sabato, dicembre 13, 2008

La scatola dei bottoni

Quando ero piccola mia mamma teneva tutti i fili dentro la scatola rossa dei Krumiri (I Krumiri sono i biscotti di casale monferrato, quelli che non si sciolgono nemmeno nel latte bollente)
A me piaceva un sacco quella scatola: era tutta storta e non si chiudeva mai bene, bisognava darle dei pugni sopra.
Ma c'era una cosa che piaceva ancora di piu': era la scatola dei bottoni.
La scatola dei bottoni era una scatola del caffè con la chiusura in alto. Di quelle che fanno click e ti pinzi le dita per chiuderla.
Ogni tanto dicevo a mia mamma: "Mamma, oggi ti metto in ordine la scatola dei bottoni" e lei mi diceva: "Patrizia. Ma non hai propro niente di meglio da fare?"
Io le sorridevo e poi rovesciavo tutti i bottoni sul tavolo.
Anzi prima infilavo la mano dentro alla scatola perchè mi piaceva affondare le dita in tutti quei piccoli bottoni lisci. Li impastavo un pò, e poi giù sul tavolo.
Mi piaceva guardarli, fare finta di sceglierne qualcuno, poi mettere insieme quelli uguali e dividerli per colore. Si sentiva l'odore metallico misto a quello di pastica e palline di filo.
Quelli che mi facevano ridere erano quelli dorati, con le ancore. Mi immaginavo ogni bottone su una maglia diversa. Una maglia anni 50 marrone, una anni 60 a spighe, una anni 80 fuxia con le spalline. Pensavo che magari in una maglia se n'era staccato uno e lei li aveva dovuti cambiare tutti.
Alcuni avevano ancora il filo attaccato. Ce n'erano di piccolissimi, quelli imbottiti, quelli marroni grandissimi, di legno, tutti diversi.
Poi finiva sempre che non concludevo niente come al solito e li ributtavo tutti dentro alla scatola.

Oggi ho chiesto a mia mamma:
"Mà, ma come fai ad avere tutti sti bottoni?"
Anche io vorrei avere la mia scatola dei bottoni.
Ho cominciato. Ne ho sette circa.
Mia mamma ne avrà almeno 300.

Credo che oggi le chiederò di farmi giocare un pò coi suoi bottoni.


giovedì, dicembre 11, 2008

Miracolo sulla 34a strada

Io credo di essere stata l'unica contenta della neve di mercoledì. Quando martedì ha iniziato a nevicare ero felicissima. Guardavo il cielo e dicievo"dai ancora, piu' grossa"

Martedì sera sono andata a dormire come tutte le sere, cotta dalla giornata, con sugli occhi le vicende di Cime Tempestose.
Ho puntato la sveglia alle 07.00, cellulare e radiosveglia che funziona una volta su tre. Mi sono rannicchiata nell'angolo del letto e lentamente sono scivolata nella notte, sospirando al pensiero che un'altra giornata di lavoro stava per arrivare.

Poi di colpo il suono della sveglia. Ho aperto un occhio e ho pensato che no, non poteva essere già mattina.
Sono stata due minuti col braccio sulla radiosveglia, fino a che non si è addormentato, cercando di godermi gli ultimi secondo di riposo. Nel frattempo mi sono accorta che non si sentiva nessun rumore dalla strada. Nessuna macchina, nessun clacson. Un silenzio ovattato.
In mezzo a questo pensiero è squillato il telefono.
Mia sorella.
"Patty, tutto bloccato per la neve, oggi non lavoriamo, torna pure a dormire"
....................
........................
..............
Mi veniva da piangere. Dalla gioia.
La telefonata che prego di ricevere tutte le mattine, quando il mio letto mi risucchia nel materasso come una ventosa, quando con gli occhi chiusi elemosini ancora qualche secondo di sonno, quando ti chiedi chi cazzo ha deciso che bisogna alzarsi così presto la mattina, ecco, quella chiamata è arrivata un normalissimo e insignificante mercoledì di dicembre.
Ho posato il telefono, mi sono riavvolta come un baco da seta dentro al piumone e con un immeso sorriso sulle labbra e una lacrima frizzante di felicità mi sono riimpossessata del mio sonno.

