mercoledì, luglio 30, 2008

Quando i bambini fanno 'Ooh...'

Ieri sono stata un paio d'ore in ferie.
Non le mie ferie, quelle degli altri.
Quelle di quelli che vanno in Riviera Ligure, ai Bagni.
Io non so che significa stare ai Bagni perchè da piccola i miei mi portavano in Sicilia dove le spiagge, lì, sono libere. Grandi, con la sabbia finefine. E con 2 o 3 ombrelloni messi in fila con un telo sopra o il gazebo se sei avanti, e il profumo di melanzane alla parmigiana, e la mamma che grida tutto quello che si può dire normalmente ai figli.
Invece ai Bagni deve essere diverso.
Tutti attaccati, che il tuo vicino ti deve stare per forza simpatico se no, ti voglio a sopportarlo 15 giorni. Mi sono immaginata il signor Brambilla, con gli occhiali spessi e la crema protezione 52 e il cappello col ventilatore nella visiera che ti racconta le barzellette.E che dice al figlio "chiama la mami che ci facciamo un tramezzino".
Mi sono immaginata gli amichetti del mare e gli amori estivi.
Anche io avevo gli amori estivi, ovviamente tutti non corrisposti.
Il mio primo amore estivo è stato un bambino biondo con gli occhi azzurri. Un angelo.
Andrea Costa.
Per lui ero totalmene invisibile.
Ieri al mare era martedì, ma sembrava sabato. Al mare tutti i giorni sembrano sabato.
La gente passeggiava poco vestita e abbronzata, rilassata.
Si respiravano l'odore del sale e del sudore di quando dormi sotto il sole delle 12.00 dopo una notte in discoteca misto al profumo croccante della frittura di pesce.
Ieri mi sono sentita felicemente bambina.
Ho pescato alla pesca di beneficienza una presina e un paio di collant di cotone lilla da bimba 6^ misura che si sono trasformate subito in una cintura con rosa annessa.
Ho mangiato un gelato gigante gusto Plasmon-Cannella-Pistacchio di Bronte.
Ho pucciato i piedi nell'acqua tiepida e pulita.
Ho scritto sulla sabbia un messaggio al/la signore/a dell'ombrellone della prima fila. E il mio nome gigante, sempre sulla sabbia, coi piedi.
E poi ho scoperto cosa vuol dire introdursi clandestinamente di notte ai Bagni Pescetto per lavarsi i piedi nella fontanella e usare l'asciugamano lasciato appeso alla ringhiera per asciugarseli e poi rimetterlo a posto un pochino spostato come per dire "hei, abbiamo usato il tuo asciugamano".
Con i miei 10 euro di vestiti addosso:) e soprattutto senza la paura di entusiarmarmi per tutte queste cose, proprio come fanno i bambini.

io, i collant e la presina
se aguzzate la vistacome nella settimana enimigstica, vedrete il corpo di una donna al posto del tronco dell'albero

giovedì, luglio 24, 2008

Dolce come il Miele

Non so perchè non ho mai mandato quel Breve Messaggio di Testo.
Lo dice pure il nome. Breve. Sarebbero bastate 5 parole. "Posso rivedere il tuo cane?"
E invece ci si mette di mezzo l'orgoglio di merda.
Quello ci sta sempre. Come il prezzemolo. E io lo potrei vendere pure tagliato fine fine surgelato. Proprio come il prezzemolo dell' EuroSpin (eh oh, ogni tanto cambio supermercato).

Miele era il cane piu' grasso che io abbia mai conosciuto.
Grasso ma felice. Anzi, grassa. Era una femmina.
Quando conosceva persone nuove, per l'emozione, mi diceva il suo padrone, faceva la pipì in casa.E pure con me era successo così. Solo che io all'inizio andavo di nascosto in quella casa.E così la volta che entrai "ufficialmente" la pipì non la fece. E tutti a chiedersi come mai.
Era il nostro segreto.
Era molto gelosa. E se stavi vicino al suo padrone, oh, faceva il diavolo a quattro perchè voleva essere lei al centro dell'attenzione. Non perchè parlavi con lui.
A volte mi ricordava il cane dei Simpson. Con quello sguardo finto-sveglio.
Mi dicevano sempre di non darle da mangiare sotto il tavolo, ma io disobbeddivo sempre.
Mi dicevano di non accarezzarla se no perdeva il pelo, ma io disobbedivo sempre.
Mi dicevano di non chiamarla nè guardarla se no si agitava, ma io disobbedivo sempre.
In effetti era iperagitata, sempre:)
Credo di avere ancora da qualche parte la targhetta che le avevo fatto fare da mettere al collo.
Una volta le ho regalato un osso gigante, così gigante che quando l'ha perso dalla bocca a momenti spacchiamo una vetrinetta:) Il Suo Padrone piu' grande mi ha fulminata con uno sguardo.
Lei invece era strafelice. E io piu' di lei. Eravamo strafelici.

