venerdì, febbraio 27, 2009

Un giovedì sera


"Vuoi sapere qual è la verità sul tuo conto? Sei una fifona. Non hai un briciolo di coraggio. Neanche quello semplice e istintivo di riconoscere che...che a questo mondo ci si innamora. Che si deve appartenere a qualcuno. Perchè questa è la sola maniera di poter essere felici .Tu ti consideri uno spirito libero, un essere selvaggio, e temi che qualcuno voglia rinchiuderti in un gabbia. E sai che ti dico? Che la gabbia te la sei già costruita con le tue mani, ed è una gabbia dalla quale non uscirai, in qualunque parte del mondo tu cerchi di fuggire. Perchè non importa dove tu corra, finirai sempre per imbatterti in te stessa..."

Che cazziata pazzesca ci siamo prese da Fred stasera.
Seduta in macchina, lei,
impassibili ci guardavamo,
con le lacrime che scendevano sulle guance
e dei fazzolettini di carta kids tra le mani, io
.

Già, Fred... proprio come il maggiordomo di cui ho parlato l'altro giorno.
E una casa. Che dopo un anno quasi che ci vivi dentro ancora non hai sistemato metà della roba, e continui a spostare tutto, ogni giorno.
E poi il gatto. Già come ho scritto qualche giorno fa.
Una volta averlo
(Vorrei un gatto. Un gatto ruffiano che venga a coccolarmi la mattina solo perché ha fame. Che si metta sopra al frigorifero e stia lì ore e ore e ore, che mi giri sotto la sedia mentre scrivo, che giochi con le mosche, con le ombre, coi fili, con le palline di carta. Che si metta sul balcone a guardare la gente che passa per strada...),
una volta esserlo
(Ma a me piace essere gatto, (...). Libero e selvaggio. Ruffiano e menefreghista. Mi piace girare da sola, muovermi liberamente, cambiare rotta improvvisamente, saltare su un albero e non scendere, correre via, fuggire, osservare la preda e farmi distrarre da un moscerino, . Mi piace snobbare e poi cercare, guardare dalla finestra, spiare, muovermi sul davanzale con il rischio di cadere. Stare ore e ore raggomitolata su un letto. A pensare.)
E la gabbia, quella che ho messo nella "mia testa"
E le chiavi perse in continuazione, che a volte mi chiedo come la mia vicina non mi abbia mandata al diavolo tutte le volte che le suonavo dicendo "Non trovo le chiavi, puoi aprirmi?"
E la macchina da scrivere arancione. Senza nastro. La mia macchina da scrivere arancione. La sua macchina da scrivere arancione.

Non avevo mai visto "Colazione da Tiffany"
In pigiama a casa della mia amica, coi pop corn fatti al microonde, la Sambuca e un fratello, il suo, ho deciso di vedere questo film un giovedì.
Già...giovedì, il giorno in cui inizia la storia.

Ma non sono Audrey e nemmeno Holly, tantomeno Lulamae.
A volte vorrei non essere nemmeno Patty
Mi piacerebbe chiamarmi Chiara, per un giorno...
Ma non posso, io sono Patty.

giovedì, febbraio 26, 2009

La dieta perfetta

Questo post è stato scritto dopo aver letto le prime righe del post di Luz.
Perchè nella disperazione generale, c'è ancora qualcuno che cerca di distrarsi e sorridere :))
Spero possa essere di aiuto...

Io ci provo a fare la dieta.
Che poi non è dieta vera e propria. E' mangiare in modo corretto e sano senza esagerare con le porcherie o gli alimenti troppo grassi e unti equilibrando il tutto con una buona dose di verdure cereali e affini frutta e bere tanto.
A parte che io posso stare due giorni senza bere che manco me ne accorgo.
Dicevo, ci provo.
In quanto figlia di meridionali questa impresa è resa nulla da mia mamma.
Mia mamma è siciliana.
Pensa sempre che io stia morendo di fame, che siano giorni, se non settimane, se non mesi, se non anni che non tocco cibo. Mi vede sempre sciupata pure se mi metto due prugne in bocca per fingere che sono ingrassata. Guarda sempre se i pantaloni mi cadono.
Ogni santa volta che le dico: "Mamma solo verdure oggi, per favore", lei fa le verdure: melanzane alla parmiggiana, peperoni ripieni, zuccchine farcite, frittata di cipolle, purè di patate ...tutto contemporaneamente.
Se le dico: "Mamma oggi niente pasta per favore", il profumo delle lasagne o della pasta al forno mi viene a prendere fino nella strada.
Se le dico: "Mamma cavolo non mi entrano piu' i jeans." lei mi fa la torta di mele per stare leggera, quella di crema alla ricotta se vuole fare la carognata.
Da piccola mi lamentavo che mi faceva mangiare troppo e quindi ingrassavo. Lei mi diceva: "no tu hai le ossa grosse" e io sono cresciuta con la convinzione di avere le ossa ripiene di cemento.
Oppure quando per qualche causa aliena (magari m'ero appena scassata 80 tartine all'aperitivo) le dicevo "non ho fame, non ceno", ecco la tragedia greca al primo atto.
A tutto questo aggiungo la mia forza di volontà. Che è nulla. Nel mio vocabolario non esistono queste parole. Come dire "tavolo cane bicchiere" o "armadio dvd chiavi". Io le leggo così.