Credo che questo insignificante mercoledì di dicembre me lo ricorderò per tutta la vita.

martedì, dicembre 09, 2008

Istruzioni per l'uso- parte 1

Di seguito le istruzioni per provocare un incedio perfetto in casa.
1. Rientrare a casa dopo aver perso il treno alla stazione centrale di Milano e aver atteso un'ora e 40 quello dopo. O meglio dopo che il controllore ti ha detto che se volevi prendere il treno al volo, e fare il biglietto sopra, avresti dovuto pagare un supplemento di 50 euro e tu ti strozzi in gola le parole"Se li ficchi su per il culo i cinquanta euro tutti in monete da 1 centesimo possibilmente, vaffanculo lei e trenitalia(quando sei arrabbiato la volgarità è inevitabile)"(nel frattempo hai cercato una toilette che hai trovato dopo circa 30 minuti e hai pagato 0,80 per entrare al bagno e allora per vendetta hai aperto le porte a tutte le femmine che si presentavano la davanti)
2. Lasciare la valigia all'ingresso perchè ovviamente hai accumulato ritardo su ritardo.
3. Andare in camera da letto e accendere la lucina del comodino per non sprecare soldi.
4. Spostare la mascherina per coprire gli occhi dalla luce e appoggiarla sopra una pila di libri, in bilico.
5. Buttare i vestiti per terra e cacciarsi sotto la doccia.
6. Stare sotto la doccia un sacco di tempo, perchè finchè l'acqua è ancora un bene comune, decidi di usarne un pò di più.
7. Tornare in camera da letto e sentire uno strano odore di bruciato.
8. Rimanere a fissare il vuoto per qualche secondo.
9. Con la coda dell'occhio accorgersi che sta uscendo del fumo dalla lamapdina lasciata accesa e rendersi conto che la mascherina appoggiata in bilico sopra la pila di libri è accidentalmente caduta sopra la lampada.
10. Fissare l'accaduto.
11. Levare la mascherina e constatare che il calore ha fuso l'elastico e ha fatto gocciolare il tutto dentro la lampada, tutto che continua a fumare.
12. Soffiare sopra la lampadina in preda al panico senza spegnere la luce.
13. Spegnere la luce e muoversi al buio.

14. Pensare che sei una deficiente.

15. Benedire il giorno in cui hai fatto l'assicurazione per la casa.

mercoledì, dicembre 03, 2008

"Canto quel motivetto che mi piace tanto..."

Ultimamente ho sempre nella testa questa canzone.
Mi alzo al mattino e la canto (cioè non è che proprio la canto perchè non so tutte le parole);
in macchina la canto;
sotto la doccia, mentre cucino(?), mentre stiro (???), mentre lavoro, mentre scrivo al pc, la canto;
alla radio passo tutto il tempo a muovere le manopole per trovarla.
Così ho cercato il testo.
Ora ho capito perchè la canto.

"Un passo indietro ed io già so
di avere torto e non ho più le parole
che muovano il sole

Un passo avanti e il cielo è blu
e tutto il resto non pesa più
come queste tue parole che si muovono sole

Come sempre sei nell'aria sei
tu aria vuoi e mi uccidi
Come sempre sei nell'aria sei
tu aria dai e mi uccidi
Tu come aria in vena sei

Un passo indietro ed ora tu, tu non ridi più
e tra le mani aria stringi
e non trovi le parole
e ci riprovi ancora a muovermi il sole
Ancora un passo un altro ancora

Un passo avanti ed ora io, io non parlo più
e tra le mani, mani stringo
a che servon le parole
amore dai, dai, dai muovimi il sole

Perchè sei nell'aria sei
tu che aria vuoi
ma che aria dai se poi mi uccidi

Tu che aria sei
ma che aria vuoi
tu che aria dai se poi mi uccidi
tu come aria in vena sei

Un passo indietro ed io
Un passo avanti e tu
Un passo avanti e noi, noi, noi"