domenica, giugno 30, 2013

Giordano Sella.

Quello che continuo a chiedermi, è se avessi davvero intenzioni di ucciderti.

"Il signore col cane, ve lo ricordate ?" dico a tutti, "quello che abitava vicino a me".

Sei sceso in cantina una mattina qualunque. Una mattina in cui tua moglie aveva preso servizio come al solito nell'ufficio Aziende dell'inps, al secondo piano. Dove io vado sempre per le pratiche della maternità. Quell'ufficio dove pure le piante sono tristi di essere lì.
Una mattina in cui tuo figlio era probabilmente andato a lavorare. Chissà se poi l'aveva trovato di nuovo il lavoro. Una fidanzata nuova si, l'aveva trovata. Io e lui ci salutiamo sempre con un certo imbarazzo, sai?
Quella mattina tua mamma ti aspettava a casa sua. E come tutte le mamme, quando non ti ha visto arrivare, si è preoccupata.
Ma tu quella mattina sei sceso in cantina e io non riesco a non pensare che la tua intenzione fosse davvero quella di ucciderti.
Non sei sceso in cantina. Sei andato a nasconderti in cantina. 

"Dicono sia stato un incidente" mi ha detto l'impiegata dell'Inps, la collega di tua moglie. 

Ho immaginato tua moglie scendere le scale un pò di fretta, magari poco preoccupata. Nessuno si spara in pieno giorno. 
Forse sei stata la prima persona che ho conosciuto quando sono andata a vivere nel palazzo giallo, quello con il grande balcone di pietra che fa angolo. 
E' stata la mia prima casa da single. E tu, insieme alla dottoressa con i gatti, e al vecchietto che la figlia lo veniva a trovare tutti i giorni e poi la salutava dalla finestra, e i signori con i bambini che non ho capito a che cosa giocavano per fare tutto il casino che facevano sopra la mia testa, siete stati i miei primi veri vicini di casa.
Quando la sera mi affacciavo dalla finestra della camera da letto, ti vedevo dall'alto, seduto sui gradini della vetrina dell'agenzia immobiliare. Parlavi sempre con il tuo cane e poi gli accarezzavi la testa. 

"Deve volergli davvero bene" pensavo sorridendo. 

Forse nemmeno l'amore per il tuo cane, quella mattina, ha saputo fermare la tua mano. 
Ti sei sparato con un fucile. Non deve essere facile impugnare un fucile, e decidere di essere tu la causa della tua fine. Voglio dire, devi essere bravo, un fucile è lungo, non è una pistola. Ora che guardi tutta la canna, magari fai in tempo a cambiare idea.

"Dai..il signore con il cane...quello con i baffi" insistevo.

In realtà quando ho letto il manifesto funebre ho pensato a un infarto.
Voglio dire, Giordano, 56 anni, prossimo alla pensione, una bella moglie, una bella casa, un cane, un figlio con una fidanzata simpatica, la croce verde.
Una sera ci eravamo incontrati a una sagra.
Avevi le guance dipinte di rosso. Alle sagre il vino va giù che è un piacere.
Ingenuamente avevo pensato che quando mi capita di bere, anche io lo faccio per dimenticare qualcosa. O per ricordarla meglio.
Non sapevo nemmeno che ti chiamassi Giordano.
Per me eri il signor Sella, il signore con il cane.

"E vabbè dai, non ci pensare" continuano a dirmi.

Giordano, volevo dirti che mi dispiace e mi piace immaginare, in un altra vita, il mio bambino sul balcone di pietra che fa angolo, che guarda con il naso all'insù il tuo cane e ti fa ciao ciao con la manina. 
A lui piacciono i bau, e sono sicura che a te, un giorno, sarebbe piaciuto avere un nipotino.

3 commenti:

Blackswan ha detto...

difficile dire cosa passi nella testa di chi compie un gesto del genere... io a volte ci sono passata in momenti no, e ci ho anche pensato.... quello che provavo in quei momenti era tanta tanta stanchezza... la voglia di staccare per un po', per un bel po'...

the muffin woman pat ha detto...

io ci ho pensato solo una volta. e la mia paura è stata. minimo minimo resto mezza viva tanto sono incapace:))

Effe ha detto...

Non riesco nemmeno a immaginare in quale baratro nero debba trovarsi l'anima di una persona che si toglie la vita. Non giudico, ma è davvero troppo lontano dalla mia mentalità per poter comprendere.