Da quando vivo sola riesco a gestire meglio la mia alimentazione.
Tipo che mangio tanto quando sono da mamma. Agli altri pasti ci pensano gli amici che cucinano per me. Altrimenti mi viene un pò l'orticaria, ma mi cucino qualcosa io.

Il problema ora è l'ufficio.
Nel mio ufficio ogni giorno arrivano quantità inspiegabili di roba da mangiare.
Oggi nell'ordine:
-focaccia e pizzette per il compleanno di un ragazzo disabile
-tiramisù di una mamma di una ragazza disabile
-cannoli siciliani rpieni di crema e di ricotta, fatti in casa da mia mamma (e che poteva rimanere a guardare?)
E ogni giorno così. Ogni. giorno.
Io sono la prima che dice che la donna italiana deve essere fatta a anfora.
Sono la prima che non si priva di un cioccolatino.
Sono la prima che mangia pane e nutella. Anzi toast e nutella.
Sono la prima che mangia tutto tranne i carciofi.
Sono la prima che va in palestra per mangiare quanto vuole (ok questa è una balla).

Però volevo sapere:
è possibile avere ogni tanto della focaccia al formaggio in ufficio?
:)))

P.S.: Mentre scrivevo queste righe è arrivata una fetta di torta di mele dalla logopedista...

mercoledì, febbraio 25, 2009

Il fine giustifica i mezzi-aggiornamento

Io ci ho pensato.
Ho pensato al momento della botta. Al momento in cui io mi sono trovata per terra con le mani sulla faccia. Io non ho visto cosa ho colpito. O cosa mi ha colpito. Mi pare un ginocchio. Poi ho ricostruito e la tipa m'è proprio volata tutta sulla faccia. Io credo di aver visto come nei fumetti lo "stumpf". E dopo le stelline. Il silenzio dopo lo stumpf e poi, poi il male che cresceva in maniera catastroficamente esponenziale. Poi ho sentito le voci. No le voci dei matti. Le voci di tutti. Quelli che avevo intorno. E avevo talemente sonno che devo essere sincera ci ho messo 5 minuti in piu' per alzarmi.
Una scossa di adrenalina. Una scarica elettrica. Il momento prima di addormetarsi.
Ho la testa dura. Ma anche di fatto.
Ci voleva una botta così.

Il fine giustifica i mezzi

A volte le cose vanno come devono andare.

Ho un occhio nero.
Non importa come me lo sono fatta, non importa da dove è arrivato il colpo, non importa la situazione, non importa un bel niente.
Importa che me lo sono meritata.
Una bel colpo secco, inaspettato, a viso aperto, senza scuse, senza ghiaccio, senza possibilità di reagire.
Solo un pò di pomata gialla a complementare il viola di sotto.
Capisco che in tempi di violenza sulle donne, un viso segnato non passi inosservato, ma no, nessuno mi ha picchiata.
Per questo non metto gli occhiali da sole. (Vabbè anche perchè a me fanno venire la nausea e poi non riconosco le cose. Non so credo sia una specie di malattia. Se metto gli occhiali da sole non riconosco le persone e vado a sbattere contro tutto e tutti)

Un colpo che mi ha lasciato un segno.
Fuori e anche dentro.
Carnevalesco direi. Se volessi vestirmi da Panda.
Ma a me piace essere gatto, non panda. Libero e selvaggio. Ruffiano e menefreghista.
Mi piace girare da sola, muovermi liberamente, cambiare rotta improvvisamente, saltare su un albero e non scendere, correre via, fuggire, osservare la preda e farmi distrarre da un moscerino, .
Mi piace snobbare e poi cercare, guardare dalla finestra, spiare, muovermi sul davanzale con il rischio di cadere.
Stare ore e ore raggomitolata su un letto.
A pensare.

