giovedì, aprile 14, 2011

Ogni scarrafone.

Non ho saputo resistere.
Vedere quello scarafaggione nero cicciotto, agonizzante, girato a pancia all'aria, vicino agli scalini di pietra dell'ingresso di casa, mi ha stretto il cuore.
E così, dopo essere appena volata dalla bici, perchè mentre parlavo al telefono mi si è staccato il cestino che ho cercato di prendere con la mano appoggiata sul manubrio dal lato del freno funzionante e non so come mi sono ritrovata con bici, telefono, spesa, borsa del nuoto a terra, e io miracolosamente in piedi, preoccupandomi, ovviamente, che non mi avesse vista nessuno.
Dicevo. Dopo essere appena volata con la bici, ecco che uno scarafaggio aveva una situazione ben peggiore.
Io so di avere dei problemi seri di sensibilità, nel senso che io proprio non me la sono sentita di ignorarlo o peggio ancora ammazzarlo. Oddio forse avrei pituto eliminato ogni sofferenza, ma alla fine, come avrei potuto?
Così ho posato di nuovo tutto per terra, ho preso una foglia secca e l'ho rigirato pancia sotto.
Ha fatto due passetti, ma si vedeva che stava male.
Poi sono rientrata a casa.
Più tardi sono riscesa per buttare l'immondizia che per fortuna ci sono i bidoni nel cortile e per fortuna un piano di scale non é troppo deleterio per la mia pigrizia.
Lo scarafaggio era di nuovo a pancia all'aria. Ancora più agonizzante.
Forse qualcuno lo aveva un pò calpestato perché stava perdendo, mhmhmh, sangue??
Così ho provato a ri-rigirarlo. Si vedeva che stava per morire.
L'ho raccolto nella scatola che avevo in mano e ho iniziato a girare nel cortile in cerca di un posto degno di un ultimo respiro.
Ma poi mi é venuto in mente che fuori c'era uno di quegli scorci di natura nel cemento.
L'ho adagiato sull'erbetta.
E me ne sono tornata a casa, un pò triste.
Spero almeno che sia morto con l'illusione di essere tornato a casa, pure lui.

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