Miele ora è nel paradiso dei cani. Con il cane di Punzy e i 2 gatti di Vale.
Poco tempo fa sono andata a casa di un amico di Vale. Il suo cane mi ricordava Miele.
L'ho detto circa mille volte. Mi sa che è passata un attimo da lui per salutarmi.
Si, proprio come nel film "Ghost"....

martedì, luglio 22, 2008

15 anni

(ricordo a fatica la password del blog.)

Oggi sono felice.
Una partita a beach (e chissà perchè oggi la sabbia era meno nera) e un salto nel tempo.
ho iniziato ad avere il dubbio di quant anni potessi avere "hey, ho 15 anni, facciamo il tuffo all'indietro". Il tuffo all'indietro lo faccio ancora, ne vado fiera. Quello di testa porcavacca non mi è mai venuto bene ho sempre la tendenza a piegare un pò le gambe.

Mi ricordo di quelle estati che andavo via il 15 giugno e tornavo il 31 agosto. Se mai passavo per caso di qui, andavo in piscina. Anche il giorno prima dell'esame di terza media ricordo che andai in piscina. E li mi sentivo figa perchè non studiavo prima dell'esame.

Oggi ho fatto un tuffo prendendo la rincorsa da lontano. e poi mi sono seduta sul bordo, il sole era quasi tutto giù. Sono le ore più belle quando non c'è nessuno e hai tutta quell'acqua per te. e c'era anche fra, come una volta. (beh la piscina è la sua) Fra tutt'ora vive cosi.
In quei 5 minuti con le gambe raccolte ho sentito l'apparecchio (sopra sotto e sul palato) e si cantava "stella gemella" e "sei la più bella del mondo" (-sbagliata-..non c'è fiore mi regali tenerezza..). Non si sapeva cosa fosse il lavoro né le responsabilità. Nascondevi nell'astuccio dei biglietti con scritto "vuoi uscire con me?si o no (metti la crocetta)" anzi io ricevetti un invito al cinema scritto dall'amico del mio spasimante, perchè aveva la calligrafia più bella, sempre con risposte a crocette.

segue..

lunedì, luglio 21, 2008

Prima classificata.

Io non sono mai arrivata prima in niente. Mai una volta.
Mai in nessuno sport, nemmeno quando andavo a ginnastica artistica, nemmeno quando giocavo nella squadra di pallamano della scuola (anche perchè in casa dei meridionali gli sport sono visti come forti antagonisti del mangiar bene...), neppure al villaggio vacanza in Calabria al torneo di freccette.
Non ho mai ricevuto nessun premio come prima classificata in qualcosa. Non ho mai vinto nessun concorso come migliore in qualunque tipo di disciplina. Mai una coppa, un titolo, una targa, un pezzo di carta, un premio simbolico, una citazione. Niente.
Nemmeno per dire i concorsi della roba da mangiare.
E' vero che non tollero la sconfitta quindi magari evito di partecipare...
Mi ricordo che una volta alla corsa campestre alle elementari ero arrivata tra gli ultimi (eh oh, a me non piace correre) e il tipo al microfono disse una roba "Eh eh un applauso anche agli ultimi".
Sono momenti che ti segnano. Stavo per scoppiare a piangere, salvo l'orgoglio che mi porto appresso. Da allora decisi che la mia carriera da sportiva sarebbe finita lì.

L'altro giorno però ho realizzato una cosa fichissima.

Io una volta sono arrivata prima.