lunedì, febbraio 23, 2009

Una single e un maggiordomo

Io vorrei il maggiordomo.
Ci ho pensato. Non la donna delle pulizie, non la cuoca, non la baby sitter, niente.
Io vorrei il maggiordomo.
Una specie di nonno gentile che però mantiene il distacco dovuto dalla professione.
Vorrei arrivare a casa e non avere tutte le volte lo sclero di cercare le chiavi nella borsa che con tutto il casino che c'è dentro ci metto sempre tre ore e devo magari svuotarla davanti al portone quando sono di corsa con tutto per terra e la gente mi guarda e io dico fatevi i cazzi vostri e vorrei sapere perchè nelle borse non c'è la luce.
Vorrei avere invece qualcuno che mi apre la porta e con un sorriso gentile e la voce pacata mi dice: "Bentornata a casa, Signora"
Vorrei che mi togliesse il cappotto e ci pensasse lui, che io non ho ancora l'attaccapanni e non so mai dove appoggiarlo e tutte le volte lo appoggio in un posto diverso e mi dimentico e poi quando devo riuscire mi viene lo sclero che non lo trovo mai.
Vorrei entrare in sala e sentirmi dire: "Signora gradisce una tazza di the, l'ho appena messo su, l'Earl grey con essenza di rosa"
E vorrei sedermi e veder apparire davanti a me un vassoio d'argento con una tazza di the, di quelle antiche coi riccioli nel manico, e le paste secche.
Vorrei sentirmi dire "Signora, per cena le ho preparato del brodo di carne leggero e la crema catalana"
E poi vorrei sentirmi dire "Qui c'è il bollo pagato, la multa pagata, le ho attaccato i quadri, la sua roba stirata è sul letto, visto che preferisce sistemarsela lei, ho bagnato le piante e fatto la spesa. Siccome non c'erano le arance rosse ho preso dei kiwi"
Vorrei che poi a fine giornata mi dicesse "Signora se non le dispiace ora io andrei perchè la mia fidanzata mi aspetta che la porto a cena, sa oggi sono 15 anni che ci conosciamo"
"Ok Fred, vai pure, tanto io ora ceno e poi mi preparo per uscire"
"Lasci pure i piatti da lavare. Ah Signora, mi sono permesso di farle il pieno di benzina e di lavarle la macchina."
"Fred sei un angelo"

domenica, febbraio 22, 2009

Domenica "bestiale"

A me la coloreria italiana me fa 'na pippa.
Oggi sono riuscita a far uscire tutto il bucato giallo. Giallo pallido per l'esattezza.
Come il sole che in questi giorni spunta timido a scaldare le giornate e il cuore.
Quest'anno la primavera è arrivata in anticipo pure sul mio bucato.
Vabbè per lo meno le cose della cucina si intonano coi pezzi di muro giallo.
La mia lavatrice ed io abbiamo un rapporto molto conflittuale.
Dovrebbero inventare una lavatrice dove te ci metti dentro la roba sporca man mano che la sporchi e lei già te la divide per tipo, colori, tessuti ecc. Carichi tutti i detersivi per ogni genere di bucato compreso ammorbidenti, additivi, cendeggine varie e quando raggiunge in livello massimo di biancheria parte da sola. Poi quando ha finito se sei in casa, in automatico ti blinda la porta d'ingresso e finchè non hai steso tutto fino all'ultimo calzino non ti lascia uscire. Se invece sei fuori, appena rientri ti blinda lo stesso in casa e vale come sopra.
Voglio dire, se vogliamo fare le cose facciamole bene.

Ieri ho spaccato un pezzo della macchina. La leva del sedile che lo tira su e giù.
Mi s'è impigliato al laccetto dello stivale solo perché sono scesa di corsa che ero in ritardo.
La mia macchina ha un fanale rotto. E quando ci siamo specchiate nella vetrina della Lidl me l'ha fatto notare. Quindi il gioco del reality ha le sue conferme.
Adesso posso fare solo due cose: o guidare solo di giorno e/o se mi fermano dire : “guardi mi si è rotta ora. La stavo giusto portando ad aggiustare”. E se invece sono le tre di notte usare la carta del: “Fanale rottooo? O cielo, e ora come faccio? Io non so nemmeno cos'è un fanale...sa sono una femmina...”
Non per il fatto dei soldi. E' che...non ora cazzo.
Non la dovevo pescare io la carta degli imprevisti.
Avrei preferito quella delle probabilità...

Vorrei un gatto. Un gatto ruffiano che venga a coccolarmi la mattina solo perché ha fame.
Che si metta sopra al frigorifero e stia lì ore e ore e ore, che mi giri sotto la sedia mentre scrivo, che giochi con le mosche, con le ombre, coi fili, con le palline di carta. Che si metta sul balcone a guardare la gente che passa per strada.
Che raschi la sabbietta nelle giornate di silenzio.
E che quando lo prendo in braccio si ribelli come un bambino di dieci anni che non vuole ricevere il bacino da mamma perche non fa piu' maschio.

venerdì, febbraio 20, 2009

Per l'Italia che piace


Ho pensato a un nuovo Reality.

Praticamente parteciperebbero 20 politici di un certo calibro.
Ogni politico, che dovrà superare comunque una dura prova di cultura generale (i provini saranno disponibili gratis per tutti), verrà dotato del seguente pacchetto:

1. appartamento di 90 mq in città di media grandezza, con rata del mutuo da pagare, zona periferica poco illuminata, mal servita dai mezzi pubblici, con traffico di spacciatori nella via di fronte
Composto da: cucina non abitabile, sala, 2 camere da letto, un bagno.
Piano terra, senza porta blindata, senza antifurto, senza sbarre alle finestre, con vicini pericolosi e aggressivi, ma con riscaldamento autonomo.

