pioggia e tutto lava ..."

Galleria Guerci

Oggi sono andata ad ascoltare la pioggia.
Si perchè nella mia città, quando piove, c'è un posto che diventa un amplificatore naturale alle migliaia di goccioline che cadono dal cielo per lavare la città.
L'ho scoperto un giorno per caso, mentre stranamente in ritardo(...), stavo andando a qualche appuntamento.
All'improvviso mi sono fermata in mezzo alla galleria. Ho alzato gli occhi al cielo, anzi per l'esattezza al tetto, ed è stato come vedere l'arcobaleno! Con la bocca ancora aperta per lo stupore e gli occhi chiusi, mi sono goduta il concerto, sperando di non essere segnalata al servizio di igiene mentale.
Quando andavo agli scout, al campo di reparto, le giornate di pioggia erano le piu' belle. Si bloccavano tutte le attività e si stava tutti buttati nelle tende. Bastava poco: della nutella portata di nascosto e dei pezzi di pane secco da sgranocchiare, l'umidità sulla pelle, qualche sigaretta fumata nell'abside senza farsi vedere dai capi e tantissime confidenze.
A volte cominciava a piovere di notte. Tu, avvolta nel tuo sacco a pelo di piume d'oca e il rumore della pioggia sopra le testa. Sembrava quasi di vedere le gocce cadere sul viso.
Quando c'era il temporale io avevo paura ma non potevo dirlo mai a nessuno.
Per orgoglio prima di tutto e anche perchè dormivano sempre tutti beati e non mi pareva il caso di svegliare qualcuno per essere direttamente mandata a cagare.
Quando avrò un fidanzato lo porterò in galleria a sentire la pioggia.
Mh, si probabile che anche lui mi manderà a cagare direttamente:))

sabato, aprile 25, 2009

Definizioni.

Ecco cos'è l'ignoranza.
Non è non sapere una data storica, i motivi di un evento, le cause, i fatti.
Non è non non avere i voti alti a scuola, o non capire il teroema di pitagora o come si chiamano gli intergali.
Non è non sapere l'inglese o il francese o il tedesco o lo spagnolo e il russo e magari tutte contemporanemante.
Non è non sapere scrivere o parlare bene.
Non è non non avere la laurea magari conseguita in 25 anni perchè tanto pagava babbo.
Non è non essere sempre informato su tutti i fatti del mondo in tempo reale .
Non è non conoscere tutte le correnti filosofiche o pittoriche o letterarie.

L'ignoranza è mancanza di sensibilità ed educazione.

E non è nemmeno essere stupidi.
Perchè essere stupidi è di gran lunga superiore rispetto all'essere ignoranti.

mercoledì, aprile 22, 2009

Check-in non autorizzato

Cercavo proprio questa immagine.
Perchè è prorio così che mi girano i pensieri in questi giorni.
Ogni tanto cerco di afferrarne uno per vederlo da vicino, per cercare di capirlo, ma subito quello dietro si fa avanti e lo spinge via. Poi litigano, fanno a botte per chi è quello più importante... e finiscono per confondermi.
Così mi ritrovo a camminare con l'ombrello aperto anche se ha smesso di piovere da 10 minuti tra le facce perplesse dei passanti, o a prendere il caffè al bar e presentarmi alla casa per pagare con la tazzina vuota in mano, o ancora peggio, andare dal fisioterapista e quando oramai è troppo tardi, accorgermi di aver messo le mutande al contrario.
Imbarazzante?
No, ero troppo stanca per esserlo.
Abbiamo riso per fortuna.
Vorrei avere un districante per pensieri, come quello dei capelli. Mi piacerebbe averli piu' morbidi e setosi al tatto.
E invece sono lì che si ingarbugliano, si mescolano, fanno il minestrone, a pezzi e passato, e passano appunto dai piedini da comprare per il mobile del bagno al "vaso rotto e ora i cocci sono i miei", dai post-it e l'agenda del lavoro, ai corsi nuovi che vorrei fare e non mi serviranno a niente, dai viaggi scelti e obbligati, a devo attaccare quel quadro evitando di bucare tutto il muro; da Lord Wotton e le sue cazzo di teorie sulla giovinezza a cosa posso mangiare stasera, a radio Cuore e le sue cavolo di canzoni sentimentali che pare una frequenza sintonizzata con le tua testa.
Forse dovrei solo cambiare radio:)
Fra l'altro, tutti i miei pensieri fanno il check-in al banco della mia (in)coscienza, e ovviamente superano il peso massimo consentito.
Speriamo che prendano il volo presto...o magari che arrivi qualche Merlino capace di infilarli tutti in una valigia che come il mio borsone fuxia smarrito tempo fa, abbandonerò (in)volontariamente per la città:)


lunedì, aprile 20, 2009

x- files. il caso della carta

Sono preoccupata.