Ed è stata la volta piu' importante.
Quella decisiva.
Ho sbaragliato milioni e milioni di piccoli concorrenti; li ho annientati, annullati, distrutti, resi ridicoli.
Cavolo, eravamo davvero tantissimi.
Quella volta devo aver corso davvero veloce per arrivare prima.
Eppure io ce l'ho fatta. E se penso a questa cosa mi sento grandiosa. Mi viene subito il sorriso sulle labbra. Mi sento potente, mi ricarico di fiducia in me stessa. Non so come sia potuta succedere una cosa del genere.
Però mi vedo: una volta raggiunto l'obiettivo a battere la stecca a tutti gli altri spermatozoi. E così sono nata.
Se ci penso mi viene quasi da commuovermi...
E devo dire che basta per tutte le volte che non sono mai arrivata.

venerdì, luglio 18, 2008

Tradimento

Ma dico: puoi essere così meschina da lasciarmi a piedi al McDonald all'una di notte? Ma ti ricordi dove abito?!! Ma cosa volevi dimostrarmi?!?
Io, che ti ho trattata da subito come un'amica, che ti ho accolta nella mia vita con entusiasmo, che ti ho sempre lodata, che ho parlato sempre bene di te...Ok, sei un pò bruttina, ma te l'ho sempre detto in faccia. Ma la bellezza non è tutto, lo dico sempre io. (non è vero:))
A quest'ora potevi essere in una discarica tutta smontata e arrugginita.
Effettivamente sei una femmina, e in quanto tale avrei dovuto aspettarmelo.
Avrei dovuto lasciarti lì, legata a un palo della luce, alla mercè di tutti.
E invece siccome sono buona, io, ti ho portata con me. A piedi. Per quasi 2 km. All'una e mezza di notte, ribadisco.
Non mi capacito del fatto che tu mi abbia potuto fare una cosa del genere.
Se avessi saputo al McDonald avrei almeno preso un CrispyMcBacon invece di un misero HappyMeal...
No che non ho smesso di volerti bene, scema. Anzi, forse forse la "sana" passeggiata che mi hai regalato mi è piaciuta. Mi hai dato la possibilità di prendermi una pausa dai miei pensieri turbolenti.
Certo, quando ti trovi all'una e mezza di notte su un viale trafficato, da sola, ecco quelle sono le situazioni in cui vorresti avere un morosino da chiamare in tono lagnante che accorra in tuo aiuto all'istante. Ma anche se avessi avuto un morosino non avrei potuto chiamarlo perchè ero pure senza credito nel cellulare. Giusto un sms. Ma sai che a me non piace diturbare.
E' bella la città di notte. A quell'ora ancora troppo rumorosa per poter gustare il silenzio delle strade deserte.
Un gruppo di ragazzi su una punto bianca che sgomma alla rotonda. -Sfigati.-
Un camionista che si prepara per andare a dormire.-Oddio adesso mi rapisce.-
Una pattuglia dei vigili urbani -"no, non sono rimasta a piedi, ho portato la mia Vespa a fare un giro a piedi"-__-'
I miei incontri.
Ma non ci conoscevamo tutti in questa città?? Ma dove eravate tutti?
Quando mi si è affiancata una macchina stavo per lanciarti contro di loro.
E invece era una voce amica:) "Patty?Dai sali in macchina che ti trainiamo fino a casa"

Ecco ora mi toccherà comprare il mio vicino affinchè ti metta a posto.
E ti toccherà riconquistare la mia fiducia.
Scema.

Ironia spicciola

Un passerotto si lancia dal nido e, con i pochi rudimenti ricevuti dai genitori, comincia ad esplorare il mondo. Incontra un cane e gli chiede: "Tu chi sei?" ed il cane: "Sono il cane lupo." "Ma non può essere!" replica il
passerotto. "Uno o è cane o è lupo." ed il cane con pazienza spiega:
"Mia mamma era una lupa, mio papà un cane, hanno fatto sesso e sono nato io, cane lupo."
Il passerotto si reca un po' perplesso presso un ruscello a bere e qui vede un pesce. "E tu chi sei?" ed il pesce: "Sono la trota salmonata." "Non è possibile! Uno o è trota o è salmone." e la trota: "Mia mamma era trota, mio papà salmone, hanno fatto sesso e sono nata io." L'uccellino ancora piu' perplesso si gira e vede un insetto: "E tu chi sei?" e l'insetto: "Sono la zanzara tigre." e il passerotto: "Ma vaffanculo va..."

mercoledì, luglio 16, 2008

Taglia XXS

A volte la mia città mi va stretta.