2. un nucleo familiare composto da:
-moglie casalinga senza patente, per la quale dovrà versare la quota dell'assicurazione;
-figlio di anni 16, rigorosamente bullo, con poca voglia di studiare, a cui piace fumare e bere.
-figlia di anni 14, in conflitto con i professori, molto sveglia a cui piace frequentare la discoteca e andarci in minigonna
- a scelta figlio di anni 4 giustamente ingenuo o figlio di anni 32 , studente universitario in ritardo con gli esami in cerca di un lavoretto anche part-time (possibilità di rinunciare a questa opzione pena la sottrazione di €150,00)
-un cane o gatto
-una suocera o suocero
-un parente in fin di vita

3. un' autovettura 5 porte di cui una mal funzionante, euro ZERO emissioni....di aria pulita, di seconda mano, ammaccata lato guida, con un fanale rotto, senza acqua nel tergicristallo

4. un lavoro di 40 ore settimanali organizzato su turni, presso catena di montaggio di azienza non nota, famosa per non avere i requisiti di sicurezza sul lavoro (possibilità di fare 20 ore di straord. settimanali)- contratto a progetto

Sarà concesso:

-n.1 viaggio in treno tratta Milano-Roma, Intercity 2^classe (se non lo sopprimono prima), compreso di ritardi, sovraffolamenti, malfunzionamenti della carrozza, scippi, e sporcizia varia.

- n.1 viaggio in aeromobile tratta Milano Malpensa- Roma Fiumicino con valigia finta (in caso di furti e/o smarrimenti il soggetto sarà così tutelato) piena di vestiti, compreso di ritardi, scioperi dei piloti, degli addetti di volo e degli addetti dell'aeroporto

Ai partecipanti verrà consengato un budget di € 1000,00 (euro mille/oo), corrispondenti alla retribuzione mesile che verrà accreditato su un c/c aperto appositamente presso banca in via di fallimento, indicativamente entro il 5 del mese successivo (a seconda della disponibilità di cassa)

Difficoltà: ****
Ogni tre mesi verrà estratta a sorte una carta dal mazzo Imprevisti
Esempio:
-visita specialistica da passare rivolgendosi alle varie aziende ospedaliere e rispettando i tempi di attesa
-rottura del motore della macchina
-multa per eccesso di velocità con utovelox truccato
-sostituzione occhiali ecc...

Scopo del gioco:
Riuscire a gestire un anno di vita familiare, lavorativa, sociale, con il budget a disposizione e far quadrare i conti (senza l'uso della calcolatrice), riuscendo a mettere da parte un minimo di 50 € al mese.

Vincitore:
al partecipante che si classificherà al primo posto verrà consegnato un bel calcio nel culo con stivale a punta di ferro.

Sarà assolutamente proibito l'uso di
-antidepressivi
-consulenza psicologica
-proteste
-raccolta firme
-certificato medico per malattia

Io, se me lo approvano,...quasi quasi mi faccio Sky...

(si ringrazia ASTOR per la consulenza (v. IMPREVISTI ad esempio), l'assitenza tecnica e la sempre pronta disponibilità e collaborazione a queste proposte:)

DIRITTI RISERVATI

giovedì, febbraio 19, 2009

Once upon a time..

Le favole dove stanno?
Ce n'è una in ogni cosa:

nel legno, nel tavolino,

nel bicchiere, nella rosa.
La favola sta lì dentro
da tanto tempo, e non parla:
è una bella addormentata
e bisogna svegliarla.
Ma se un principe, o un poeta,

a baciarla non verrà

un bimbo la sua favola

invano aspetterà.


