Quando ero piccola mi piaceva viaggiare in treno.
Di notte.
Per andare in Sicilia facevamo i viaggi in treno. Cuccetta. O vagone letto.
Non ho mai capito la differenza: so solo che uno aveva le lenzuola di stoffa; l'altro aveva le lenzuola di carta e puzzava di treno, un odore di ferro misto a immondizia estiva.
A me poco importava della qualità della biancheria da letto.
Perche mi piaceva davvero troppo dormire in treno, di notte.
Di solito partivamo nel tardo pomeriggio.
Le valigie non si contavano.
Io aspettavo con ansia l'ora di cena perchè sapevo che poco dopo saremmo andati tutti a dormire.
Mia mamma preparava la borsa frigo con dentro un milione di panini con le cotolette impanate. Poi c'erano i formaggini galbani. E un sacco di bottigliette ghiacciate di acqua. Perchè diceva "Non si sa mai"
Io ero felice anche se stavamo tutti stretti con i borsoni addosso. Anche se lo scompartimento si muoveva tutto e non potevi stare in piedi che perdevi l'equilibrio. Anche se c'era la puzza di ferro misto a immondizia estiva.
Facevamo un sacco di briciole con quei panini. Io più di tutti. Per non farle vedere le spingevo con il piede sotto il sedile.
Finito di mangiare cominciavo a dire"Tiriamo giù i letti? tiriamo giù i letti?"
E mia mamma si agitava che lei si agitava sempre quando viaggiavamo.
Volevo sempre dormire in alto.
Così mi mettevo nel mio stretto lettino con le lenzuola di carta o di stoffa.
Mamma faceva il cruciverba, mia sorella forse ascoltava la musica con il walk man, papà si addormentava subito e io, io pensavo.
Prima di coprirmi aspettavo il brivido di freddo perchè sul treno, dopo un pò che stai senza coperte senti il brivido di freddo. Per me, il brivido, era il momento più bello. Ogni tanto, ancora adesso, quando sono nel letto aspetto il brivido di freddo prima di coprirmi e così mi ricordo del treno e sono felice.
Mi piaceva dormire nel treno perchè mi sentivo protetta tra il dondolìo del vagone sui binari e quello scompartimento così piccolo.
Durante quelle notti mi venivano i pensieri più tristi, dolcemente tristi, malinconici: anche se avevo solo 10 anni ero già malinconica.
Poi aspettavo quando il treno si fermava nelle stazioni. Mi giravo al contrario, scostavo la tenda e guardavo dal finestrino la gente a tardissima ora che aspettava sulla banchina.
E mi immaginavo le loro storie.
Ogni tanto dal letto mi affacciavo di sotto e vedevo il viso di mamma che dormiva illuminato a intermittenza dalla luce dei lampioni o della luna. Oppure guardavo di sopra il braccio di mia sorella che penzolava. E sentivo il respiro forte di papà che si mescolava al rumore ritmato del treno.
Mi capita spesso prima di dormire di chiudere gli occhi e di dondolarmi qualche istante.
Mi piacerebbe un volta riaprirli e trovarmi nel treno, di notte.
Per sentire il rumore dei binari, vedere la gente sulla banchina che aspetta, sentire l'odore di ferro misto a immondizia estiva. E fare i pensieri malinconici di una bambina di 10 anni.
Quando si dice, la felicità nelle piccole cose...
Di notte.
Per andare in Sicilia facevamo i viaggi in treno. Cuccetta. O vagone letto.
Non ho mai capito la differenza: so solo che uno aveva le lenzuola di stoffa; l'altro aveva le lenzuola di carta e puzzava di treno, un odore di ferro misto a immondizia estiva.
A me poco importava della qualità della biancheria da letto.
Perche mi piaceva davvero troppo dormire in treno, di notte.
Di solito partivamo nel tardo pomeriggio.
Le valigie non si contavano.
Io aspettavo con ansia l'ora di cena perchè sapevo che poco dopo saremmo andati tutti a dormire.
Mia mamma preparava la borsa frigo con dentro un milione di panini con le cotolette impanate. Poi c'erano i formaggini galbani. E un sacco di bottigliette ghiacciate di acqua. Perchè diceva "Non si sa mai"
Io ero felice anche se stavamo tutti stretti con i borsoni addosso. Anche se lo scompartimento si muoveva tutto e non potevi stare in piedi che perdevi l'equilibrio. Anche se c'era la puzza di ferro misto a immondizia estiva.
