A me piaceva un sacco quella scatola: era tutta storta e non si chiudeva mai bene, bisognava darle dei pugni sopra.
Ma c'era una cosa che piaceva ancora di piu': era la scatola dei bottoni.
La scatola dei bottoni era una scatola del caffè con la chiusura in alto. Di quelle che fanno click e ti pinzi le dita per chiuderla.
Ogni tanto dicevo a mia mamma: "Mamma, oggi ti metto in ordine la scatola dei bottoni" e lei mi diceva: "Patrizia. Ma non hai propro niente di meglio da fare?"
Io le sorridevo e poi rovesciavo tutti i bottoni sul tavolo.
Anzi prima infilavo la mano dentro alla scatola perchè mi piaceva affondare le dita in tutti quei piccoli bottoni lisci. Li impastavo un pò, e poi giù sul tavolo.
Mi piaceva guardarli, fare finta di sceglierne qualcuno, poi mettere insieme quelli uguali e dividerli per colore. Si sentiva l'odore metallico misto a quello di pastica e palline di filo.
Quelli che mi facevano ridere erano quelli dorati, con le ancore. Mi immaginavo ogni bottone su una maglia diversa. Una maglia anni 50 marrone, una anni 60 a spighe, una anni 80 fuxia con le spalline. Pensavo che magari in una maglia se n'era staccato uno e lei li aveva dovuti cambiare tutti.
Alcuni avevano ancora il filo attaccato. Ce n'erano di piccolissimi, quelli imbottiti, quelli marroni grandissimi, di legno, tutti diversi.
Poi finiva sempre che non concludevo niente come al solito e li ributtavo tutti dentro alla scatola.
Oggi ho chiesto a mia mamma:
"Mà, ma come fai ad avere tutti sti bottoni?"
Anche io vorrei avere la mia scatola dei bottoni.
Ho cominciato. Ne ho sette circa.
Mia mamma ne avrà almeno 300.
Credo che oggi le chiederò di farmi giocare un pò coi suoi bottoni.