-G. Rodari-

martedì, febbraio 17, 2009

i miei secondi 15 anni

E'come se a un certo punto, senza un motivo, avessi tirato un inchiodata, e tutta la mia vita fosse finita sui sedili davanti della mia macchina.
Improvvisamente mi ritrovo tutto qui. Compagni d'asilo, compagni delle medie, compagni delle superiori, amiche di una vita, che magari avevi perso perchè qualche fidanzato scemo ti ci ha fatto allontanare, scelte importanti, persone importanti, altri un pò meno, morosini infantili, morosini lasciati, amori platonici, persino il sacco a pelo degli scout che da una settimana mi riprometto di portare in casa.
Tutto sulle tue gambe, tra i sedili e il parabrezza. In mezzo ci sono tante carte, tante foto, tante parole. E tu che sei disordinata pensi che sia ora di mettere un pò le cose a posto perchè così non si può andare avanti. Perchè non puoi rishiare di fare un botto. E non puoi scendere dalla macchina se no rischieresti di perdere qualcosa. Come fai sempre quando ti dimentichi il cellulare sulle gambe, scendi spedita e il cell si ammacca di nuovo contro l'asfalto.
Ora ho tutto qui tra le mani ma non riesco a dare un ordine alle cose. No, semplicemente ne aggiungo altre. Devo mettere in ordine casa? nossignore, vado all'ikea a comprare altra roba. Così ci si distrae, si toglie l'attenzione. E poi insieme al profumo dei fiori, qualcosa accade.
Non ricordavo cosa fosse una sorpresa. L'ho aspettata tanto e quand'è arrivata mi ha fatto piangere. di gioia. Ritrovare un'amichetta che non senti da 25 anni, ma che hai sempre cercato, perchè a volte non importa la quantità delle ore passate con una persona, ma la qualità. Avevi tre anni, ma i suoi occhi non li hai mai dimenticati, nemmeno il fatto che non volevi mai tornare a casa e nemmeno lei quando veniva a giocare da te. Ora siamo grandi. Grandi e diverse. Ma con lo stesso sguardo di 25 anni fa.
Poi succede altro.
E ti ritrovi ad sentire la musica con le cuffiette, nel letto, come facevi da ragazzina.
Ti ritrovi a parlare per ore e ore al telefono, ad ascoltare, a vedere l'alba tra i palazzi per la prima volta, e vorresti dire a chi inizia a lavorare prima di te: "venga le offro un caffè"; ti ritrovi a sorridere, a pensare al colpo di testa che non hai mai fatto, a pensare che forse puoi ancora permetterti di sognare, a occhi aperti e a occhi chiusi. E non capisci piu' dov'è sta la realtà e dove l'assurdo.
Ma ti piace e te lo godi. E te ne fotti del resto.
D'altronde hai solo da sperare che non facciano una legge che vieti di sognare.
In tal caso mi spiace, ma trasgredirò.

E' solo che poi ti chiedi: ma tutto questo è giù successo e sto sognando, o sto sognando che succeda?

lunedì, febbraio 16, 2009

Anteprima

"....respiriamo l'aria aspettando primaveraaaaaaa,
siamo come i fiori prima di vedere il sole a primaveraaaaaaaa..."

aaaaahnn (sospiroo...)

sabato, febbraio 14, 2009

Anniversari

La rabbia delle cose non dette.
E' un attimo.
Vedi un immagine e ti piglia allo stomaco.
Non sono tanto brava a spiegare le cose a voce.
Preferisco scrivere. Ho scritto lunghe lettere per spiegare i miei stati d'animo. Ne ho scritte tante.
Tante per chiedere scusa.

Eh si, sono una pasticciona coi sentimenti: ne provo tanti, tutti assieme, vanno d'accordo,mi rendono felice, felicissima, troppo felice,
mi confondono, si contrastano, si prendono a pugni, mi prendono a pugni, si mimetizzano, mi illudono, mi fanno stare male, e molti, molti mi fanno arrabbiare.
Ora ho la rabbia dentro. Sta nello stomaco.
Non ho potuto spiegare. Non ho potuto parlare.
La voce non è mai uscita quando doveva uscire. Ricadeva nella gola e poi dentro allo stomaco. Un tonfo secco. Tutte le lettere mischiate, tutto da rifare.
Sono lì tutte le parole che avrei dovuto tirare fuori quando era il momento.
E invece c'era la paura di dire, di gridare, di dire un pensiero che era mio, mio solo.
Ma io non so parlare, non so dire, sono come i bambini quando vogliono qualcosa, un giocattolo, un bicchiere d'acqua, ma no sanno chiamare le cose con il loro nome. E ti chiedono il cane di pelouches e tu gli dai il trattore. E poi piangono, o alla meglio mettono il muso.

Forse non parliamo la stessa lingua, ecco perchè non ci capiamo.
Io parlo francese, tu inglese.
Io parlo spagnolo, tu tedesco.
Io parlo siciliano, tu piemontese.
Io parlo d'amore, tu di sesso.
Io di cioccolata calda, tu di gelato.
Io di gatti, tu di cani.
Io di sinonimi, tu di contrari.
(Provare a usare un dizionario no eh?)

Io dimentico le cose, le lascio per strada, tu ricordi tutto, persino i miei giorni.
Io sono disordinata, tu ordinato, quasi simmetrico.

Io arrivo tardi, tu sei puntuale.
E' andata così. Tu puntuale, io in ritardo, come al solito.

E intanto la rabbia cresce, si alimenta, in silenzio.
E sta li a macerare nello stomaco.
Sono stata crudele col tuo cuore, e ora tu lo sei col mio.
Effettivamente cosa potevo pretendere.
La storia si ripete.
La Bella e la Bestia.

Ma non sono io la bella.
E nemmeno tu la bestia.


venerdì, febbraio 13, 2009

Ci manchi, all'uomo focaccina e a me.

In questo blog scrive anche la mia amica Vale.
Cioè prima scriveva, ora ha tante cose da fare(??!?).
Oggi è il suo compleanno.
E così ho deciso di dedicarle una canzone, con qualche correzione, che m'è venuta in mente stamattina appena mi sono svegliata.