Facevamo un sacco di briciole con quei panini. Io più di tutti. Per non farle vedere le spingevo con il piede sotto il sedile.
Finito di mangiare cominciavo a dire"Tiriamo giù i letti? tiriamo giù i letti?"
E mia mamma si agitava che lei si agitava sempre quando viaggiavamo.
Volevo sempre dormire in alto.
Così mi mettevo nel mio stretto lettino con le lenzuola di carta o di stoffa.
Mamma faceva il cruciverba, mia sorella forse ascoltava la musica con il walk man, papà si addormentava subito e io, io pensavo.
Prima di coprirmi aspettavo il brivido di freddo perchè sul treno, dopo un pò che stai senza coperte senti il brivido di freddo. Per me, il brivido, era il momento più bello. Ogni tanto, ancora adesso, quando sono nel letto aspetto il brivido di freddo prima di coprirmi e così mi ricordo del treno e sono felice.
Mi piaceva dormire nel treno perchè mi sentivo protetta tra il dondolìo del vagone sui binari e quello scompartimento così piccolo.
Durante quelle notti mi venivano i pensieri più tristi, dolcemente tristi, malinconici: anche se avevo solo 10 anni ero già malinconica.
Poi aspettavo quando il treno si fermava nelle stazioni. Mi giravo al contrario, scostavo la tenda e guardavo dal finestrino la gente a tardissima ora che aspettava sulla banchina.
E mi immaginavo le loro storie.
Ogni tanto dal letto mi affacciavo di sotto e vedevo il viso di mamma che dormiva illuminato a intermittenza dalla luce dei lampioni o della luna. Oppure guardavo di sopra il braccio di mia sorella che penzolava. E sentivo il respiro forte di papà che si mescolava al rumore ritmato del treno.
Mi capita spesso prima di dormire di chiudere gli occhi e di dondolarmi qualche istante.
Mi piacerebbe un volta riaprirli e trovarmi nel treno, di notte.
Per sentire il rumore dei binari, vedere la gente sulla banchina che aspetta, sentire l'odore di ferro misto a immondizia estiva. E fare i pensieri malinconici di una bambina di 10 anni.
Quando si dice, la felicità nelle piccole cose...
7 commenti:
Sono siciliano e vivo al nord da un paio di anni... "Solo" tre volte ho preso il treno per scendere in Sicilia e due di queste volte era a fine Luglio. Non sono mai riuscito a vederci tutta questa magia che ci vedi tu o meglio che ci vedevi tu da piccola (e devo tra l'altro ammettere che da piccoli le cose sembrano tanto diverse :D) ma ammetto che in questo post sei riuscita a fare passare il viaggio in treno in cuccetta come qualcosa di quasi magico.
Posso solo dire che l'odore di ferro misto a immondizia estiva c'è ancora, forse più forte di prima!:)
I viaggi dell'estate che si fanno da piccoli lasciano un segno. Noi abbiamo sempre viaggiato in auto fino a Pescara, e difatti io non mi sento in vacanza se non mangio un panino in autogrill. :)
E, a proposito: ho preso tanti treni quando stavo a Venezia che ormai li detesto. ;)
Sante parole. Anche io da piccolo ho fatto molti viaggi in treno ma mi fermavo un po' prima, a Napoli. E in effetti andava proprio come lo hai descritto tu. Per me, bambino, era un divertimento mentre per la mamma era motivo d'angoscia e preoccupazioni. Grazie per avermi fatto ricordare.
Fatti un regalo. Prima o poi.
Prendi un treno, non importa la destinazione, prendi un treno e viaggia di notte, dormi, non sarà quella sensazione precisa ma sorriderai nel buio dondolando e ascoltando i rumori, respirando gli odori.
Per un magico istante tornerai una bimba malinconica e felice.
Non ho mai fatto un viaggio in una cuccetta in treno, ma il tuo racconto mi ha riportato certi odori, certe abitudini, certe sensazioni indimenticabili dell'infanzia, della famiglia... Che nostalgia certe volte...
hai scritto un racconto bellissimo...
maria
sergio da piccoli vedi cose che poi da grande pensi di esserti dimenticato e invece fai solo finta di non vederle:)
effe io amo i viaggi in treno.anche se c'è puzza e sono sempre in ritardo.
sono un ocsa che mi sta fare bene.
mdv grazie!!
luz l'ho chiesto ad azzu di andare in treno e hem. mi ha detto "tu sei pazza" :)))))
wilma e pensa che non ho ancora finito. covo dei post da un sacco di tempo. evere il tempo.
maria grazie!!!
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