Oggi è arrivato in ufficio un documento importante che devo richiedere tutti i mesi con una procedura on line odiosa, spedito da un ente pubblico, uno di quegli enti dove ci sono i dipendenti fantasma. Ma non è questo il punto.
Arriva il documento e io lo prendo per farne una fotocopia. Lo appoggio sulla fotocopiatrice e vengo assalita da un senso di smarrimento infinito.
Il foglio usato per stampare questo documento importantissimo è palesemente riciclato.
Infatti dietro scorgo quegli innumerevoli simboli geroglifici coi cuori e le x e le E con 4 gambe che di solito compaiono quando la stampante decide di farsi i fatti suoi e va in tilt.
Adesso, io sono una forte sostenitrice del recupero della carta e in ufficio sanno che prima di buttare l'immondizia esamino i contenuti dei cestini misti. E anche quelli della carta.
Però mi sono preoccupata. Ho formulato tre ipotesi.

Ipotesi A)
un'impigata distratta intenta a messaggiare su facebook con il suo primo fidanzatino delle elementari ritrovato dopo 35 anni o a leggere Eva tremila o impegnata a smaltare le unghie o a fare l'elenco della spesa, o a farsi dare la ricetta di cucina dalla vicina di scrivania, ha inavvertitamente preso il foglio per stampare il documento importantissimo dal plico di carta da riciclare (supponendo che ne abbia uno)

Ipotesi B) - irreale
la politica dell'ente pubblico è cambiata.
Per evitare gli omicidi indiscriminati di piante hanno deciso di utilizzare la carta da recupero per documenti importantissimi che tanto sono roba burocratica che si accumula ogni anno in archivi sotterranei in attesa di essere mangiati dai topi o di assorbire tutta l'umidità delle cantine.

Ipotesi C) e per questa mi sono spaventata
forse l'ente pubblico ha finito i soldi (e quindi figuriamoci se ne hanno per comprare la carta), e piuttosto che capire dove sono finiti, hanno mandato una circolare a tutti i dipendenti dicendo di utilizzare tutta la carta di recupero.
Ma di non dirlo a nessuno.
Pena il licenziamento.

Tutto questo il tempo di una fotocopia.
Io prego per l'ipotesi b, ma temo per la c...

domenica, aprile 19, 2009

Guido e Clotilde - the end

Oggi ho salutato Guido e Clotilde.
Stavano iniziando a mettere le piumacce grigie.
Di quei dolci pulcini gialli oramai non c'è piu' traccia. Guido e Clotilde erano un pò sommersi di cacca verdastra. Forse li aiutava a stare al caldo...
Io gli ho dato ancora del pane anche se la mia compagna di stanza mi ha risgridata. Però non ho resistito. Oggi Guido si è anche un pò alzato in piedi io credo per salutarmi.
Pensavo che chissà se loro si ricorderanno di noi.
Stamattina mi sono fatta chiudere un attimo tra le persiane e la finestra della sala al piano terra che c'era tanto spazio e ci stavo e la mia amica mi bussava sul vetro. L'ho fatto per capire che effetto fa.
Io credo che si ricorderanno di due rompicoglioni che gli bussavano dal vetro. Mi immagino la loro mamma da vacchia che racconterà ai nipotini di due umane che la facevano spaventare. "E poi ce n'era una che ogni tanto ci dava da mangiare..."
Mi spiace che non ci sarò quando inizieranno a volare:)