E' come quando hai una maglietta che ti piace da impazzire, ma oramai non ti va più perchè sei cresciuta. Però te la metti lo stesso. Magari perchè è l'unica nera a maniche corte che hai e come quella non ne trovi piu'. Però ti va stretta.
Ti blocca la circolazione sulle braccia e ti lascia la schiena scoperta. Però e' la tua maglietta.
Non la puoi cambiare. Magari non hai i soldi per comprarne una stupenda che hai visto nel negozio in centro che ha della roba bellissima ma lì non ci puoi entrare che c'è la comemssa che ti sta sul cazzo e ti guarda dall'alto in basso e ogni volta che passi dalla vetrina cerchi di non farti vedere che sospiri davanti al vetro e quando vedi il cartello col prezzo pensi che non potrai mai permettertela.
E allora guardi la tua maglietta scolorita. E sospiri di nuovo.
Ce l'hai addoso proprio in quel momento.
La conosci perfettamente e lei conosce ogni centimentro della pelle su cui si appoggia.

In Alessandria (si dice così qui da noi) ci conosciamo tutti.
A volte mi piacerebbe girare per le vie senza salutare nessuno, muovendomi indisturbata e in perfetto anonimato.
Quando conosci una persona non è mai una persona nuova..
E' l'amico di Tizio, cugino di Caio, che andava a scuola con Sempronio, e poi è stato in compagnia con XXX, e la sua ex morosa era YYY l'amica di OOOO, ma ora sta con KKK che abita vicino a tua cugina.
Quando conosci una persona la frase tipica è: "Hai un viso conosciuto, ma mica consoci Tizio?"
E da lì partono una serie di intrecci relazionali da far paura.
Alessandria e' una rete.
Il casino è che quando ti cattura non ne esci più.
n.d.r. Se non saluto per strada è solo perchè non vi vedo anche se magari vi guardo in faccia, che magari sto pensando ai fatti miei o sto viaggiando:)

martedì, luglio 15, 2008

Primi disastri

Regola n. 7
I foglietti acchiappacolore del Lidl non funzionano (xxp°rç@putt@#@me§d@xx)
Regola n. 8
Non lavare la roba di altri, ma restituirgliela sporca, perchè se fai dei danni sono tutti cazzi tuoi.
Regola n.9
Ora sono tutti cazzi miei
Regola n. 10
Conoscere una tintoria di fiducia dove portare la roba danneggiata
Regola n.11
Conoscere un buon Santo a cui rivolgersi

lunedì, luglio 14, 2008

Quello che sento

A me piace l'estate perchè posso dormire con la finestra aperta.
Quando abitavo al 5° piano tenevo tutto aperto, pure la tapparella.
A volte mi giravo al contrario nel letto per vedere il cielo con le stelle e la luna.
Ora che abito al 1° piano tengo solo la finestra aperta, ma chiudo le persiane.
Solo per evitare che ignoti magari si introducano nel mio appartamento. Non che ci sia chissàche da rubare...
Mi piace stare con la finestra aperta perchè così due volte alla settimana posso sentire il rumore del camioncino che fa il lavaggio strade. E' un rumore che mi piace da impazzire. Sentire quel misto di spazzole e spruzzi accompagnato dalla luce arancio che a intermittenza illumina la strada. Mi piace sentirlo passare una volta e poi aspettare che torni indietro. Aspetto il camioncino e poi posso addormentarmi felice. E' solo un pò meno divertente quando mi ricordo che la mia macchina è parcheggiata in quella strada e quindi devo scendere all'una di notte in pigiama.
Ci sono altri rumori che mi piacciono.
Tipo il rumore del treno. Infatti mi piacerebbe abitare vicino alla ferrovia. Una volta a Genova mi sono trovata in un b&b e quando ho aperto la finestra e ho visto che dormivamo sui binari ho fatto i salti di gioia. Un pò meno la notte visto che passava un treno ogni 5 minuti.
Con il silenzio della notte riesco sentire il rumore del treno da casa mia nuova, però è troppo lontano. Quando c'era la caserma piena di militari da casa vecchia sentivo pure il suono del Silenzio.
Mi piace anche il rumore della pioggia sul tetto della macchina o simili quando inizia a piovere.
Era un rumore che amavo quando dormivo in tenda agli scout. C'era solo un telo che ti separava dalla tempesta eppure ti sentivi al sicuro. Sentire le goccioline che ad un ad una cadono sopra la tua testa, dentro al sacco a pelo è meraviglioso.
Un altro rumore che mi sballa è quello della retromarcia, soprattutto se è una retromarcia lunga. Tipo se uno deve fare un pezzo di strada lunghissimo all'indietro io sono felice.
E poi mi piace sentire il rumore delle stoviglie all'ora di cena, d'estate, quando tutti mangiano con le finestre aperte; o il rumore del caffè che esce dalla caffettiera, e i pop corn quando iniziano a scoppiare e il ding dong del campanello, e il driiin dei vecchi telefoni.

