lunedì, dicembre 28, 2009

Constatazione amichevole.


Ricordo ancora quando avevo fatto il botto con la macchina di mia sorella.
Una punto grigio scuro con l'autoradio incorporata.
Le dita sulla manopola del volume, il mio sguardo che si alza, il piede che pesta il freno in fondo.
Botto inevitabile.
Poi il silenzio.
Un silenzio che sembrava di aver smarrito l'udito.
Lo stesso silenzio che riempie l'aria quando nevica.
Il fiato che manca, la saliva che si asciuga.
Come se il tempo si fosse preso una pausa.
Come se un alito di vento ghiacciato avesse paralizzato tutto.
Tranne quella stronza che è subito scesa dalla macchina starnazzando come un'oca.
Le sue piume avevano riempito la strada. Volevo raccoglierle e farmi un giacchino.
Quando mi sono svegliata dala pausa di riflessione, le mie pupille avevano eclissato il colore dei miei occhi.
Non capivo niente. Meno del solito.
"Un attimo. per favore, dammi un attimo. Non sono ancora nella realtà. Sono ancora ferma al botto. Sono rimasta incastrata nel botto. Nel rumore, intendo"
I botti si fa a fatica a dimenticarli.
Io me li ricordo tutti quelli che ho fatto.
Quelli che ho fatto con la macchina di mio papà poi...,...
Anzi più che il botto, mi ricordo il silenzio.
Il silenzio dopo il botto.

venerdì, dicembre 25, 2009

martedì, dicembre 22, 2009

per spiegare.

uh mamma. manco di originalità. ecco il posto dell'anno scorso. non vorrei mettere di cattivo umore. prometto che sarò positiva:)

++++
ecco.:)

giovedì, gennaio 01, 2009

Natale con i tuoi...

Vorrei raccontare di oggi, del pranzo di Natale in famiglia.
Di quando mia mamma mi ha telefonato alle sette per sapere se ero sveglia e di sbrigarmi ad arrivare a casa sua che dovevo apparecchiare la tavola.
Di quando ho aperto la porta di casa e una vampata di profumi di cibo, misto a fritto e misto a melanzane alla parmigiana ( a casa mia sono un must) mi ha investita che a momenti manco mi faceva entrare.
Vorrei raccontare di quando mentre apparecchiavo ho rotto un bicchiere, del telefono di casa che continuava a squillare per gli auguri di parenti meridionali, dell’arrivo di tutti parenti come in Mamma ho perso l’aereo: lo zio che ti stringe fortissimo e ti tira il pizzico sulle guance e ti dice “eh oramai sei una signorina”, la zia che ti lascia il rossetto sulle guance, quella che ha la voce alta, il cugino che con lo sguardo esprime solidarietà, quello piccolo che già strilla, quello che invece si lancia sotto l’albero e cerca il suo regalo, la cuginetta che vuole vedere la tua cameretta, i capotti in camera dei tuoi, mio papà col grembiule da cucina che con il piede aggiusta il tappeto,…
Vorrei raccontare della festa in casa come credo l’abbiano passata quelli del palazzo di fronte, che io guardavo dalla finestra con un po’ di invidia, con lo spumante e il panettone, e il pandoro perché tanto a qualcuno il panettone non piace…
Vorrei raccontare dei regali, del canovaccio con le presine, del bagnoschiuma di Bottega verde, del dopobarba, dei giochi per i bambini, ma io volevo l’astronave dei lego, delle tazzine giocattolo da caffè.
Vorrei raccontare del momento in cui i grandi fanno i grandi e i piccoli vanno in cameretta a giocare.

E invece non lo racconto. Forse avrei potuto farlo 20 anni fa.
Posso raccontare invece della colazione in un tavolone da 20, lavali, aiutali a vestirli con i vestiti piu’ belli, lavati, vestiti, sbrigati che la messa inizia alle 11, ma l’anno scorso non era alle 11,30?
Io di solito sto fuori, vado al bar con chi proprio non ne vuole sapere di stare li dentro. Dove alcune persone quando ci vedono arrivare si spostano incazzate e schifate. E io penso meno male che è Natale. ggi volevo tirare un pugno a una. Che m’è salito il sangue nel cervello.
Vado al bar, marocco e focaccia per due o tre.
Poi il pranzo, sempre nel tavolo da 20, mamma e papà li vedo da lontano. E non ci sono zii nel mio tavolo che raccontano barzellette, ne cugine coi morosi, ne bambini che strillano. Si lo so che i bambini non strillano solo. C’è mia sorella però al tavolo. E ora anche suo marito. A volte siamo talmente indaffarati che ci dimentichiamo di farci gli auguri.
Ma a me manco viene da fare gli auguri.
Ma sono felice lo stesso. Malinconicamente felice.
Per me Natale è un giorno come gli altri. Speciale, ma come gli altri.
Per me tutti i giorni dell’anno sono speciali. Diversamente speciali. Come i miei ragazzi.
A volte penso che vorrei una Natale come avrei voluto raccontarlo.
Ma se ci penso mi sento egoista.
E’difficile spiegare.
Sono le emozioni comandate, i regali comandati, che poi tu me l’hai fatto, io no e mi sento una merda. Ma non mi viene tanto da farli perché è Natale. Io il regalo te lo faccio quando ne ho voglia.

venerdì, dicembre 18, 2009

natale con i tuoi?

