Vorrei disegnare quello che sento adesso. Ma non sono capace, quindi lo descrivo.
Vedo un bambino sulla riva di un fiume. Un bambino cicciotello con una maglietta a righe bianche e rosse e i pantaloncini corti, calzini bianchi e scarponcini neri; i capelli castano chiaro un po' spettinati, la carnagione chiara pure quella, e tante lentiggini sulle guance e sul naso.
E' in piedi e guarda l'acqua.
Sembra ferma. Sembra un lago, anzi no il mare. Guarda l'acqua e pensa a quanto deve essere forte. L'acqua dico. Si perchè se l'acqua tiene su una nave di quelle grandi,grandissime, deve essere davvero forte. E' un bambino non conosce le leggi della fisica ancora... Lui pure vorrebbe essere forte come l'acqua.
Ora prende dei sassolini. E comincia a tirarli nell'acqua. Come fanno i bambini. Mi sono sempre chiesta che gioco è tirare i sassi nell'acqua. Io lo facevo sempre anche se secondo me era un gioco da maschi.
Ora vede un sasso grande. Grande e pesante. Lo prende e lo tira.
E tutta la superficie dell'acqua si increspa. Fa delle onde grandissime. Tutta la quiete che c'era poco prima cessa. Tante onde, tantissime onde, come le onde del terremoto. Che non le possiamo vedere, ma secondo me ce le immaginiamo tutti così.
E mentre l'acqua comincia a calmarsi il sasso scivola sul fondo, lentamente, lasciando dietro di se una scia, che nessuno vede al di fuori dell'acqua stessa.
Poi il sasso si posa. Nessuna corrente lo porterà via.
Oramai fa parte del suolo. Starà li tutti i giorni. Tanti giorni, mesi, anni. Nessuno lo vedrà, ma lui sempre lì. E comincerà lentamente a riempirsi di alghe, piccole alghe che giorno dopo giorno cresceranno e avvolgeranno tutto il sasso.
Ora sta lì, completamente avvolto, incollato al terreno.
L'unica cosa da sperare è che arrivi un'ondata di piena a portarlo via.
Vedo un bambino sulla riva di un fiume. Un bambino cicciotello con una maglietta a righe bianche e rosse e i pantaloncini corti, calzini bianchi e scarponcini neri; i capelli castano chiaro un po' spettinati, la carnagione chiara pure quella, e tante lentiggini sulle guance e sul naso.
E' in piedi e guarda l'acqua.
Sembra ferma. Sembra un lago, anzi no il mare. Guarda l'acqua e pensa a quanto deve essere forte. L'acqua dico. Si perchè se l'acqua tiene su una nave di quelle grandi,grandissime, deve essere davvero forte. E' un bambino non conosce le leggi della fisica ancora... Lui pure vorrebbe essere forte come l'acqua.
Ora prende dei sassolini. E comincia a tirarli nell'acqua. Come fanno i bambini. Mi sono sempre chiesta che gioco è tirare i sassi nell'acqua. Io lo facevo sempre anche se secondo me era un gioco da maschi.
Ora vede un sasso grande. Grande e pesante. Lo prende e lo tira.
E tutta la superficie dell'acqua si increspa. Fa delle onde grandissime. Tutta la quiete che c'era poco prima cessa. Tante onde, tantissime onde, come le onde del terremoto. Che non le possiamo vedere, ma secondo me ce le immaginiamo tutti così.
E mentre l'acqua comincia a calmarsi il sasso scivola sul fondo, lentamente, lasciando dietro di se una scia, che nessuno vede al di fuori dell'acqua stessa.
Poi il sasso si posa. Nessuna corrente lo porterà via.
Oramai fa parte del suolo. Starà li tutti i giorni. Tanti giorni, mesi, anni. Nessuno lo vedrà, ma lui sempre lì. E comincerà lentamente a riempirsi di alghe, piccole alghe che giorno dopo giorno cresceranno e avvolgeranno tutto il sasso.
Ora sta lì, completamente avvolto, incollato al terreno.
L'unica cosa da sperare è che arrivi un'ondata di piena a portarlo via.
2 commenti:
L'ondata di piena si sta preparando...E noi siamo tutti lì con te! Bellissimo post, pieno di simbolismi! Grazie.
speriamo di avere anche qualche scialuppa di salvataggio:)))
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