giovedì, aprile 16, 2009

Guido e Clotilde: l'adolescenza

Clotilde e Guido sono cresciuti.
La mia compagna di stanza mi ha sgridata perchè dice che se diventeranno obesi e non riusciranno a sollevarsi da terra sarà solo colpa mia che gli metto i grissini sbriciolati e i biscotti sul davanzale. Ma io le ho detto che non ci posso fare niente, che sono meridionale e io faccio con loro come mia mamma fa con me.
Clotilde e Guido in effetti sono un po' grassi. Iniziato pure a stare stretti nel nido. La mia compagna di stanza dice che gli manca solo lo spiedo.
Oggi hanno aperto gli occhi. Io mi sono emozionata di nuovo. A me pare che li abbia aperti solo Guido in realtà, perché Clotilde mi sembra un po' più addormentata. Beh, buon sangue non mente.
L'altro giorno la loro vera mamma mi è piombata a duecento all'ora sulla faccia mentre cercavo di fotografarli. Era un po' isterica e così ho dovuto chiudere la finestra di corsa prima di trovermela conficcata col becco nella testa.
Praticamente è come avere una puntata di quark in diretta 24 ore su 24.
Credo che però la cosa sia reciproca perché alla fine ci vedono mentre ci vestiamo, mentre dormiamo, mentre chiaccheriamo...
Ora ad esempio hanno freddo.
Però la mia compagna di stanza dice che a tutto c'è un limite e che non possiamo riscaldarli noi.
A proposito, la mia compagna di stanza ha un nome. Si chiama Minnie.
E giuro che è tutto vero :)




Clotilde e Guido prima della cura


Clotilde e Guido dopo la cura

domenica, aprile 12, 2009

Guido e Clotilde

A me non piace la Pasqua.
E' una festa che mi lascia indifferente.
Io non festeggio le feste comandate coi parenti tutti da un sacco di anni. Ma poco mi importa.
Le passo coi ragazzi disabili. Sono loro la mia festa.

Quest'anno però la mia Pasqua è stata strana.
Dentro al mio cuore c'è il silenzio dei morti dell'Abruzzo, delle persone nelle tende, delle case crollate e il senso di colpa per non poter far niente.
Poi però ho pensato che non è vero che non posso fare niente.
Posso fare quello che ho sempre fatto ma con più consapevolezza, senza dare tutto per scontato. Mangiare, vestirmi, bere, passeggiare, fare una telefonata, una carezza, parlare con un amico, abbracciare mia mamma, prendere in giro mia sorella, comprare una maglietta, guardare il mare, guardare il cielo, il sole, anzi no quello no se no mi viene l'amicrania, giocare con i bimbi, coprirmi con una coperta, fare la doccia con il bagnoschiuma al muschio bianco, la colazione con la marmellata di fragole fatta in casa, mettere la mia collana preferita, quella con le perline, bere un succo alla pesca, ascoltare il rumore del vento, leggere un libro della biblioteca, mangiare un pezzo di cioccolato dell'uovo che nemmeno mi piace tantissimo in realtà.

La mia Pasqua quest'anno è stata strana due volte.
Sul davanzale della mia camera c'è un nido. (Non indaghiamo come mai:) )
La mia compagna di stanza ed io non ce ne siamo accorte subito. La prima sera ho spalancato la finestra per fare entrare l'aria di mare in camera e poi l'ho richiusa subito.
Mi sono spaventata. Pensavo fossero morti. Poi uno s'è mosso. Poi anche l'altro.
Allora ci siamo avvicinate e a me sono venute le lacrime di gioia ma non mi sono fatta vedere.
Sono due piccoli piccioni gialli. Hanno ancora gli occhi chiusi.
La mia l'ho chiamata Clotilde. Il suo Guido. Abbiamo deciso noi che sono una femmina e un maschio. Mi sono sentita un pò mamma. Volevo mettere il fiocco alla porta.
Poi dopo un pò è arrivata la vera mamma. Pensavo mi cilindrasse la faccia con il becco.
Ieri le ho dato i grissini sbriciolati da mangiare.
Mamma picciona stava scaldando i suoi pulcini. Spero non li abbia soffocati perchè ci era seduta sopra. Mi ha guardato dal vetro e allora io ho chiuso le tende perchè mi sembrava di disturbare.
I primi giorni volava via subito. Adesso mi guarda un pò prima di volare.
Forse stiamo facendo amicizia...

giovedì, aprile 09, 2009

amico è tutto, è l'eternità, è quello che non passa mentre tutto va

E' l'amico è una persona schietta come te
che non fa prediche e non ti giudica
tra lui e te è divisa in due la stessa anima
però lui sa, l'amico sa
il gusto amaro della verità
ma sa nasconderla e per difenderti
un vero amico anche bugiardo è.
E' l'amico è il più deciso della compagnia
che ti costringerà a non arrenderti
anche le volte che rincorri l'impossibile
perchè lui ha, l'amico ha
il saper vivere che manca a te
ti spinge a correre, ti lascia vincere
perchè è un amico punto e basta.
E' l'amico è uno che ha molta gelosia di te
per ogni tua pazzia ne fa una malattia
tanto che a volte ti vien voglia di mandarlo via
però lui no, l'amico no
per niente al mondo io lo perderò
litigheremo si e lo sa lui perchè
eppure il mio migliore amico è.