A me il natale non è mai piaciuto.
Fin da quando ero piccola.
Fin da quando mi sono svegliata una mattina del 25, sperando che Babbo Natale avesse preso la mia letterina e l'avesse trasformata nei miei pattini a rotelle bianchi da principessa, insieme alla pace nel mondo.
Quella mattina solo il sonno di tutta la mia famiglia nell'aria, il pavimento caldo sotto i miei piedini e la delusione di vedere la mia letterina appoggiata all'albero.
L'ho preso, l'ho riletta e poi l'ho strappata.
Avrò avuto 6 anni, forse.

Non mi piace il natale perchè è la festa della famiglia.
Perchè io è da ho perso il conto, che non festeggio in famiglia.
Con lo zio che ti smucina le guance, la zia un pò grassa che ha portato il dolce, i cugini con il vocione da uomini, quelli sposati con figli, il cin cin, il rumore dei piatti con il bordo dorato, la coca cola, la frutta secca, jngle bells jingle bells e le luci gialle rosse e blu dell'albero con la punta un pò storta.
Me lo immagino così il pranzo di natale.

Non mi piace il natale per cosa mi regali tu, cosa ti regalo io, cosa ci regaliamo, ricicliamo questo regalo, non so cosa regalargli.
Quando sono nei negozi e vedo certe signore comprare degli obrobri di pacchianate, il mio pensiero va a chi riceverà il dono sentito.
Non mi piace il natale perchè mi dimentico di fare gli auguri, perchè vedo le case vuote con gli anziani dentro da soli, vedo i papà che non potranno fare i regali che i figli hanno visto in tv, perchè tutti corrono, perchè tutti comprano e nessuno gusta una cioccolata calda con le amiche, con la panna. E due biscotti. Facciamo tre, va.

E poi non mi piace il natale perchè sono tutti più buoni.
Per finta.

domenica, dicembre 13, 2009

Interrogativi.


A volte mi chiedo se sono i miei sanitari a essere troppo piccoli, o se il mio gatto è troppo grasso...

venerdì, dicembre 04, 2009

Una lacrima sul viso

E' ufficiale.
Sono troppo sensibile per avere un animale.
Vedo Prittino che al buio, gratta sulla porta della mia camera da letto.
Lo sento miagolare, disperato.
Lo vedo accoccolato proprio sullo stipite della porta.
Con lo sguardino triste.
Che magari pensa che me ne sono andata e l'ho abbandonato.

Prittino è troppo piccolo per stare da solo in casa.

E' vero, fa i disastri quando sono a casa, tipo che apre il frigo da solo e si prende le scatolette e mi lascia il frigo aperto facendomi andare la roba a male; gioca con la pallina di carta stagnola sul letto e mi pinza il piumino con gli artigli; mi tira i fili del cordino delle tuta; mi mangia i capelli quando dormo; si arrotola sulle scarpe di Azzurro e gli mangia i lacci; appena ci vede masticare ci salta addosso come se fosse il gattino più dolce del mondo nella speranza che presi dalla compassione gli offriamo quello che stiamo mangiando, e di solito ci riesce; gioca con l'acqua del bidet e mi allaga il pavimento; va a fare la cacca appena gli ho messo la sabbietta nuova di pacca; e poi esce sul balcone quando piove e torna dentro tutto zuppo d'acqua dopo aver camminato sulla righiera...

Ora, qualcuno mi faccia credere in realtà che il mio gattino è felicissimo di passare 4 giorni da solo.
Che finalmente ha casa libera e può fare le feste.
Che quando vedrà comparire Azzurro sulla porta di casa penserà "Oooooh finalmente una serata tra uomini!"
(Azzurro: niente birra e caffè per Prittino!!)
Che di notte dormirà spaparacchiato a stella sul divano pensando "Ooooooh stanotte posso evitare di fare il gattino coccolino che dorme sul cuscino, che la mia reputazione da gatto nero sta andando a quel paese"
Che salterà sul tavolo e poi sul mobile della cucina e poi cercherà di arrampicarsi sul mobile della sala, e poi correrà su e giù a 200 all'ora per la casa con il topo dell'ikea in bocca e poi si fermerà con il fiatone e si addormenterà in mezzo al pavimento della sala.
E che magari mi spaccherà qualcosa, nascondendo abilmente i cocci sotto il letto.

E così, vero??