C'era una volta un giorno normale
che adesso è un giorno speciale
c'era una stella sospesa nel cielo
leggera come un pensiero
e quella stella da allora
brilla soltanto per te...

Buon compleanno bambina
oggi tu sei la regina
regina di nessun re (in realtà il re c'è)
la più importante che c'è.

Lì nella cesta, i gatti di stoffa (insieme a Blitz)
tutti invitati alla festa
e tra i regali, di tutti i colori
chissà chi ha mandato quei fiori
e tu soltanto lo sai, ma è un segreto
e non lo dirai...

Buon compleanno bambina
oggi tu sei la regina
regina di nessun re
la più importante che c'è
...e tu regina
più bella che mai
per me sarai sempre bambina
anche se hai, se hai un
anno di più... Buon
compleanno bambina...
Oh Happy Birthday to you!
(E.Bennato)

giovedì, febbraio 12, 2009

Siesta

Oggi ho fatto pausa pranzo a casa vecchia.
In realtà la faccio tutti i giorni, ma oggi ci ho aggiunto un microriposino pomeridiano.
Anzi in realtà anche quello lo faccio quasi tutti giorni, tipo quindici-venti minuti mi stendo sul mio ex letto. A volte crollo secca, di traverso, altre volte fisso il soffitto, spesso guardo dalla finestra il palazzo di fronte.
Ma oggi ho deciso di fare il microriposino nel lettone, con mamma.
A casa mia il riposino pomeridiano è sacro. Quando andavo a scuola si staccava pure il telefono. Mia mamma mi chiede ancora adesso se può staccare il telefono e io le dico: "mamma sono almeno 3 anni che non mi cerca piu' nessuno al telefono fisso"
Da piccola mi capitava di dormire nel lettone con mia mamma e mia sorella ogni volta che mio papà andava via. Se dovessi dire perchè andava via non lo saprei dire, ma credo per lavoro o dalla nonna in Puglia.
Io stavo sempre in mezzo. Nella riga tra i materassi. E puntualmente mia sorella tirava le coperte da un lato, mia mamma dall'altro e io rimanevo con lenzuolo teso sopra e morivo di freddo.
Il lettone di mamma e papà è magico.
Non ricordo da dove arrivi ma è molto, molto antico. E' un lettone a tre piazze perchè sono due lettini da una piazza e mezzo. Io che sono corta ci sto in tutti i versi.
Ha il materasso come la panna montata. Anzi come le nuvole.
Infatti quando ci salgo sopra mi dimentico del resto.
Qualunque sia il mio stato emotivo, appena sfioro il materasso sto bene.
Mi sento al sicuro.
Sento che nessuno mi può fare niente, che tutto scompare, persino il mal di denti, che ogni male è cancellato, mi viene il sorriso, mi stiracchio anche un pò, mi stropiccio gli occhi, mi raggomitolo e mi metto a stella, la paura passa. Anche quando da piu' grande mi capitava di rimanere a casa da sola, dormivo nel lettone. Quando mi veniva la febbre con le placche e tutto il resto, andare nel lettone era d'obbligo, faceva parte della cura con le medicine.
E poi ho fatto interminabili telefonate con le amiche del cuore, sdraiata sul lettone.
Mio papà si arrabbiava sempre e mi gridava: "Stacca il telefonoooo. E soprattuttooo toglitiii dal lettoooneee"
Era geloso del suo letto.
Adesso capisco perchè.

Oggi ho proprio sentito la necessità di dormire nel lettone. Con mamma.

mercoledì, febbraio 11, 2009

Recidiva

L'ho rifatto.Non ho resistito.

E' che me l'ha consigliato una mia amica. Mi ha detto che a lei ha fatto bene, e io ci credo alle amiche.

Oggi dopo pranzo sono andata di nuovo a piedi verso l'ufficio.
Cambio strada tutte le volte quando vado a piedi, perchè mi stufo a fare sempre le stesse cose.
Ne sa qualcosa la mia padrona di casa che tutti i mesi mi dice sorridendo: "Aah, ma hai di nuovo cambiato l'ordine dei mobili??!" "Eh si, mi stufo io". (Un paio di sere fa ho tirato una ginocchiata contro il tavolo perchè non mi ricordavo di averlo messo al centro della sala...)
Dicevo.
Sono andata a piedi a lavorare, via del centro, occhiata furtiva ai negozi chiusi, passaggio vicino al tipo che vende la roba vecchia, carcere, ospedale, vialone trafficato con strisce pedonali blu, e poi.. e poi un parco. Che chiamarlo parco è educato.
C'era il sole tiepido, quasi caldo. C'era l'erba. C'era il profumo della terra umida. Gli alberi.... e c'erano le giostrine.
Non ho resistito e sono salita ancora sull'altalena.