Per le mie amiche
Perchè mi sopportano
Perchè mi fanno ridere
Perchè mi fanno commuovere
Perchè mi sgridano se faccio le cazzate, cioè sempre :),
ma non mi abbandonano
. Mai.

mercoledì, aprile 08, 2009

Mentre tutto scorre.

Ieri notte sono andata a dormire nel mio letto che indossa le sue lenzuola preferite.
Poi mi sono svegliata, doccia, colazione al bar con marocco chiaro e brioche olandesina perchè ero di fretta.
La mia vespa beige che fa le bizze e il mio cappottino cucito a mano da mamma, un pò di sole sul viso e ancora qualche ricordo di vento invernale sulle mani, mi sono recata in ufficio.
Qualche litigio, qualche incazzatura, qualche sorriso, il timore di vedere spuntare qualcuno dalla porta, la pausa caffè, il mio pc, il mio quadro francese, qualche altro sorriso, fogli sul tavolo, gente che entra, telefono che squilla.
Poi a pranzo a casa, la mia, in affitto, tutta in disordine come il mio solito stato mentale, ho appeso un quadro, ho bucato il muro, i piatti da lavare, una lavatrice da fare, la roba stesa sullo stendino.
Poi di corsa dall'amica che ha bisogno di parlare, il caffè insieme, la sigaretta sul balcone, "ti voglio bene", "oh ma ti ricordi?!", ognuna nel suo ufficio. Al pomeriggio giri di commissioni, una tendina nuova, il cesto per la biancheria in offerta, un'incazzatura, la pace, poi di nuovo a casa.
Le mie cose, i miei oggetti, i miei specchi, i miei vestiti, le mie scarpe, il mio piumone da lettino singolo adattato al letto matrimoniale, le mie pentole, i miei tappeti rossi, i miei fogli sparsi ovunque, i miei asciugamani, i miei ricordi, la radio antica, la macchina da scrivere, lettere d'amore, le bollette, gli estratti conto, esami medici, le scatole di pasta, il frigo vuoto, il casco della vespa, i libri.
Il cellulare che squilla.
Una cena dalle cugine. Storie amorose di tre generazioni che si sono intrecciate tra risate, sospiri, una pizza e la birra, lo zabaione. Si rideva si scherzava. Tre storie diverse, ma alla fine uguali. Ci si prendeva in giro, ognuna consigliava, ognuna non ascoltava, ognuna aveva gli occhi a cuore.
Poi mentre l'ultimo sorso di caffè andava giù, il silenzio.

"I ricordi di una vita, spazzati via in 15 secondi"
Una donna di ottant'anni. Salva.

Mentre tutto scorre, a qualcuno si è fermato il tempo.
Abbassi gli occhi, e tutto quello che hai davanti ti sembra troppo.
Ti senti in colpa.
Persino di bere un caffè, in una tazzina, con il piattino sotto.

lunedì, aprile 06, 2009

Il morso della tarantola

Ci sono sguardi che pizzicano l'attenzione come farebbero le dita di una suonatrice di arpa con le sue corde preferite, diffondendo nell'aria una perfetta vibrazione.
Ci sono sguardi che immobilizzano i pensieri, facendo risultare qualunque tua espressione vocale la cosa piu' stupida che puoi aver detto negli ultimi 28 anni.
Sguardi che pietrificano, che a confronto Medusa sarebbe risultata una principiante;
che fanno annullare tutto quello che ti circonda e ti fanno credere di essere sospesa nel vuoto, nel silenzio piu' assoluto, perchè tutto quello che è rumore improvvisamente si azzittisce e tutto quello che è contorno si sfuoca fino a svanire.

Ci sono sguardi che ti dissestano,
come il morso di una tarantola.

Sguardi che spaccano il respiro, come se avessi fatto la maratona di New York, che tu non sai com'è, ma te la immagini così;
sguardi che ti mandano in apnea, come un tuffo improvviso nell'acqua gelata;
che ti fanno vivere tutte e 4 le stagioni insieme:
una nevicata delicata d'inverno, il vento d'autunno che spazza le foglie e solleva la polvere, il profumo travolgente di un fiore di primavera, il sole cocente d'estate.
Sguardi che nemmeno il fotografo più bravo al mondo sarebbe ingrado di immortalare;
che "la quiete e la tempesta", Non "dopo";
che sono come una carezza sul viso che ti inganna, perchè si tramuta all'improvviso in uno schiaffo a mano aperta.
La stessa guancia che poco prima si era infiammata e ti aveva fatto pensare: "diavolo, ma io sono mica timida?"
Ci sono sguardi che cerchi ripetutamente fra gli altri occhi, che insegui in una via, che rubi attraverso la porta, poi il muro, e poi la finestra e le scale...
Sguardi che immaginavi, supponevi, fantasticavi, ma non ti aspettavi così tanto.
Sguardi che bruciano come il peperoncino rosso.
Sguardi che ti defibrillano il cuore, che caramellano ogni tua emozione, che scaricano un fulmine di un temporale estivo nel tuo cervello...