Invece un rumore che proprio non sopporto è il rumore delle posate sfregate le une contro le altre o contro i denti. Mi vengono i brividi, la nausea e nei casi estremi mi sento come se dovessi svenire. Vabbè lì lo faccio per fare le scene:)
Anche il suono del trapano del dentista. Lì potrei svenire davvero però.
E il rumore che faceva L'Allegro chirurgo quando si sbagliava. Bzzzz
Poi detesto il ticchettio dell'orologio. E gli uccellini che cinguettano. E le porte che sbattono quando c'è corrente.
Generalmente tutti i rumori costanti. Perchè mi distraggono.
Risucchiano il mio cervello e la mia attenzione in un vortice.
Visto che non sono già abbastanza distratta...

mercoledì, luglio 09, 2008

Aggiornamenti

Regola n.3
Stirare con la pancia scoperta e usare il vapore quando hai il ferro da stiro vicino a quest'ultima provoca piccole ustioni.

Regola n.4
Lavare in lavatrice capi arancioni e bianchi, fa diventare i capi bianchi color "bibita del Lidl al gusto di arancia senza zuccheri aggiunti"

Regola n.5
I ragni maledetti preferiscono la parete rossa della camera da letto.
Maledetti, perchè il soffitto è troppo alto e ho bisogno di un bastone lunghissimo che non ho.


Regola n.6
Mangiare lo yogurt scaduto da 2 giorni perchè "vabbè due giorni che vuoi che sia, mi spiace buttarlo" nuoce gravemente alla salute

Nel frattempo credo che mi iscriverò "Corso di sopravvivenza domestica" sul sito http://www.lacasalingaideale.com.......

lunedì, luglio 07, 2008

Bluvertigo Vs Cristina D'avena














Week end di concerti.
Io so chi è Morgan perchè l'ho visto a X-Factor una volta facendo zapping.
Vale invece lo conosce bene, anzi lo ama. Continuava a dirglielo. Si è anche giocata la sua unica occasione incrociandosi con lui mentre mangiavamo un panino salamino e crauti. Lui passa in macchina salutando i fan e noi a sbranare un panino.
Conoscevo solo il ritornello di una canzone.
Mi sono anche trovata appollaiata in un wc chimico a fare il bilancio della mia vita mentre una canzone di quelle da "bilancio della tua vita" si intrufolava nel contenitore rosso. Non avevo mai visto dei wc chimici così romantici.
Gli stessi wc che c'erano da Cristina.
Lei invece la conosco bene. E' un pò come una sorella maggiore. Anche se io ne ho già una e mi basta. Abbiamo cantanto a squarciagola tutte le canzoni, tra una goccia e l'altra di pioggia.
Tutti bambini. Bambini degli anni 80. Memole, I Puffi, Johnny è quasi magia, Magica Magica Emy, Georgie (io amavo in gran segreto Abel), Jem e le Ologram, Occhi di gatto un'altro colpo è stato fattoo...tutte bellissime.
E poi l'incontro.
E l'autografo.
Io ero già stata a un concerto di Cristina. Facevo le elementari. Mio papà a me e ai miei cugini ci fece l'autografo finto sul biglietto d'ingresso senza farsi vedere.
Stamattina l'ho chiamato e gli ho detto"Papà, stavolta l'autografo ce l'ho vero"

Grazie Beppe.


