Io credo di essere stata l'unica contenta della neve di mercoledì. Quando martedì ha iniziato a nevicare ero felicissima. Guardavo il cielo e dicievo"dai ancora, piu' grossa"
Martedì sera sono andata a dormire come tutte le sere, cotta dalla giornata, con sugli occhi le vicende di Cime Tempestose.
Ho puntato la sveglia alle 07.00, cellulare e radiosveglia che funziona una volta su tre. Mi sono rannicchiata nell'angolo del letto e lentamente sono scivolata nella notte, sospirando al pensiero che un'altra giornata di lavoro stava per arrivare.
Poi di colpo il suono della sveglia. Ho aperto un occhio e ho pensato che no, non poteva essere già mattina.
Sono stata due minuti col braccio sulla radiosveglia, fino a che non si è addormentato, cercando di godermi gli ultimi secondo di riposo. Nel frattempo mi sono accorta che non si sentiva nessun rumore dalla strada. Nessuna macchina, nessun clacson. Un silenzio ovattato.
In mezzo a questo pensiero è squillato il telefono.
Mia sorella.
"Patty, tutto bloccato per la neve, oggi non lavoriamo, torna pure a dormire"
....................
........................
..............
Mi veniva da piangere. Dalla gioia.
La telefonata che prego di ricevere tutte le mattine, quando il mio letto mi risucchia nel materasso come una ventosa, quando con gli occhi chiusi elemosini ancora qualche secondo di sonno, quando ti chiedi chi cazzo ha deciso che bisogna alzarsi così presto la mattina, ecco, quella chiamata è arrivata un normalissimo e insignificante mercoledì di dicembre.
Ho posato il telefono, mi sono riavvolta come un baco da seta dentro al piumone e con un immeso sorriso sulle labbra e una lacrima frizzante di felicità mi sono riimpossessata del mio sonno.
Credo che questo insignificante mercoledì di dicembre me lo ricorderò per tutta la vita.
Martedì sera sono andata a dormire come tutte le sere, cotta dalla giornata, con sugli occhi le vicende di Cime Tempestose.
Ho puntato la sveglia alle 07.00, cellulare e radiosveglia che funziona una volta su tre. Mi sono rannicchiata nell'angolo del letto e lentamente sono scivolata nella notte, sospirando al pensiero che un'altra giornata di lavoro stava per arrivare.
Poi di colpo il suono della sveglia. Ho aperto un occhio e ho pensato che no, non poteva essere già mattina.
Sono stata due minuti col braccio sulla radiosveglia, fino a che non si è addormentato, cercando di godermi gli ultimi secondo di riposo. Nel frattempo mi sono accorta che non si sentiva nessun rumore dalla strada. Nessuna macchina, nessun clacson. Un silenzio ovattato.
In mezzo a questo pensiero è squillato il telefono.
Mia sorella.
"Patty, tutto bloccato per la neve, oggi non lavoriamo, torna pure a dormire"
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Mi veniva da piangere. Dalla gioia.
La telefonata che prego di ricevere tutte le mattine, quando il mio letto mi risucchia nel materasso come una ventosa, quando con gli occhi chiusi elemosini ancora qualche secondo di sonno, quando ti chiedi chi cazzo ha deciso che bisogna alzarsi così presto la mattina, ecco, quella chiamata è arrivata un normalissimo e insignificante mercoledì di dicembre.
Ho posato il telefono, mi sono riavvolta come un baco da seta dentro al piumone e con un immeso sorriso sulle labbra e una lacrima frizzante di felicità mi sono riimpossessata del mio sonno.
Credo che questo insignificante mercoledì di dicembre me lo ricorderò per tutta la vita.
3 commenti:
chiedo alla mia amica di aggiungerti. o ci provo io lunedì.
la solita botta di culo. noi lavoriamo anche se nevica :(
a me è successa una cosa simile,
però il capo al telefono diceva "perchè non sei ancora in ufficio, lo sai che ore sono?"...mentre io ero imbottigliato nel traffico. In mezzo alla neve.
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