E se poi tutto questo lo scorgi negli occhi di una sola persona,
... semplicemente sospiri...
Il tuo cielo.
Buon viaggio.

giovedì, aprile 02, 2009

buon viaggio.

"I veri problemi della vita saranno sicuramente cose che non ti erano mai passate per la mente, di quelle che ti pigliano di sorpresa alle quattro di un pigro martedì pomeriggio...."

E così te ne vai.
Senza salutare.
Senza farti salutare.
Ma alla fine cosa avrei poturo dirti?
Torna presto? Portami un pò di sole? Beata te che vai al mare?

Scappi questa notte, torni alla tua terra. Io non sono molto attaccata alla mia, quindi non so cosa vuol dire. So solo che in casa mia si respira la stesso vento che dal tuo mare porta il sale sulla terra ferma, la stessa aria candita dell'arancio, lo stesso profumo zuccherino della ricotta col cioccolato, l'odore della terra bruciata, il calore delle persone.
E poi, poi dove andrai? Dove ti si potrà incontrare? Perchè io passerò ancora dalle tue parti, ma so già che non ti troverò. Troverò di te, ma non te.
Voglio dire: se adesso ci sei, e fra poco è probabile che non ti si potrà piu' parlare, si nel senso, ora sei qui, fra poco sarai altrove e dopo dove sarai?? Ecco io è il "dopo" che non capisco.
Che non riesco proprio a capire.
E nemmeno la mia immaginazione mi può aiutare questa volta.
Tu sai esattamente dove stai per andare, tu ci Credi, sai che da qualche parte andrai.
Chissà se hai paura.
Forse ne abbiamo più noi.

E' che non si va via senza salutare, capisci?
Si che lo capisci,
ecco perchè hai scelto così.
Per non vedere il tuo volto riflesso su piccole gocce d'acqua che tutt'altro sono, ma non pioggia.
Immagino la strada che questa notte scivolerà veloce sotto le ruote.
Immagino il cielo senza stelle che lentamente lascerà spazio al sole.
Lo stesso sole caldo che domani bacerà ancora il tuo viso che ha saputo ben mentire.
Domani, magari dopodomani, speriamo dopo ancora...ma ti hanno fatta con la scadenza.
Come tutti noi, d'altronde.
Con la differenza che tu hai saputo questa data.
Buon viaggio.
Anche se entrambi i viaggi ti porteranno lontano da noi.

mercoledì, aprile 01, 2009

Protesta.

Ci hanno cambiato il CAP.
Da 15100 a 15121.

Ora io mi domando: perchè???

Perchè siamo scesi di 21 posizioni?
Perchè ci sradicano la tradizione del 15100? Perchè.
Per me è una questione di estetica. A me il 15100 piace parecchio, gli voglio bene.
Come volevo bene al mio vecchio numero di telefono.
Mi è rimasto nel cuore. 442890. Anche perchè il ragazzo che mi piaceva da morire alle scuole medie aveva il mio stesso numero con una cifra diversa. E io lo interpretavo come segno del destino. Poi a me cambiarono il numero. Deve essere per questo che non mi ha piu' considerata. Ok, sarò onesta. Mai considerata..:)
Adesso io mi domando, quale utilità può avere cambiare due cifre a un CAP.
Ma non ci sono problemi piu' importanti a cui rivolgere l'attenzione?

No cambiamo 47 CAP. a che pro? Io devo saperlo.
Già la posta prima non arrivava, immagino adesso che fino a settembre ci saranno i cap combinati come nel passaggio dalla Lira all'Euro.
Perchè questa scelta? Cosa c'è in ballo. Chi ci guadagnerà in tutto questo?

E' come cambiare una lettera al nome dalla tua città.
O come quando hanno cambiato il nome alle Yogo Roll chiamandole Flauti.

Mi vedo costretta a scrivere alle Poste Italiane per avere spiegazioni, ovviamente con Ricevuta con Raccomandata di ritorno:)