Un cuore matto,matto da legare...

Che sono maldestra, si sa. Devo aver preso da mia mamma, che rompe tutto e poi cerca di far finta di niente incollando i pezzi e rimettendo a posto le cose rotte magari girate di schiena:)

Mi cade tutto dalle mani. Tutto.
Una volta di tanti anni fa ad esempio, m'è caduto il cuore per terra e si è frantumato, come un Oro Saiwa (veramente quella volta mi avevano spinta..).
Così ho dovuto rincollarlo tutto, ma in casa avevo solo la Pritt...
E tutti a vedere che avevo il cuore coi pezzi che non combaciavano perfettamente. Così gli ho dato una passata di colore rosso, ma forse non è servita a molto.
Ogni tanto si scollano dei pezzi, ma tuttosommato regge bene. Diciamo che si solleva qualche punta qua e la, ma il Super Attack per ora è troppo pericoloso da usare.
Più che altro perchè non lo so davvero usare e mi sono già incollata le dita tante volte:)
Due sere fa è di nuovo venuto giù un pezzo.
Ma stavolta mi sono rotta e c'ho dato una bella graffettata con la pinzatrice.
Mi sono fatta male, ma alla fine sono sicura che ora non verrà più giù. Di solito succede che i pezzi si staccano quando mi arrabbio. Anzi, quando mi fanno arrabbiare.
E' un cuore strampalato. Se lo guardi ti fa quasi tenerezza.
Forse dovrei decidermi e comprarne uno nuovo, ma quelli nuovi costano un botto.
Magari adesso che è periodo di Saldi, uno a poco lo trovo.
Oppure cerco al Lidl, che lì ogni tanto escono le offerte...:)

venerdì, luglio 04, 2008

Problemi morali

Ieri sono arrivata in ufficio e davanti alla porta dell'ingresso ho visto uno scarafaggino.
Dopo aver allertato tutti, sono tornata a riesaminarlo. Era a pancia in su e muoveva tutte le zampine. Credo che fosse in fase di premorienza, anche se non mi spiego perchè tutte le bestioline quando stanno per morire si cappottano.
L'ho lasciato nella sua sofferenza e sono andata a lavorare.

Al pomeriggio, prima di uscire, mi è ricaduto l'occhio sullo scarafaggino. Era ancora lì dove lo avevo trovato. Si muoveva un pò più lentamente ma era ancora vivo.
Allora per quanto schifo mi facesse, ho recuperato un giornale e l'ho rigirato di schiena. Ho pensato "boh magari s'è solo cappottato, poverino"
Ma quando l'ho girato è rimasto tutto storto e si muoveva male. Sono andata a posare il giornale e tornando era di nuovo a pancia in su.
Stava soffrendo. Era palese.
Allora sono andata a riprendere il giornale e con tutta la forza che avevo gli ho dato tre colpi.
Ho pensato che non poteva soffrire ancora così tanto.
Ma era ancora vivo. Allora l'ho finito con altri due colpi.
Poi ho abbandonato il giornale sul termosifone, come per liberarmi in fretta dell'arma del delitto e sono scappata via.
Forse non avrei dovuto ammazzarlo, avrei dovuto lasciarli lì.
Ma io faccio un lavoro che mi fa vedere tutti i giorni la sofferenza e io credo di avergliela levata, la sofferenza.
Così ho deciso per lui.
Oppure ho deciso per me?