Quando ero piccola e mia mamma mi portava ai giardinetti mi piaceva solo l'altalena.
La giostrina che gira proprio no perchè mi veniva il vomito. Adesso mi viene il vomito anche solo a guardarla. Sulla ruota mi ricordo che c'era sempre il bambino figo che si metteva in mezzo mentre gli altri giravano.
Lo scivolo mi faceva un pò paura perchè a me non piace la velocità.
...ne sa qualcosa chi mi aspetta tutte le volte per ore...
Invece l'altalena mi piaceva eccome, ma non riuscivo mai ad andarci tanto perchè puntualmente c'erano i bimbi che aspettavano il loro turno che mi facevano pena e così scendevo e facevo salire loro.
Mia mamma poi mi gridava dalla panchina:"non passare davanti all'altalena che ti fai male"
Io questa cosa l'ho capita subito, ma qualche bambino mi pare che si sia dovuto prendere un paio di calci in faccia prima di imparare.
Dicevo.
Sono salita, e ho iniziato a spingermi.
Ho sentito il vento sulla faccia. Ho sentito il vuoto nella pancia ogni volra che sono tornata indietro. Ho pure buttato indietro la schiena per spingermi piu' forte, e ho quasi toccato il cielo. Lo giuro.
E poi ho sorriso.

C'è solo stato un problema.
Che io mica mi ricordo come si scende dall'altalena e così prima di spaccarmi una gamba ho dovuto aspettare che finisse da sola di muoversi...

domenica, febbraio 08, 2009

Pubblicità occulta

Un chilo di paste della pasticceria piu' famosa della città:
30 euro.

Fare i biscotti con gli amici, la domenica pomeriggio, con il primo sole che cerca di entrare dalla finestra e in casa la dolce fragranza che si diffonde nell'aria:
NON HA PREZZO...

...per tutto il resto c'è Mastercard...
(eh, avercela...possibilmente coi soldi dentro)

venerdì, febbraio 06, 2009

A.A.A. cercasi scorta armata per girare nel quartiere nuovo:)

Oggi sputo fuoco.
A parte i problemi lavorativi che quelli non si possono tirare in causa.
Sputo fuoco per una multa.
38 o 36 euro non si capicse bene perchè il vigile ha pasticciato. Per pulizia strade.
Adesso, fin da piccola io sono sempre stata contro le ingiustizie.
Io la multa la pago anche, ma solo se ci sono le motivazioni valide per farlo.
Perchè siamo in un paese democratico, credo, e io dico la mia.
Perchè porcavacca, perchè fai la multa a me e non allo stronzo, che per evitare la pulizia strade ha parcheggiato sul maricaipiede? Io sono in torto e ci sta (anche se su questo ho da sindacare). Ma lui, lui, che si è messo sul marciapiede per evitare palesemente e dico PALESEMENTE la multa , fai finta di non vederlo?
Ma se io picchio una per strada e un metro piu' avanti stanno scippando una, il vigile o chi per esso che fa? Fa finta di non vedere una delle due cose perchè quella è la Giornata Mondiale contro la violenza sulle rincoglionite che non sanno parcheggiare????
Protesto perchè tu mi metti il divieto dalle 00,00 alle 07,00. Ma perchè la multa non me la fai se effettivamente intralcio quella cazzo di macchina delle pulizie che, fra parentesi, non ha pulito proprio una bella merda perchè c'era A) la neve B) non ha levato nemmeno una cartaccia (si ho ripreso tutta la scena).
E' come se io dicessi, ti punisco anche se non hai picchiato quello, intanto ti punisco che non si sa mai. Metti che ti viene voglia di farlo.
Adesso si sa, nel mio nuovo quartiere c'è un tacito accordo che si parcheggia sul marciapiede nelle sere di pulizia strade. Allora o la legge la fai rispettare, o non la fai rispettare. Non c'è la via di mezzo. Perchè allora io mi metto la P di puttana (scusate la volgarità del post) e tutte le sere di pulizie strade giro sui marciapiedi e chiamo i vigili e gli contesto l'art 158 n. 24 sostava con il veicolo sul marciapiede.
Fino a esaurimento.

Loro ovviamente.

giovedì, febbraio 05, 2009

La crisi del martedi' sera.

Stasera sono uscita.
Di solito non esco quasi mai di martedi' sera.
Perchè il giorno dopo si lavora.
Quindi le cose sono due: o tutta la gente che ho visto ieri sera domani non lavora, o io devo rivalutare la mia idea di settimana. Di martedì sera la crisi nei locali sembra che sia una cosa appartenente a un'altra epoca. Dicono che c'è, la crisi, c'è eccome, dicono. A scuola, nella vita lavorativa, adesso pure in quella sentimentale, c'è al supermercato, nei negozi, nelle vacanze, dal dottore, dal giornalaio, dall'estetista, in palestra...