giovedì, luglio 03, 2008

La semplicità

Non so come io e Gecco siamo diventati amici.
Siamo ai tempi di mirc. Quando ci si connetteva col modem 56 k e quando per chattare di notte mettevo un telo sulla porta a vetri della mia cameretta per non far passare la luce dello schermo del pc, e un cuscino sopra il modem per non far sentire il collegamento in atto.
Gecco sa tutto di me.
Mi viene spontaneo dirgli tutto, ma non solo i fatti, anche i pensieri. Anche quelli che per orgoglio magari di solito non dici. Mi viene facile perchè scrivo, perchè a parlare non so se ce la farei.
La prima volta l'ho visto a Lucca forse, alla fiera del fumetto. Allora andavo a Lucca alla fiera del fumetto per vedere i miei amici di chat tutti in una volta sola. Loro guardavano i fumetti, e io guardavo loro.
Brava gente, un pò strani, ma bravi.
Gecco parlava poco.
Mi ricordo di una corsa fatta col carrello. Funzionava che mettevano uno dentro al carrello poi lo spingevano e quando arrivava al marciapiede si ribaltava.Non l'ho mai detto ma avrei voluto farlo pure io:)
A Gecco dico tutto, anche quei pensieri che magari ti farebbero prendere per matta se li dicessi ad alta voce. Invece lui no, non mi prende per matta.
Mi risponde con cose sensate.
Una volta l'ho fatto arrabbiare un sacco e non ci siamo parlati/scritti per piu' di un anno. Ogni tanto faccio arrabbiare le persone in questo modo:)
Un giorno mi ha spedito una scatola con dentro due cose: un drago che se gli davi la corda camminava e sputava le scintille, e le stelle da mettere sul soffitto della camera, perchè sapeva che avevo paura del buio.
Mi fa ridere un sacco quando mi racconta le sue "avventure".

Gecco mi ha insegnato la semplicità.
Forse lui non lo sa ma è così.

E mi ha anche insegnato a dire "Fa basta eh.." che significa "smettila"

martedì, luglio 01, 2008

L'ultimo giorno


E’ come l’ultimo giorno di scuola.

Guardavo i miei compagni. A volte odiati, a volte amati, alcuni ero sicura che non li avrei piu’ rivisti, altri li avrei ritrovati per le vie del centro, magari a malapena un saluto, magari sposati e con figli o piu’ probabile, eterni studenti. Li guardavo e ripensavo alle avventure passate assieme, ai litigi, agli insulti, alle incazzature, ai turni saltati, al panico da interrogazione, ai suggerimenti ricevuti e dati durante i compiti in classe, alle merende condivise, ai biglietti del fantacalcio che quelli della prima fila mi chiedevano di passare a quelli dell’ultima e io che modificavo le formazioni, alle sigarette fumate in bagno…
Vestiti estivi leggeri, gonne, canottiere che già anticipavano le vacanze al mare, qualcuno abbronzato, qualcuno bianco da studio.

Poi respiravo l’aria profondamente. Per intrappolare per sempre l’odore inconfondibile delle aule: quel profumo misto a gomma-mina di matita, colla, gesso e cancellino. Quell’odore fatto di persone diverse, a volte sudate, a volte rivestite di profumi variegati; quell’odore di banchi scritti, di sottobanchi pieni di cartacce, di zaini pieni di libri, di fogli protocollo, di libri sottolineati..

Poi toccavo gli oggetti, accarezzavo il banco liscio e freddo che mi aspettava tutte le mattine.
E l’attaccapanni ruvido riverniciato di grigio fumo; toccavo il legno scheggiato delle sedie su cui mi si impigliavano sempre i vestiti; passavo lentamente le dita sopra le pagine dei quaderni scritti, quelli con i fogli sottili, su cui si sente il segno della biro.
Toccavo la lavagna, i gessetti bianchi e sentivo le mie mani fastidiosamente impolverate…

E poi chiudevo gli occhi e ascoltavo il suono delle voci. Qualcuna l’ho dimenticata, qualcun'altra la sento tutt’ora echeggiare nella mia testa, altre, le più importanti, le sento quotidianamente. Ascoltavo il brusio provenire dai corridoi, le risa, le voci gracchianti dei prof.
E l’inconfondibile campanella, che a volta salvava le giornate da interrogazioni dell’ultimo momento.

Poi spariva tutto, e vedevo la scuola vuota.
Le sedie un po’ spostate dai banchi; la carta per terra, le scritte sulla lavagna, qualche libro dimenticato, il registro sulla cattedra, i corridoi vuoti.
Vedevo gli odori e i rumori di quell’ultimo anno svanire, dissolversi.
Il vuoto. Il silenzio.

Con la consapevolezza che non sarei più tornata tra i banchi di scuola. Solo i ricordi.

Ecco, è proprio come l’ultimo giorno di scuola.