E invece ieri sera vi assicuro che non c'era. Sono andata in un locale in centro. Erano tutti felici, sorridenti, luccicanti, profumati. Bevevano tutti, seduti ai tavolini, si scherzava con gli amici, chi ballava, chi ci provava, chi sorrideva, chi mostrava le autoreggenti, chi guardava le autoreggenti, e chi non se ne accorgeva, c'era chi bisbigliava.
A me non pareva martedì, mi sembrava sabato, infatti quasi quasi domani non vado a lavorare e poi se mi chiederanno dirò: “eh ma non era sabato ieri?”
C'era il tributo ai Beatles. Tutti cantavano, tutti applaudivano, tutti schiacciati, tutti brillanti.
Credo che uscirò più spesso di martedì.
Per un attimo ho creduto di non essere nella mia città.
Ci ho anche un po' sperato a dire il vero.
Ho pensato, adesso esco di qui e non trovo piu' il solito corso.
Non so però se corso inteso come strada o còrso inteso come corso delle cose...

martedì, febbraio 03, 2009

CORAGGIO

Il coraggio (dal latino coraticum, aggettivo derivante da cor, cordis cuore) è la virtù umana, spesso indicata anche come fortitudo o fortezza, che fa' si che chi ne è dotato non si sbigottisca di fronte ai pericoli, affronti con serenità i rischi, non si abbatta per dolori fisici o morali e, più in generale, affronti a viso aperto la sofferenza, il pericolo, l'incertezza e l'intimidazione.

In linea di massima, si può distinguere un "coraggio fisico", di fronte al dolore fisico o alla minaccia della morte, da un "coraggio morale", di fronte alla vergogna e allo scandalo.


da Wikipedia-l'enciclopedia libera

lunedì, febbraio 02, 2009

Sorridi che ti passa.

"Quello che giovanotti dire e quello che giovanotti pensare essere due cose diverse". Mamy

E' un po' come quando guardi Via col vento, e sai già che Ashley non lascerà mai Melania, ma tutte le volte speri che succeda.
Speri che lasci la buona Melania per la capricciosa, egocentrica e romantica Rossella.
Ma lo sai che non andrà mai così, l'hai già visto mille volte.
Ti senti già triste, quando guardi Via col Vento, perché sai che ci sarà la guerra e cambieranno tante cose...ma resterà tutto uguale.
E ti chiedi se è il corso delle cose a dettare legge. Se è il destino, se esiste il destino, se sono le coincidenze, gli sliding doors, gli attimi fuggenti, gli attimi fuggiti, si vive una volta sola, cogli la palla al balzo, ogni lasciata è persa e tutte quelle specie di seghe mentali che ti fai, anche se si tratta solo di scegliere un dentifricio. Questa volta ho ceduto per quello che costava meno. C'è la crisi.
E così ti ritrovi a mangiarti tutte le unghie che farle crescere era il proposito del 2009; e ti ritrovi a fumare, che pure smettere di fumare era il proposito del 2009 e pensi che forse hai esagerato con i propositi del 2009.
Ti ritrovi a stare seduta sulla punta della sedia, anche per un pranzo di due ore.
Poi ridi, piangi e ridi, ridi e piangi. Non capisci nemmeno piu' la differenza fra una cosa e l'altra. Soprattutto quando stai ridendo con la tua amica, a cena, e intanto scendono le lacrime nel piatto. Ma è la tua Amica, lei capisce.
Vorresti che qualcuno ti dicesse come andrà a finire e come inizierà e viceversa.
Poi cancelli. Si perchè oramai la gente non si manda a fanculo, si cancella.
Da messenger, da facebook, dalla rubrica del cellulare. Basta un click e non fa piu' parte della tua vita. Basta un “Cancellare?” “Ok” e si elimina il tempo passato insieme.
Prima ci si mandava a cagare a di persona, si litigava. A me manca litigare. Gridarsi in faccia un vaffanculo sentito, alzare la voce e rovesciare il tuo stato d'animo guardandosi negli occhi. Dirsi le cose come stanno e non come sembrano. Dirsi le cose.
Io lo faccio sempre in macchina. Se uno mi fa un torto in macchina gli grido dietro. La volta che mi sentirà qualcuno, finirà mica bene:)
Penso che la prima persona con cui litigherò, si caricherà di tutti i litigi mancati, di tutti i vaffanculo non detti. E di tutti i pianti non fatti.
Poi senti male allo stomaco. E sei certa che non sono la peperonata o le melanzane alla parmigiana non digerite che ti ha fatto mamma perché ti vede sciupata.
Vorresti solo fermare la lancetta del metronomo che batte il tempo.
Anzi sfasciarlo direttamente.
Vai a dormire tardi la sera, ti svegli rincoglionita alla mattino. Anche se nessuno vede la differenza da quando vai a dormire presto.
Dormi con le persiane aperte per vedere la neve che cade.
Sembra zucchero a velo per le strade. Vorresti scendere nella via sotto casa in pigiama e aspettare i fiocchi sulla faccia. E sentire il profumo del freddo.
C'è chi mette la maschera sugli occhi. C'è chi la mette su tutta la faccia.
Chi invece, per fortuna, la fa cadere.
Speriamo che domani un raggio di sole entri dalla finestra e svegliandomi sussurrerà: ”Dai, che sta arrivando la primavera...”